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Lena Neudauer, che ha esordito in concerto con un’orchestra all’età di 10 anni e vanta, nonostante la giovane età, una carriera di tutto rispetto essendosi esibita con importanti orchestre, oggi è protagonista di una pregevole incisione delle due Romanze e del Concerto per violino e orchestra di Beethoven per l’etichetta CPO. L’artista ci ha gentilmente concesso quest’intervista.
Può raccontarci come è nata la sua passione per la musica? …e per il violino?
Da piccola, quando avevo tre anni, accompagnavo regolarmente mia madre a prendere mio fratello più grande di due anni dalla scuola di musica per bambini. Il maestro di musica aveva un figlio di cinque anni che suonava il violino. Una volta lo ascoltai suonare una canzone per bambini che amavo molto. Da quel momento ho “torturato” mia madre in continuazione per avere un violino come quello del ragazzino per suonare io stessa la canzone. Dopo un po’ trovammo un eccellente maestro e cominciai a prendere lezioni. L’anno dopo, all’età di 4 anni, i miei genitori mi portarono a un recital di Itzakh Perlman alla Philharmonic Hall di Monaco. Ricordo ancora esattamente come ne fui impressionata e che dissi ai miei genitori, dopo il concerto, che quel che faceva Perlman era ciò che volevo fare per tutta la mia vita.
Lei vanta un’intensa attività concertistica in tutto il mondo. C’è un’opera o un autore che ama particolarmente eseguire?
Provo molto interesse per pressochè tutti i compositori; mi entusiasma molto l’idea di comprendere più a fondo ogni pezzo che suono. Di certo, sono particolarmente legata al periodo classico-romantico: da Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert e altri. Specialmente per quanto riguarda lo stile da un punto di vista filologico, sono estremamente incuriosita da questo periodo.
… e un compositore la cui musica sente lontana dal suo modo di sentire?
Beh, mi piace pensare che si possa trovare la bellezza dappertutto, benché, all’inizio, in alcuni casi sembri ben nascosta…
Tra tutti i suoi Cd ce n’è uno al quale è rimasto particolarmente legata dal punto di vista emotivo? Se sì, perché?
Fortunatamente, per tutti gli album solisti che ho inciso finora, ho potuto scegliere il repertorio che davvero desideravo interpretare. Perciò, per ognuno di essi, posso dire di averne seguito la preparazione e la produzione con grande passione.
Passiamo all’incisione di Beethoven. Lei dice che, pur avendo eseguito il concerto diverse volte, ha trovato con il maestro Marcus Bosch e la Cappella Aquileia una perfetta simbiosi. Può spiegarci meglio.
Beethoven è uno degli autori che ha maggiormente influenzato le esibizioni “romantiche” del ventesimo secolo. La maggior parte delle incisioni o delle esibizioni che conosciamo sono molto lente e pesanti (per dirla in soldoni). Un suono intrigante, un gran vibrato, un’articolazione molto ampia, tempi estremamente lenti, niente legato per l’archetto – tutte le note sono in “portato” e con molto vibrato espressione e così via. Questo è ciò che conosciamo e che la maggior parte di noi ama. Lo stesso fanno molti direttori e professori d’orchestra. Non li biasimo!! Non fraintendetemi, si tratta di gusti diversi. Con Marcus Bosch e la Cappella Aquileia ho avuto la sensazione che fossimo totalmente in sintonia, su tutta la linea. Nessuno di noi ha dovuto forzare il proprio stile, ci siamo semplicemente compenetrati.
Quali sono per il solista le difficoltà a livello interpretativo che pongono questi capolavori di Beethoven?
Il concerto è uno dei pezzi più limpidi che conosca. Intonazione, suono, stile, articolazione sono particolarmente importanti perché è facile intuirne l’eventuale minima discrepanza.
Andiamo sul personale. Se non avesse fatto la violinista, quale altro mestiere le sarebbe piaciuto fare?
Domanda difficile. Ce ne sono tanti che mi interessano, ma non c’è nulla come la musica per me. La passione che sento per essa non la provo per nient’altro. Amo la natura, il giardinaggio, l’architettura, il cibo, ma niente di tutto ciò potrebbe rappresentare il lavoro della mia vita. Sono molto grata di aver potuto realizzare il mio sogno di diventare una musicista.
Che rapporto ha con la spiritualità?
Non sono credente e non mi vedo ancora credente in qualcosa in futuro. Magari col tempo…
È molto spesso fuori casa per lavoro? C’è qualcosa che Le manca della sua casa, quando è lontano?
Ci sono periodi in cui sono molto via da casa e periodi in cui lo sono meno, dipende dal mio programma di concerti. Ciò che mi manca è la mia famiglia, il mio cuscino e il buon caffè che bevo a casa.
C’è qualcosa che le manca in generale nella sua vita?
Si può sempre desiderare più di ciò che si ha, ma penso di essere molto privilegiata, quindi cerco di esserne sempre consapevole e di essere soddisfatta della mia vita.
Si ricorda del primo disco da lei acquistato?
Non ne sono sicura, ma forse feci comprare a mia madre un CD di Thomas Zehetmair, forse Bach Solo Sonatas and Partitas. Lui, nella mia infanzia, era il violinista che idolatravo!
Ha un sogno nel cassetto, dal punto di vista professionale, che le piacerebbe realizzare?
Ci sono sempre delle serie di concerti, orchestre, sale famose, festival e musicisti di musica da camera che sono nelle mie aspirazioni lavorative, ma se dovessi morire adesso, non sentirei di avere ancora molto da realizzare.
Prossimi impegni importanti?
Ci sono già delle incisioni pronte per la pubblicazione nel corso della prossima stagione e naturalmente dei concerti seguiranno. Al momento il futuro appare incerto a causa del Corona virus, ma voglio credere che insieme possiamo riuscire a superare e che tutti potremo presto portare avanti i nostri progetti per il futuro.
Could you tell us how your passion for both music and the violin originated?
When I was a little girl, aged 3, I regularly accompanied my mother to pick up my 2-years-older brother from the music education for young children. The music teacher had a 5 years old son, who played the violin. Once I heard him play a German children song, which I really loved. Since that moment I constantly tortured my mother that I want to have a violin like that boy to play the song myself. After a while we found an excellent teacher and I started. One year later with age 4 my parents took me to the recital of Itzakh Perlman in the Philharmonic Hall of Munich. I still remember exactly how impressed I was and that I said to my parents after the concert that what Perlman did is what I want to do all my life.
You make a lot of concerts all over the world. Is there a composer or a work you particularly like to perform?
Actually, I am really interested in almost every composer and I am very excited of getting a deeper understanding of each piece I am playing, of any composer. But certainly, I am specially related to the classic and early romantic period, such as Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert and similar. Especially regarding the historical style, I am extremely curious about this period.
… and is there a composer whose music you just can’t relate to?
Well, I try to believe that you can find beauty everywhere, although it seems quite hidden for the first moment…
Among all your albums, is there one in particular to which you still feel emotionally linked? And if yes, why?
Luckily all the solo albums I did so far, I could choose the repertoire I really wanted to do. So, I can say for all of them I really felt a great passion while preparing and producing them.
Let’s talk about the Beethoven album. You say that, even if you performed the concert several times, you found a perfect balance with Maestro Bosch and theCappella Aquileia. Could you explain in detail?
Beethoven is one of the pieces which has the biggest influence by the “romantic” playing of the 20th century. Most of the recordings or performances we are familiar with are really slow and heavy (to simplify my impression in very few words). Juicy sound, big vibrato, very large articulation, extremely slow tempi, no legato from the bow – every note portato and con molto vibrato espressione and so on. This is what we know and most of us love. Same do many conductors and orchestra musicians. I am not blaming them!! Don’t get me wrong, it is all about different tastes. With Marcus Bosch and the Cappella Aquileia I had the feeling, that our imaginations come from the same direction and they totally matched. None of us had to change his style, we simply complemented each another.
What performing difficulties do these Beethoven masterpieces imply for a soloist?
The concerto is one of the most transparent pieces I know. Intonation, sound, style, articulation matter especially strong as we can hear the smallest discrepancy.
What would you have done, hadn’t you become a violinist?
Difficult question. There are many I am interested in, but there is nothing like music for me. The passion I feel here I don’t have for anything else. I love nature, gardening, architecture, food, but nothing out from this I would like to choose for my professional life. I am very grateful for my fulfilled dream to be a musician.
What’s your relation with spirituality?
I am not believing in any major religion and I didn’t make my final picture of what I am believing in yet. Coming soon hopefully…
Are you often away from home for work? What do you miss about your home when you are away?
There are times that I am more away from home and sometimes less, it’s variating according to my concert calendar. What I miss is my family, my pillow and the good coffee we have at home.
Is there something missing in your life?
You can always desire more than what you already have, but I think I am in a very privileged situation, so I try to be aware of that as often as possible and to be satisfied with my life.
Do you remember which is the first record you ever bought?
I don’t really remember, but probably I made my mother buy a CD of Thomas Zehetmair, maybe Bach Solo Sonatas and Partitas. He was my biggest childhood idol for the violin.
Career-wise, is there something you still dream to achieve?
There are always concert series, Orchestras, famous halls, festivals, chamber music partners I still would like to play with, but if I were to die now, I wouldn’t feel that I have missed too much.
What’s in store in the future?
There are already some recordings which will be published through the next seasons and of course concerts coming along. Right now the future looks a bit shaky and insecure because of Corona virus, but I want to believe that together we can succeed in overcoming these difficult times and that we can all soon achieve our future plans.
Photo credit: Denise Krentz, Damian Posse, Aleksandra Buszek.
Versione italiana a cura di Paolo Tancredi.