“Sono nato a Zeulenroda, nel Principato di Reuß l’8 settembre 1849. Molta musica è stata eseguita nella casa dei miei genitori. Il mio primo insegnante di canto e pianoforte è stato il cantor Solle, rinomato per le sue composizioni vocali. Dal momento che avevo una voce luminosa e acuta molto flessibile, sono stata solista per molti anni. Quando, oggi, considero una delle datate, pesanti colorature che io avevo fatto cantando sotto la direzione del vecchio e severo maestro, resto sconvolto. Andai a Greiz per ulteriori studi; qui frequentai l’ex-Liceum per un anno e poi il Seminario locale. I miei insegnanti di musica furono il cantore Dietel e il direttore musicale Urban. Mantenni l’incarico di prefetto del coro per ben due anni. Ai miei esami finali, fui premiato con i migliori voti nelle discipline musicali. Dopo aver lavorato come insegnante e direttore di coro soltanto per un breve periodo, mi trasferii a Lipsia per dedicarmi con tutta la mia passione alla musica. I miei primi insegnanti furono Dr. Papperitz e Plaidy; ho preso lezioni in canto solistico – sebbene la mia voce non sostenesse la sfida. Dal 1870 al 1873 sono stato attivo come insegnante di musica presso la scuola tedesca di grammatica di Vyborg (Finlandia), dove fui incaricato di dare lezioni di pianoforte e di canto. […] Nel 1873 sono ritornato a Lipsia per migliorare le mie competenze in teoria e composizione, scegliendo Dr Jadassohn come mio insegnante. Oltre a musica da camera, lavori orchestrali e pezzi per pianoforte, scrissi molti composizioni corali: la mia raccolta della ‘Salvum face regem’ per coro misto, soli, e orchestra allo stesso modo del vasto oratorio Christus, Der Auferstandene (Cristo, il risorto) che è stato eseguito di recente al Gewandhaus ed è stato pubblicato come mia opus 26 da Breitkopf & Härtel. Io stesso ho diretto le prove di orchestra e coro all’epoca e ho anche diretto il lavoro in occasione dell’esecuzione. Posso fare riferimento solo ai direttori del Gewandhaus, professore Dr Reinecke, Dr Jadassohn e così via, per quanto attiene alla mia fama come compositore”.
Con queste parole, contenute nella domanda rivolta al Consiglio comunale di Lipsia per succedere a Wilhelm Rust come Thomaskantor presso la chiesa di San Tommaso di Lipsia, incarico che avrebbe tenuto fino alla morte avvenuta nel 1918 e che in passato era stato occupato da Johann Sebastian Bach, lo stesso Gustav Schreck, oltre a stilare un dettagliato curriculum vitae, ricordò la prima esecuzione dell’oratorio Christus, der Auferstandene (Cristo, il risorto). Eseguito per la prima volta il 3 marzo 1892, l’oratorio, che era stato composto su un libretto scritto dalal moglie Emmy , fu accolto con grande successo di pubblico e di critica. G. Bernsdorf scrisse nella sua recensione apparsa sulla rivista di Lipsia «Signale»:
“Questo è il ventiseiesimo lavoro pubblicato da Schreck e il suo primo oratorio. Come compositore, è ancora troppo giovane, e i lavori che precedono il suddetto oratorio difficilmente saranno conosciuti ben oltre Lipsia in modo degno. Questo nuovo Christ, anche, è nobile, anzi molto nobile: in particolar modo per quanto attiene alla maestria che lo mostra come ben versato nello stile polifonico, contrappuntistico che è proprio necessario per un oratorio e mette in una luce favorevole la sua padronanza di mezzi vocali e strumentali di rappresentazione”.
Anche il prestigioso «The Musical Times» si occupò di questa première nel numero del 1° settembre 1892:
“Un nuovo Oratorio sacro, Christus, der Auferstandene, composto dal signor Gustav Schreck, su un testo compilato dalla moglie del compositore da fonti scritturali e di altra origine, ha prodotto una favorevolissima impressione in una sua recente esecuzione al Gewandhaus di Lipsia”.
Diviso in 6 sezioni, l’oratorio narra degli avvenimenti immediatamente successivi alla Passione e, in particolar modo, la Resurrezione, la visita al santo sepolcro vuoto, l’episodio dei discepoli di Emmaus, quello di Gerusalemme, quello del lago di Tiberiade e l’Ascensione.
Musicalmente l’alto magistero contrappuntistico di Schreck è evidente già nell’ouverture, un’ampia fuga a quattro voci di carattere solenne che introduce perfettamente il coro iniziale, anch’esso ieratico. In effetti i cori costituiscono la parte musicalmente più interessante dell’oratorio in quanto in essi Schreck può mostrare la sua padronanza della scrittura contrappuntistica gestendo anche due cori e otto parti come, per esempio, nel luminoso Hosanna o nel successivo, Gott aber sei Dank, concepito come una fuga a quattro voci, entrambi della prima sezione. Nei brani affidati ai solisti Schreck mostra di conoscere molto bene la tecnica vocale costruendo delle melodie che, comunque, esprimono bene il contenuto del testo. Dipinti di Carl Heinrich Bloch (1834-189)
In allegato il testo tedesco/inglese