Col termine battement nel vocabolario della tecnica della danza classica si intende quella famiglia di movimenti caratterizzati dall’apertura della gamba, libera dal peso del corpo, in una delle tre direzioni (avanti, di lato e dietro) e il suo rientro verso la gamba portante o di base. Il battement tendu, letteralmente “battuta tesa”, è una delle forme di battement e indica l’apertura e la successiva chiusura di un piede dalla I o V posizione dei piedi in una delle tre direzioni con la punta a terra. Si può realizzare nelle seguenti forme: battement tendu simple, battement tendu con demi plié, double battement tendu, battement tendu en tournant.
Agrippina Vaganova, geniale didatta sovietica, afferma che questo tipo di battement è il fondamento di tutta la danza classica, in quanto con l’esecuzione di questo movimento non solo si “riscaldano” le gambe, ma le si pongono in condizione di perfetta disciplina per il lavoro che le aspetta, specie per lo studio dell’allegro e delle punte. Si tratta dunque di un movimento che serve per esercitare gli arti inferiori al rigore, alla vitalità e alla costruzione delle linee necessarie per disegnare nello spazio quelle credibili pennellate di senso che sono ascrivibili al vocabolario gestuale degli arti inferiori. I battements tendus, infatti, sono vere e proprie proiezioni nello spazio degli arti inferiori del danzatore, una profonda suggestione tra forma,soggetto e amplificazione del sé danzante.
Generalmente la lezione di danza classica comincia con l’esecuzione di esercizi di battements tendus alla sbarra: si addestra ogni giorno la volontà del piede di allontanarsi dal corpo attraverso una generosa pressione della pianta sul pavimento, fino alla distensione della caviglia, del collo del piede e delle dita mantenendo costantemente il contatto di queste ultime sul pavimento. Si lavora poi su come il piede debba ritornare verso la gamba portante, punto d’incontro tra vettori orizzontali e verticali del movimento. Dopo ogni battement tendu l’arto portante accoglie la gamba che ha effettuato il movimento verso il centro, verso il corpo.
In questo modo il corpo, grazie alla danza, diventa una nuova dimensione, un nuovo luogo sintesi di energie e di tensioni: una casa fra terra e aria, tra il finito e l’infinito.
Il movimento del battement tendu può dunque essere pensato come la metafora dell’andare e del tornare, del finito e dell’infinito:la mistica possibilità di creare – durante il movimento di andata – connessioni tra lo spazio circostante e le proprie gambe attraverso la creazione di tracce e solchi sul pavimento, veri e propri canali di colori ed energie. Durante il movimento di ritorno, invece, il gesto assume la connotazione del “ritrovarsi”: un’occasione per riallacciarsi e per riunificarsi unificando il sé al proprio corpo.
Per riassumere, il battement tendu può essere letto e interpretato come l’emblema del finito e dell’infinito ed il tentativo del danzatore di lasciare ogni volta, attraverso il movimento, impronte di sé nello spazio. È un movimento che fotografa un percorso “finito” nel movimento di andata e ritorno perché effettivamente l’inizio e la fine del movimento sono tracciabili, ma è anche vero che le posizioni finali dell’andata e del ritorno non sono un luogo finito, ma il luogo di altri avvenimenti.Il battement tendu è un cordone o forse una corda: una corda tesa tra corpo e anima, tra performance fisica ed esercizio spirituale così come tutta la pratica della danza, a ben pensare. La lezione giornaliera di danza, ci insegnava il coreografo Maurice Bejart, non è una semplice ginnastica ma una vera e propria presa di coscienza che rende il danzatore un vero e proprio “artigiano furioso” del movimento.
In palcoscenico come si riconosce un corpo che ha studiato con cura del dettaglio, amore e dedizione per questo movimento? Si riconosce da tutti i gesti che usano forme che necessitano di linee tese, precise e vigorose come lance nello spazio. Il disegno di un grand pas de chat jetè di Kitri in Don Chisciotte, la perfezione e l’armonia delle grandi pose di Aurora ne La bella addormentata, la forza dei battements developpés in ecarté nel secondo atto di Bayadère, la musicalità puntuale e ostinata delle sissonne simple nel Pas de quatre dei cignetti ne Il lago dei cigni sono ascrivibili a quel piccolo meraviglioso movimento con cui, ogni giorno, tutti i giorni, per tutta la vita, un danzatore si dispone nella condizione di studiare la corretta esecuzione di un battement tendu.
Una piccola e profonda preghiera la danza, per mettere in contatto il proprio dentro,il proprio corpo,tempio dell’anima,col fuori.
Piccola bibliografia utile
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