Daniel François Esprit Auber (1782 – 1871): Overtures / “La Sirène” (1844)

Le Maçon (1825), overture,  Entr’acte to Act III, Musique de Dialogue (act II); Le timide ou Le Nouveau Séducteur (1826), Overture; Leicester, ou Le Château de Kenilworth (1823), Overture, Entr’acte to Act III; Le Séjour militaire (1813), Overture; Emma, ou La Promesse imprudente (1821), Overture, Entr’acte to Act II, Entr’acte to Act III; La Neige, ou Le Nouvel Éginard (1823), Overture, Entr’acte to Act III; Le Testament et les Billets doux (1819), Overture; Le Bergère châtelaine (1820), Entr’acte to Act II, Entr’acte to Act III, Overture. Czech Chamber Philharmonic Orchestra Pardubice. Dario Salvi (direttore). Registrazione: 28–31 Ottobre 2018 presso The House of Culture Dukla, Pardubice, Czech Republic. T. Time: 64′ 50″ 1 CD Naxos 8.574005
“Auber; si può dire in breve che fu il maestro francese più celebre e più fecondo tra tutti quelli che fecero allora la fama dell’opéra e dell’opéra-comique. […] La sua notorietà era universale. Considerandolo, ci si ricordava subito di quest’opera: la Muette de Portici, che ebbe una fortuna particolare e fu il successo più strepitoso prima dell’apparizione di Robert le Diable a l’Opéra. Parlare della Muette de Portici, è inevitabile ricordarsi dell’effetto magico che produsse il duetto del secondo atto: «Amour sacré de la patrie…» al Teatro della Monnaie, a Bruxelles, sui patrioti che assistevano alla rappresentazione. Esso diede, in verità, il segnale della rivoluzione che scoppiò in Belgio, nel 1830, e che doveva condurre all’indipendenza dei nostri vicini del Nord”.
Così un ormai anziano Jules Massenet ricordò in Mes souvenirs Daniel François Esprit Auber e la sua Muette de Portici, la cui rappresentazione al Teatro della Monnaie a Bruxelles il 25 agosto 1830 aveva dato l’avvio all’insurrezione che avrebbe portato all’indipendenza del Belgio. La produzione di Auber, operista di successo per l’epoca e direttore del Conservatorio di Parigi i cui allievi ebbero nei suoi confronti una forma di venerazione, è, nonostante alcune riprese moderne di sue opere, quasi del tutto dimenticata eccezion fatta per alcune ouverture che si sono affermate in modo del tutto indipendente dalle opere per le quali furono composte. Di recente questa stessa produzione sta diventando l’oggetto di un sempre crescente interesse da parte delle case discografiche. Ne sono testimonianza due Cd, entrambi pubblicati dalla Naxos, contenenti rispettivamente alcuni brani sinfonici tratti da lavori teatrali registratati in prima mondiale e i numeri musicali dell’Opéra-Comique, La sirène.
Il programma della prima proposta in esame prevede, in realtà, non solo le ouvertures, ma anche brani sinfonici come entr’actes e l’accompagnamento del mélodrame dell’atto secondo di Le Maçon, opéra-comique del 1825 che conobbe un enorme successo immediato arrivando a contare ben 525 rappresentazioni fino 1896 e rimase popolare in Germania fino agli anni ’30 del Novecento. In questa proposta discografica, del resto, a grandi successi come Le  Maçon sono accostati altri lavori che non hanno avuto la stessa sorte, come l’ouverture di Le Timide, ou Le Nouveau Séducteur (1826) che, dopo appena 14 rappresentazioni, sparì dal cartellone. Il ricco programma prosegue con Leicester, ou Le Château de Kenilworth (1823) che segnò l’inizio della fortunata collaborazione di Auber con Scribe, Le Séjour militaire (1813), che fu un altro insuccesso, Emma, ou La Promesse imprudente (1821),  La Neige, ou Le Nouvel Éginard (1823), La Bergère châtelaine (1820), delle quali si possono ascoltare, oltre all’ouverture anche gli entr’acte, e Le Testament et les Billets doux (1819). L’ascolto di questi brani, sebbene non faccia gridare a dei capolavori dimenticati, tuttavia, permette di conoscere le caratteristiche di queste ouverture ed entr’acte, scritte da Auber con un mestiere comunque di altissima qualità. Nelle ouverture, formalmente strutturate secondo la forma-sonata privata della sezione di sviluppo, dominano danze popolari come la tirolese, presente in quella di Emma, ma anche ritmi puntati e note staccate, tipicamente francesi. Di ottima qualità è l’esecuzione da parte della Czech Chamber Philharmonic Orchestra Pardubice diretta da Dario Salvi che, non solo trova tempi e sonorità adeguati, ma, nella sua concertazione, riesce ad ottenere un suono chiaro che permette di gustare le finezze dell’orchestrazione di Auber.
“La Sirène“, Opéra-comique in tre atti su libretto di Augustin-Eugène Scribe. Jeanne Crousaud (Zerlina). Dorothée Lorthiois (Mathéa). Xavier Flabat (Scopetto). Jean-Noël Teyssier (Scipion). Jean-Fernand Setti (Le Duc de Popoli). Benjamin Mayenobe (Nicolaio Bolbaya). Jacques Calatayud (Pecchione). Pierre de Bucy (Le Grand-Juge). Orchestre des Frivolités Parisiennes. Les Métaboles. David Reiland (direttore). Léo Warynski (maestro del coro). Registrazione live: 26 gennaio 2018 Théâtre Impérial de Compiègne. T. Time: 75′ 22″. 1 CD Naxos 8.660436

Un vero e proprio trionfo arrise alla prima rappresentazione avvenuta il 26 marzo 1844 all’Opéra-Comique, alla Sirène che, composta su libretto di Augustin-Eugène Scribe, rimase in repertorio fino al 1887, arrivando a contare ben 164 repliche. L’opera esercitò un certo fascino anche sul poeta tedesco Heinrich Heine che scrisse: «La sirène fu accolta con strepitosi bravo… Il librettista e il compositore sanno come divertirci in modo piacevole, e anzi incartarci o abbagliarci con i luminosi aspetti del loro spirito». Effettivamente quest’opéra-comique, di cui è protagonista la «sirena» Zerlina, sorella del bandito Marco Tempesta, che si cela dietro l’identità del locandiere Scopetto, musicalmente appare ispirata dal momento che presenta molti motivi orecchiabili e di piacevolissimo ascolto a partire dalla brillante ouverture aperta da un incantevole Adagio il cui materiale melodico è tratto dal quartetto “O bonheur qui m’arrive” del Finale d’atto tagliato in quest’incisione. Purtroppo i tagli, dispiace dirlo, sono la vera pecca di quest’incisione proposta dalla Naxos e non riguardano solo la scelta di eliminare i dialoghi parlati, ma anche alcuni passi all’interno dei numeri musicali. In occasione della ripresa di un titolo raro e di una prima registrazione mondiale ci si sarebbe attesi, se non il ripristino dei dialoghi che avrebbero migliorato comunque la compresione della trama popolata da briganti e contrabbandieri e caratterizzata da scambi di persona, almeno l’esecuzione integrale dei numeri musicali o l’adozione di un’edizione critica. Oltre al suddetto taglio del Quartetto ve ne sono altri sparsi qua e là negli altri numeri della partitura parzialmente giustificati dalla scelta di avvalersi del materiale utilizzato al Théâtre des Arts de Rouen  in occasione di una ripresa di questo lavoro dal 14 aprile a 27 giugno 1849. Fatte salve le perplessità sui tagli e sul materiale musicale utilizzato che forse avrebbe richiesto maggiore attenzione dal punto di vista filologico, la concertazione di David Reiland, sul podio dell’Orchestre des Frivolités Parisiennes, appare adeguata per la scelta dei tempi e delle sonorità che rendono bene il carattere brillante e leggero della partitura. Nel cast vocale si segnala Jeanne Crousaud, una Zerlina pienamente convincente dal punto di vista vocale dal momento che, contando su una bella voce dal timbro chiaro e omogenea sia nei gravi che negli acuti, risolve con disinvoltura le agilità grazie a una solida tecnica. Dotato di un buon mezzo vocale, Jean-Noël Teyssier è uno Scipion del pari convincente grazie a un fraseggio e un’intonazione curati e dà vita con la Crousaud a un bel duetto nel terzo atto (“Je fais mal”). Fraseggio e intonazione curati contraddistinguono la performance sia di Dorothée Lorthiois (Mathéa), brava nella ballade iniziale, sia di Xavier Flabat (Scopetto), anche lui dotato di un buon mezzo vocale, sia di Benjamin Mayenobe (Bolbaya). In ruolo gli altri artisti: Jean-Fernand Setti (Il duca di Popoli), Jacques Calatayud (Pecchione) e buona la prova del coro Les Métaboles ben preparato da Léo Warynski.