Torino, Auditorium RAI, Stagione Sinfonica 2019-2020
Orchestra Sinfonica Nazionale RAI
Coro del Teatro Regio di Parma
Direttore James Conlon
Direttore Martino Faggiani
Soprano Lucia Cesaroni
Mezzosoprano Vivien Shotwell
Gustav Mahler: Sinfonia n. 2 in do minore “resurrezione”
Torino, 24 gennaio 2020
L’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai ha tenuto nei giorni 23 e 24 di gennaio, nell’auditorium di via Rossini di Torino, l’ undicesimo concerto della stagione. In programma la ll° sinfonia (risurrezione) di Gustav Mahler, sotto la direzione del James Conlon, Direttore Principale dell’Orchestra. Nella stagione in corso ci sono già stati 2 concerti dedicati a Mahler: ad inizio gennaio, la IX°sinfonia diretta dal maestro Daniele Gatti e, la scorsa settimana, 6 lieder da Des Knaben Wunderhorn diretti da Michel Tabachnik e cantati da Matthia Görne. Un ulteriore concerto è previsto per il 5-6 marzo, in programma la IV° sinfonia diretta da Fabio Luisi con la voce del soprano Ekaterina Bakanova. Opera immensa la ll° sinfonia, per valore musicale, per durata, oltre 85 minuti, per la consistenza di orchestra e coro, sul palco gli esecutori sono circa 180. L’Orchestra RAI non ha più un coro, sciolto, per ragione economiche, molti di anni fa. Questa mancanza che pone gravi limiti ai programmi delle stagioni, costringe a cercare, quando il pezzo da eseguire lo richiede, collaborazioni esterne all’orchestra. Nelle serate in oggetto ha cantato il Coro del Teatro Regio di Parma, sotto la guida di Martino Faggiani. Mahler ha costruito delle composizioni dall’architettura ardita, complessa e di non facile lettura. Contava certamente sulle proprie capacità direttoriali e sul livello di preparazione delle sue orchestre per districarsene. Ormai da molti anni, anche in Italia, l’esecuzione delle composizioni mahleriane è prassi consueta, con esiti interpretativi di buon livello, avendo raggiunto le nostre orchestre principali capacità tecniche comparabile con la media europea e nordamericana. L’Orchestra RAI ha strumentisti di alto livello che sfoggiano un suono ben timbrato, preciso e compatto negli insieme ed eccellono nei “solo”. All’attacco del primo tempo, violoncelli e contrabbassi si lanciano con risolutezza e affetto nel lungo cammino della sinfonia; la calda specificità del loro suono non ti abbandona neppure a concerto finito. Il compito degli ottoni, in particolare dei corni è estremamente arduo, come quello delle percussioni, ma gli ostacoli e i momenti topici, disseminati in abbondanza in tutti i 5 movimenti, vengono brillantemente superati. Si fanno apprezzare, nei tempi estremi, le fanfare degli 11 corni che sfoggiano una perfetta intonazione, e i cataclismi delle percussioni che pausano le varie sezioni dei due lunghissimi , circa 30 minuti l’uno, movimenti. Nel secondo e terzo movimento, di dimensioni più contenute, circa 12 minuti ciascuno, l’orchestra sfoggia leggerezza, flessibilità e cantabilità. Gli archi e i legni della RAI primeggiano nel panorama italiano. Il vagamente čaikovskyano pizzicato degli archi, nel 2° movimento, colpisce per il tono sommesso e incantato. Il luminoso Lied, Urlicht, che costituisce il 4° movimento, con correttezza ma con fascino contenuto, sgorga dalla voce del mezzosoprano americano Vivien Shotwell. Nel 5° l’intervento del soprano, qui l’italo canadese Lucia Cesaroni, si caratterizza per l’intrigante timbro fanciullesco. Il coro del Regio di Parma, come tutti i cori italiani, eccelle nell’opera e parzialmente delude in concerto. È dato di fatto che i nostri cori non riescono a liberarsi da una certa teatralità che si esplicita nell’individualismo vocale che esalta la drammaticità degli interventi, ma ne inficia l’omogeneità. Ne soffrono: pianissimi che suonano sgranati e troppo “a fuoco”; forti con voci svettanti ma “isolate”. Il livello tecnico dell’OSN Rai deve molto all’esperienza e alla perizia di James Conlon. Il direttore americano ha un repertorio vastissimo che conosce approfonditamente. Non si contano le partiture che dirige a memoria. Nel caso della ll° di Mahler, la partitura è sul leggio, ma il tipo di utilizzo, le pagine Conlon le volta a blocchi, ne suggerisce la quasi inutilità. La conduzione è con libertà di movimenti, non essendoci il vincolo di fissare la carta. Tranne l’avvio del coro “a cappella”, nel finale, che è modellato a mani libere, tutta la sinfonia è condotta con la bacchetta e con gran mobilità di polso. Il braccio sinistro modella sobriamente l’espressione. Gli attacchi sono precisi e anticipati della frazione di tempo che rassicura gli orchestrali. L’interpretazione è in tutto convincente nella scelta dei tempi. Le sonorità sempre controllate. Il pubblico, numerosissimo per l’occasione, commenta l’esecuzione con gli aggettivi: sobrio, elegante, efficace, obiettivo. Successo pieno e convinto per tutti. Foto PiùLuce per Orchestra Rai