“Senza trucco!”… Piero Pretti

Variazioni verbali sull’originale questionario di Marcel Proust. Si racconta il tenore  Piero Pretti.
Si definisca con tre aggettivi…
Ironico, testardo, simpatico.
Qual è il suo segno zodiacale? Si riconosce nei suoi tratti salienti?
Sono del segno della vergine. Ci sono alcuni aspetti della mia personalità che corrispondono, ad esempio sono meticoloso e fedele.
È superstizioso? E se si, riguardo a cosa? Segue qualche particolare rituale a riguardo?
In linea di massima no, non lo sono per nulla, ma mi piace giocare e scherzare su alcuni rituali scaramantici quando sono in mezzo agli altri.
È una persona spirituale? E se si, in che modo?
Sì, penso e sento che oltre il corpo esiste una dimensione “energetica” che investe la nostra psiche, i nostri sentimenti e tutto ciò che non è tangibile e fisico, e con la quale ci confrontiamo tutti i giorni, anche se probabilmente non ne siamo consapevoli.
Che lavoro avrebbe fatto, se non fosse diventato un cantante lirico?
Bella domanda .. oggi direi che mi sarebbe piaciuto essere uno chef, oppure avere un locale come mi è già successo in passato.
La sua famiglia ha influenzato le sue scelte?
No, direi che son stato molto libero nelle mie scelte e supportato.
Qual è il suo ricordo più caro?
La mia infanzia al mare in Sardegna, i pomeriggi nei quali lo scorrere del tempo sembrava lentissimo e le risate con mio padre.
Qual è il profumo che associa alla sua infanzia?
“Fresh-rain smell”, sempre in Sardegna sotto la pineta al mare. Dopo la pioggia estiva si creava una atmosfera suggestiva e si diffondeva un profumo incredibile.. era come essere nelle fiabe.
Qual è il momento in cui si è sentito più orgoglioso?
La nascita di
mio figlio Michelangelo.
Qual è la sua più grande delusione?
Quando cucino un piatto e il peperoncino che ho usato è più piccante di quello che pensassi!
C’è qualcosa che manca nella sua vita attualmente? E se si, cosa?
Non sento che manchi nulla, sono felice, amo la mia famiglia e il mio lavoro. Forse avrei voluto ancora mio padre con me per più tempo e anche qualche amico che ci ha lasciato troppo presto, ma sono contento della mia vita.

Si emoziona facilmente?
Più invecchio  e mi sembra di sentire di più le emozioni…anche se credo di essermi sempre emozionato: o forse, più semplicemente, mi lascio più andare all’emotività!
Che cosa le fa più paura?
Che qualcuno possa soffrire a causa mia.
Che cosa considera noioso?
La stupidità.
Che cosa la fa ridere di cuore?
Un sacco di cose, ad esempio l’umorismo intelligente e sagace di certe persone, l’ironia in genere.
Crede di più nell’amore o nell’amicizia?
Credo che facciano parte della stessa radice, non ritengo che uno dei due sentimenti possa esistere senza l’altro.
Ha un sogno ricorrente?
A periodi sogno di nuotare  nell’aria.
Quanto conta per lei il denaro?
Sarei ipocrita a dire che non conta niente, ma non è certamente una droga.
In che cosa è più spendaccione?
Nel cibo.
Colleziona qualcosa? E se si, come ha iniziato questa collezione?
Colleziono strumenti musicali: la prima chitarra a 11 anni direi, poi non mi son più fermato…
Quali sono le sue letture preferite?
Leggo un po’ di tutto: libri di cucina, di enologia, romanzi, libri che parlano di mare e di navigatori, volumi tecnici sulla navigazione e qualche biografia di personaggi di rilievo.
Quale o quali città sente più vicine al suo modo di essere?
New York; una decina di anni fa circa ebbe un grosso effetto su di me. Amo molto anche Berlino, Parigi e in particolare Cagliari, una città fantastica a misura d’uomo.
Quali sensazioni percepisce quando si esibisce in Italia e quando si esibisce all’estero? Che differenze riscontra fra il pubblico italiano e il pubblico all’estero?
Devo essere sincero, non noto grandissime differenze tra il pubblico italiano e straniero. Forse si può dire che all’estero siano meno legati ad alcuni costumi e cliché tipici del nostro Paese e che questo li renda più “liberi” di godersi uno spettacolo senza troppi condizionamenti.
Qual è il suo colore preferito?
Il giallo.
E il suo fiore preferito?
I tulipani.
Cantante/i preferito/i?
Fabrizio De André.
Qual è il primo disco che ha comprato?
Sono solo canzonette” di Edoardo Bennato.
Il film che ha amato di più?
Sono troppi…adoro il cinema. Potrei citare tra i miei preferiti “Frankestein Junior”, “Blade Runner”, “Platoon”, “Lo squalo”, tutta la saga di “007” e “Guerre Stellari”. Tra le mie passioni anche le commedie francesi, il nuovo cinema italiano e i “Manga” giapponesi.

La sua stagione preferita e perché?
L’estate. Amo il mare, è il mio elemento vitale.
Com’è il suo rapporto con la tecnologia e qual è il gadget elettronico di cui non può fare a meno?
Direi che oggi senza lo smartphone non possiamo vivere. Lo lo uso molto, soprattutto per lavoro.
Qual è il suo atteggiamento verso la televisione?
La guardavo prima della nascita di mio figlio la guardavo…
Com’è il suo rapporto con la politica?
Mi avvalgo del quinto emendamento!
Ha delle cause che le stanno particolarmente a cuore?
L’ecologia, ma mi sembra sempre di non fare abbastanza e alla fine mi ritrovo senza volerlo con una bottiglietta di plastica in mano!
Giorno o notte?
H 24.
Qual è la situazione che considera più rilassante?
Stare in spiaggia sotto l’ombrellone ad ascoltare la risacca del mare.
Ci racconti la sua giornata ideale…
Svegliarmi riposato, balzare giù dal letto, fare colazione, prendere la macchina e iniziare un viaggio.
Qual è la colonna sonora della sua vita di tutti i giorni?
Sono appassionato di hi-fi, ascolto tantissimo e in maniera estremamente varia, da Erik Satie a Paolo Fresu passando per Jeff Buckley e il sitar di Anoushka Shankar, senza davvero nessun limite di ascolto (bugia, mi fermo davanti al trap..)
La vacanza o il viaggio che vorrebbe fare?
Vorrei visitare la Calotta Polare Artica, prima via mare e poi con il gatto delle nevi,  all’insegna dell’avventura totale. Tornerei molto volentieri anche in Nuova Zelanda per qualche mese, soprattutto nell’isola del sud.
Come definirebbe il suo rapporto col cibo?
Adorabile … sono molto curioso nei confronti del cibo e in cucina.
Dieta mediterranea, cucina macrobiotica o fast food?
Tutto tranne che fast food!
Il suo piatto preferito?
La trippa.
Visto che ama cucinare, qual è la sua specialità? E qual è il piatto che cucina più spesso?
Sì, cucino, mi piace molto risottare ma non solo …
Vino rosso o bianco?
E le bollicine dove le lasciamo ?!
Qual è il posto in cui la cucina è la peggiore in assoluto?
Nonostante ci siano anche dei locali dove mangi benissimo, credo sia a New York.
La musica è stata una vocazione?
Penso di sì, ho cercato anche di starle lontano ma mi ha “ripreso per i capelli” e mi sono dovuto arrendere…
Cosa vorrebbe che una persona che non conosce la sua voce ascoltasse?
Miles Davis.. no, scherzo! Ritengo che oggi come oggi il “Werther” di Massenet sia l’opera perfetta per la mia voce.

Ha in cantiere qualche nuovo ruolo da aggiungere al suo repertorio? E se si, quale?
Sì, ho tre nuovi ruoli in cantiere per il 2020: adesso a febbraio sono molto felice di debuttare come Turiddu nella “Cavalleria rusticana” a Chicago col Maestro Muti, poi questa estate sarà la volta di Cavaradossi nella “Tosca” a Macerata e Radamès nell’ “Aida” alla Fenice di Venezia
Come tiene sotto controllo l’evoluzione della sua voce?
Esattamente seguendo la sua evoluzione ed esplorando le possibili escursioni, sempre nell’ottica del rispetto funzionale e fisiologico dello strumento, e poi con tanto studio!
Se le fosse concesso di scegliere un ruolo da cantare, quale sarebbe?
Per assurdo? O nella realtà ? Nella realtà vorrei moltissime volteancora Werther …per assurdo…Otello!
Le piace il successo? Fino a che punto?
Per me significa sentire il pubblico felice. Questo mi piace e mi gratifica, così come apprezzo far musica insieme, sentire che un’orchestra non si limita ad accompagnare un cantante ma suona con lui.
Che cosa fa un’ora prima di salire sul palco?
Bevo acqua e scaldo la voce.
Che cosa non manca mai nel suo camerino?
Acqua fresca, sali minerali, qualche caramella, lo spartito.
Che cosa pensa quando si guarda nello specchio?
Sto invecchiando!
Il suo umore al momento?
M
olto sereno.
Qual è il suo motto?
Canta che ti passa!”