Italian & English version
Variazioni verbali sull’originale questionario di Marcel Proust. Incontriamo il tenore Nicholas Phan, in occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro discografico Nadia & Lili Boulanger: Clairières, edito da Avie Records.
Si definisca con tre aggettivi…
Concentrato, divertente e meditabondo.
Qual è il suo segno zodiacale? Si riconosce nei suoi tratti salienti?
Sono un Capricorno e mi mi riconosco nei suoi tratti salienti. Sono un vero e proprio stacanovista e ottengo buoni risultati quando ricopro incarichi di responsabilità (forse è per questo che ho dato il meglio di me come co-fondatore del Collaborative Arts Institute di Chicago). Ho anche una vena forte e indipendente, che forse giustifica il fatto che abbia amato molto lavorare ai miei dischi per etichette indipendenti.
È superstizioso? E se si, riguardo a cosa? Segue qualche particolare rituale a riguardo?
Non particolarmente… tuttavia mia assicuro di ripetere una serie di affermazioni quando sono nel mio camerino, prima di entrare in scena per esibirmi. Penso che sia importante emanare una certa energia positiva prima di esibirsi.
È una persona spirituale? E se si, in che modo?
Decisamente – credo fermamente nell’idea che ci sia qualcosa di più grande di noi là fuori, benché non sia molto sicuro di cosa sia. Cerco per lo più di connettermi a questo qualcosa attraverso la meditazione e la consapevolezza quanto meglio posso, ogni giorno della mia vita.
Ha mai invidiato qualcuno? E se si, chi?
Certo che si! Non sono un santo! Credo che l’invidia sia utile solo se è un segnale che la tua mente e il tuo cuore ti stanno mandando per dirti e mostrarti ciò che desideri. Credo che ci siano molte opportunità nella vita e cerco di stare lontano da una mentalità fondata su limitatezza e paura. Quando sono invidioso, cerco di fare il punto della situazione con me stesso e di capire cosa mi porta a esserlo. Una volta che mi son chiarito le idee a riguardo, cerco di canalizzare le mie energie positivamente, pensando alle opportunità positive che mi potranno essere offerte, oltre a cercare di essere sempre grato per la moltitudine di cose positive che già sto vivendo. Una specie di attitudine del tipo: “Grazie!…ma per favore, datemene delle altre!”
Che lavoro avrebbe fatto, se non fosse diventato un cantante lirico?
Ho sognato di essere un musicista sin da quando avevo undici anni. Prima di capire che il canto era la mia strada, il mio sogno era di diventare un violinista per la Chicago Symphony. Si immagini la mia sorpresa quando mi sono ritrovato a fare il mio debutto professionale con loro, cantando Iopas in Les Troyens di Berlioz, undici anni dopo.
La sua famiglia ha influenzato le sue scelte?
Decisamente! Mio padre è un appassionato di musica classico e un grande audiofilo. Negli anni della mia crescita, la casa risuonava sempre di musica classica e ho cominciato a studiare musica perché i miei genitori, in occasione del mio quarto compleanno, mi regalarono un violino.
Qual è il suo ricordo più caro?
I miei ricordi più cari sono forse quelli legati alle estati passate al Marlboro Music Festival dove sono stato sufficientemente fortunato da immergermi in settimane di prove di musica da camera e canzoni con alcuni dei più grandi musicisti a livello mondiale. Alcune delle mie amicizie più care sono nate durante quelle estati, in cui sono riuscito a riconnettermi al mio amore profondo per la musica, in un momento in cui il mio rapporto con questa carriera era teso, esausto e disperatamente bisognoso di una ripartenza.
Qual è il profumo che associa alla sua infanzia?
L’odore dell’aria di Nafpaktos, in Grecia, che è il luogo da cui proviene la famiglia di mia madre e dove soggiornavamo per un mese ogni estate quando ero bambino: un odore che è una combinazione di mare, cedro e terra di montagna.
Qual è il momento in cui si è sentito più orgoglioso?
Il giorno di S. Valentino del 2009, sono stato chiamato improvvisamente (3 ore prima del concerto!)a sostituire un collega per cantare in Die Schöpfung di Haydn alla Carnegie Hall con l’Orchestra of St. Luke’s diretta da Helmuth Rilling. Avevo cantato questa partitura solo una volta, in inglese, molti anni prima, quando ancora studiavo, ora invece era nella versione originale in tedesca che ho dovuto studare in tutta fretta. Fortunatamente è andato tutto bene, è stata una vera e proria sfida con me stesso. Non sapevo di poter dare il meglio di me anche in un caso quasi estremo come questo. Più che in altre sistuazioni precedenti, questa, mi è serviata molto per valutare le mie capacità, anche in termini di lucidità ed energia.
Qual è la sua più grande delusione?
Cerco di non indulgere sulle delusioni, in quanto sono inevitabili quando si conduce una vita dedicata alla musica. Credo che sia più importante restare concentrati sui momenti positivi ed emozionanti della vita e sono deciso a mantenere una mentalità da “bicchiere mezzo pieno”.
C’è qualcosa che manca nella sua vita attualmente? E se si, cosa?
C’è?… Forse, ma mi guardo bene dal dirlo. Ho una vita abbastanza piena – ho amici meravigliosi, una famiglia, amore, musica, buon cibo, buon vino e opportunità musicali incredibili. Ancora una volta, posso solo ringraziare e sperare in ancora di più.
Si emoziona facilmente?
Posso emozionarmi abbastanza facilmente – penso che una parte dell’essere artista sia rimanere in contatto con le proprie emozioni.
Che cosa le fa più paura?
Commettere errori. Me è inevitabile – quindi cerco costantemente di essere indulgente con me stesso, rialzarmi e ricominciare quando commetto qualche sbaglio.
Che cosa considera noioso?
I cantanti e i musicisti che non ricordano che la tecnica è un mezzo e non un fine e che essa dovrebbe servire solo per permetterci di raggiungere la migliore forma di espressione possibile.
Che cosa la fa ridere di cuore?
I miei errori… a volte.
Crede di più nell’amore o nell’amicizia?
Amo i miei amici profondamente. Non so se c’è differenza fra le due cose. Ma in qualsiasi caso, penso sia importante avere abbondanza di amore, sia romantico che platonico, nella vita di ciascuno.
Ha un sogno ricorrente?
Di arrivare a un concerto, senza avere tempo per le prove.
Quanto conta per lei il denaro?
Abbastanza importante – il denaro è ciò che mi permette di fare arte. Fra l’aver partecipato alla fondazione del CAIC di Chicago e la produzione dei miei progetti discografici, ho dovuto imparare tanto circa la ricerca di fondi. La cosa più importante sull’arte, che ho imparato attraverso la ricerca di finanziamenti, è il perché è importante avere una chiara visione artistica e una missione alla base del mio essere un musicista.
In che cosa è più spendaccione?
Cibo e vini di qualità.
Colleziona qualcosa? E se si, come ha iniziato questa collezione?
CD e libri! Adoro la mia biblioteca personale, che ho iniziato a mettere assieme sin da quando ero adolescente. In quest’era digitale, io amo ancora avere libri cartacei e non riesco a separarmi dalla mia collezione di CD.
Quali sono le sue letture preferite?
Leggo un po’ di tutto, sia fiction che saggistica. Ho un debole per la sci-fi. Due dei miei libri preferiti sono di Ursula K. Le Guin: The Left Hand Of Darkness e The Dispossessed.
Quale o quali città sente più vicine al suo modo di essere?
San Francisco – è dove ho scelto di vivere da cinque anni a questa parte ed è il posto in cui mi sono sentito più a casa nella mia vita da adulto.
Qual è il suo colore preferito?
Blu o rosso.
E il suo fiore preferito?
Il tulipano.
Cantante/i preferito/i?
Anthony Rolfe Johnson, Susan Graham, Leontyne Price, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, John Mark Ainsley, Cecilia Bartoli, Dame Janet Baker. Un elenco che potrebbe continuare.
Qual è il primo disco che ha comprato?
“Into The Woods” di Stephen Sondheim.
Il film che ha amato di più?
“Sei Gradi di Separazione” o “L’Impero Colpisce Ancora”… a seconda del momento, dipende dall’umore. Amo molto anche “Il Favoloso Mondo di Amélie”.
La sua stagione preferita e perché?
L’estate… a San Francisco, dove non fa troppo caldo. Amo questa stagione perchè tutti sembrano più rilassati.
Com’è il suo rapporto con la tecnologia e qual è il gadget elettronico di cui non può fare a meno?
Sono leggermente dipendente dai miei dispositivi Apple (MacBook, iPad e iPhone)… Ce l’ho messa tutta ultimamente per combatterla, perché sento che mi distrae molto facilmente dal vivere il presente e la cosa non mi piace per niente. È troppo facile allungare la mano per prendere il telefono al mattino quando mi sveglio – ma sento di essere disposto meglio ad affrontare la giornata quando non prendo in mano il cellulare al mattino e aspetto di aver meditato, scritto il mio diario ed essermi preparato la colazione e il caffé. Comunque è un processo in evoluzione…
Qual è il suo atteggiamento verso la televisione?
Adoro la TV! Netflix e Amazon Prime mi tengono buona compagnia quando sono in viaggio e mi sento solo nella mia camera d’albergo.
Com’è il suo rapporto con la politica?
Abbastanza teso ultimamente, ad essere onesto. Trovo che vi sia un un senso di ira, rabbia, frustrazione e paura. Nonostante comprenda e mi riconosca in questi sentimenti (e li provi io stesso), non sono sicuro che per andare avanti si possa indulgere in questa emotività. Spero e prego per una guarigione spirituale e una maggiore compassione, evolvendoci come esseri umani e come società globale.
Ha delle cause che le stanno particolarmente a cuore?
Le cause legate alla comunità LGBQT+ sono molto importanti per me. Trovo incredibile la sofferenza causata in tutto il mondo dalla chiusura mentale della gente, dal bigottismo e dall’odio verso le persone LGBQT+. Ho sentito l’importanza di essermi dichiarato gay – principalmente perché penso sia una mia responsabilità in quanto personaggio pubblico. Credo sia importante mostrare alle altre persone LGBQT+ non dichiarate, che il “coming out” migliora di molto la vita, prima di tutto con se stessi!
Giorno o notte?
Mi piace lavorare di giorno e vivere la sera con gli amici e le persone care. Preferisco i “matinée” molto più di molti dei miei colleghi…
Qual è la situazione che considera più rilassante?
Cucinare per i miei amici.
Ci racconti la sua giornata ideale.
Trascorrere un giorno a casa, fra un impegno e l’altro. In questa giornata ideale, mi sveglio, medito, scrivo il mio diario, preparo la colazione, lavoro al pc fino a mezzogiorno. Vado a lezione di yoga, dopodiché, pranzo, lavoro ancora un po’ e mi dedico allo studio musicale per due o tre ore nel pomeriggio. Verso le sei, amo preparare la cena per i miei amici o per il mio compagno, per poi guardare un film, seduti sul divano.
Qual è la colonna sonora della sua vita di tutti i giorni?
Inizio pressoché ogni giornata con una cantata di Bach.
La vacanza o il viaggio che vorrebbe fare?
Le mie vacanze preferite consistono nell’affittare una bella villa con piscina a Sonoma County, in California. Passiamo le giornate rilassandoci, leggendo, forse degustando vini o facendo il bagno in piscina. Di sera, prepariamo la cena tutti insieme e beviamo i vini che abbiamo comprato.
Come definirebbe il suo rapporto col cibo?
Amo il cibo.
Dieta mediterraneanea, cucina macrobiotica o fast food?
Dieta mediterranea.
Il suo piatto preferito?
È una gara fra pasta e ravioli cinesi. In genere, mi piacciono i piatti semplici, cucinati con ingredienti di qualità. Fortunatamente in California la produzione alimentare è ottima, quindi riesco piuttosto spesso a mangiare come amo.
Sa cucinare? Qual è la sua specialità? E qual è il piatto che cucina più spesso?
Si, so cucinare! Non ho una specialità, ma sono bravo con la pasta… e con i ravioli cinesi.
Vino rosso o bianco?
Entrambi….ma anche il rosé e lo champagne.
Qual è il posto in cui la cucina è la peggiore in assoluto?
La caffetteria del campo estivo in cui andavo quando ero alle superiori.
La musica è stata una vocazione?
Si. Ho sempre sentito la chiamata a essere un musicista.
Cosa vorrebbe che una persona che non conosce la sua voce ascoltasse?
Le parole che sto cantando.
Come tiene sotto controllo l’evoluzione della sua voce?
La registro MOLTO SPESSO. La tecnologia attualmente presente nei nostri cellulari è meravigliosa. La possibilità di registrarsi con tanta facilità è una risorsa di grande valore.
Se le fosse concesso di scegliere un ruolo da cantare, quale sarebbe?
Tom Rakewell in The Rake’s Progress.
Le piace il successo? Fino a che punto?
Certo che si! È sempre un sollievo quando qualcosa ha successo.
Che cosa fa un’ora prima di salire sul palco?
Mi riscaldo con una serie di esercizi vocali, medito, studio il mio spartito e indosso i costumi di scena.
Che cosa non manca mai nel suo camerino?
Me stesso….
Che cosa pensa quando si guarda nello specchio?
“Sto bene?”
Il suo umore al momento?
Sono concentrato. Sto per uscire per andare a esibirmi con il San Francisco Symphony fra un paio d’ore.
Qual è il suo motto?
L’unico momento in cui tutto ha senso in maniera coerente è quando canto.
Define yourself with three adjectives…
Focused, Fun and Pensive.
What is your star sign? Do you recognize yourself in its features?
I’m a Capricorn. And yes, I do recognize myself in its features. I am very much a workaholic and do well in leadership positions (perhaps part of why I’ve thrived as one of the co-founders of Collaborative Arts Institute of Chicago). I’ve also got a strong independent streak, which is perhaps why I’ve enjoyed my indie recording projects so much.
Are you superstitious? And if yes, about what? Is there any particular ritual related?
Not particularly…however I do make sure to do affirmations in my dressing room before walking onstage to perform. I think it’s important to send out that positive energy into the world before stepping out to sing.
Are you a spiritual person? And if yes, in what way?
Definitely – I believe very strongly in the idea that there is something larger than us out there, although I am not very sure what that is. I mostly try to connect to that through meditation and mindfulness as best I can each day.
Have you ever envied someone? And if yes, who?
Of course! I’m not a saint! I have envied many people! However, I always believe that envy is only useful as a sign of your mind and heart telling showing you what it is that you desire. I believe that there are many opportunities out there, and try to stay away from a mindset of scarcity and fear. Whenever I feel envious, I try to check in with myself to see what it is about the situation I’m envious of that I desire. Once I am clear on that, I try to channel my energy towards thinking positively that similar opportunities will come to me, as well as try to stay in a place of gratitude for the multitude of opportunities that I am lucky enough to already have. A sort of, “Thank you! More please” mindset.
What would you have done, hadn’t you become an opera singer?
I am not sure, to be honest. I’ve dreamt of being a musician since I was 11 years old. Before I realized singing was my path, my dream was to be a violinist in the Chicago Symphony. Imagine my surprise when I found myself making my professional debut with them performing Iopas in Berlioz’ Les Troyens, just 11 years later!
Did your family influence your choices?
Very much so. My father is a passionate lover of classical music and a huge audiophile. Growing up, the house was always filled with the sound of classical music, and I began studying music, because my parents gave me a violin for my 4th birthday.
Which is your most cherished memory?
My most cherished musical memories are perhaps my summers spent at the Marlboro Music Festival, where I was fortunate enough to immerse myself in weeks of rehearsals of chamber music and song with some of the world’s greatest musicians. Some of my most cherished friendships stem from these summers, and it was where I was able to reconnect with my deep love of music during a time when my relationship with this career was fraught, exhausted, and desperately in need of a re-boot.
What’s the smell you associate with your childhood?
The smell of the air in Nafpaktos, Greece, which is where my mother’s family comes from and where we would spend a month each summer as children. It’s a smell of the sea, cedar and dust from the mountain.
What’s the moment you felt the proudest?
On Valentine’s Day of 2009, I stepped in for a performance of Haydn’s Die Schöpfung at Carnegie Hall with the Orchestra of St. Luke’s and Helmuth Rilling on just three hours’ notice, because a colleague fell ill that morning. I had only sung the piece once in English when I was a student many years before, and the performance was in the original German, so I had to learn it extremely quickly. The performance went really well, and is perhaps some of the most fun I’ve had making music on stage. I didn’t know that I could thrive under that kind of pressure until that night, and I learned a lot about just how much I am really capable of at that concert. It turned out to be so much more than I had previously known.
What’s your greatest disappointment?
I try not to linger on disappointments, as they are inevitable in a life in music. I feel it’s more important to try to stay focused on the highs and exciting moments in this life, and am very intentional about trying to keep a ‘glass-half-full’ mentality.
Is there anything missing in your life today? And if yes, what?
Probably? But I am hard-pressed to tell you what! My life is quite full – filled with wonderful friends, family, love, music, good food, good wine and wonderful musical opportunities. Again – all I can say is “Thank you! More please!”
Do you get emotional easily?
I can get emotional fairly easily – I think part of being an artist is doing your best to stay in tune with your emotions!
What are you afraid of the most?
Making mistakes. But this is inevitable – so I’m constantly getting practice learning to be compassionate towards myself and getting up and trying again whenever these mistakes occur.
What do you find boring?
Singers and musicians who forget that technique is a means to an end, and that is should only serve to enable us to achieve the greatest expression possible.
What makes you laugh heartily?
My mistakes…sometimes.
Do you believe more in love or friendship?
I love my friends deeply. I don’t know that I see a difference between the two. But either way, I think it’s important to have both romantic and platonic love in copious amounts in one’s life.
Do you have a recurrent dream?
That I have arrived at a gig, but there was no rehearsal period.
How important is money to you?
Pretty important – money is what enables me to make art. Between having co-founded the art song institute in Chicago (CAIC) and producing my recording projects, I’ve had to learn a lot about raising money. The most important thing about art that I’ve learned through the process of raising money is why it is important to have a clear artistic vision and a mission behind my music-making. Without those things, what we do doesn’t matter.
Which is the item you like spending money on the most?
Great food and wine.
Do you collect anything? And if yes, how did this collection start?
CDs and books! I love my library, and it’s something that I’ve been building since I was a teenager. In this age of digital media, I still love having paper books, and I can’t bring myself to give up my CD collection.
Which are your favorite readings?
I love reading lots of things, both non-fiction and fiction. I also have a penchant for sci-fi. Two of my favorite books are by Ursula K. Le Guin: The Left Hand of Darkness and The Dispossessed.
Which city or cities do you relate to the most?
San Francisco – it’s my chosen home of the last 5 years, and it is the place where I have felt most at home in my adult life.
What’s your favorite color?
Blue or Red.
And your favorite flower?
Tulips.
Your favourite singer(s)?
Anthony Rolfe Johnson, Susan Graham, Leontyne Price, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, John Mark Ainsley, Cecilia Bartoli, Dame Janet Baker, the list goes on…
Which is the first record you ever bought?
Into the Woods, by Stephen Sondheim.
The film you love the most?
Six Degrees of Separation or The Empire Strikes Back…it’s a toss-up and depends on my mood. I also am very fond of Amélie.
Your favorite season and why?
Summer…but in San Francisco, where it isn’t too hot. I love Summer, because everyone seems a bit more relaxed during the summers.
How is your relationship with technology and what is the electronic gadget you can’t do without?
I am a bit addicted to my apple devices (laptop, iPad and iPhone)…I’ve been working very hard to break this addiction lately, because I feel it can too easily pull me out of the present moment and out of my center, which I don’t like. It’s too easy to reach for the phone upon waking up in the morning – but I find I’m set up so much better for the day when I don’t do this, and wait until I’ve meditated, written my morning pages and made myself some coffee and breakfast. This is a process, however…
How’s your attitude towards TV?
I love TV! Netflix and Amazon Prime keep be good company when I am on the road and feeling lonely in hotel rooms…
How is your relationship with politics?
It’s quite fraught these days, to be honest. There is so much anger, rage, frustration and fear in the world now. While I understand this and empathize with these feelings (even feel them myself), I am not sure that the path forward lies in this emotional space. I hope and pray for healing and increased compassion as we continue to progress as a human, world-wide society.
Do you have causes that are very important for you?
LGBTQ+ causes are very important to me. The amount of suffering caused worldwide by people’s closed-mindedness, bigotry and hatred of LGBTQ+ people is incredible to me. I’ve felt strongly that it’s important to open about being gay throughout my career – mostly because I feel it’s part of my responsibility as a public person. It’s important to show other LGBTQ+ people who are still in the closet that it does indeed get better.
Day or night?
I like to work during the day. But I also love spending time with friends and loved ones at night. This means that I like matinees more than most of my colleagues…
Which is the situation you consider the most relaxing?
Cooking a meal for friends.
Tell us your ideal day.
My ideal day is a day in which I am home, in between engagements. In these ideal days, I wake up, meditate, write my morning pages, make breakfast and then do some administrative work at my computer until noon. Then at noon, I go to a yoga class. After, I have lunch, work a bit more, and then study music for 2-3 hours in the afternoon. Around 6, I love to make dinner for friends or my boyfriend, and we watch a movie at home on the couch.
What’s the soundtrack to your everyday life?
I start almost every day listening to a Bach cantata.
The holiday or the trip you’d like to take?
My favorite holidays are ones where I rent a beautiful home with a pool in Sonoma County, CA. We spend the days relaxing, reading, perhaps doing wine-tastings, or floating in the pool. In the evenings, we make dinner as a group and drink all the wine we purchased!
How would you define your relation with food ?
I love food.
Mediterranean diet, macrobiotics or fast food?
Mediterranean.
Your favourite dish?
This is a toss-up: it’s either pasta or Chinese dumplings. In general, I just love simple, rustic dishes that are made with quality ingredients. We are lucky in California to have wonderful produce, so I get to experience this quite often here.
Can you cook? What’s your specialty? And what’s the dish you cook more often?
Yes. I don’t really have any specialties, but I do make good pasta…and I do make good Chinese dumplings!
Red or white wine?
Both. And Rosé. And champagne.
Which is the place where cooking is the worst ever?
The cafeteria of my summer music camp in high school.
Was music a vocation?
Yes. I have always felt called to be musician.
What would you want someone who doesn’t know your voice to listen to?
The words I’m singing.
How do you monitor the evolution of your voice?
I record myself a LOT. The technology that is in our phones now is amazing, it’s such a valuable resource to be able to record yourself so easily.
If you were granted the chance to chose a role, which one would it be?
Tom Rakewell in The Rake’s Progress.
Do you enjoy success? To which extent?
Yes! It’s always such a relief when something is successful!
What do you do an hour prior to going on stage?
I warm up with a set of vocal exercises, meditate, study my score, and put on my performance clothes.
What’s never missing in your dressing room?
Me.
What do you think of when looking at yourself in the mirror?
Do I look ok?
Your mood at the moment?
Focused. I am about to leave for a performance with the San Francisco Symphony in a couple of hours.
What’s your motto?
The only time it all consistently makes sense is when I sing.
Versione italiana a cura di Paolo Tancredi.