Napoli, Basilica Reale e Pontificia di San Francesco di Paola
Ensemble vocale – strumentale “Le Musiche da Camera”
Soprano maschile Francesco Divito
Mezzosoprano Rosa Montano
Violino di concerto Egidio Mastrominico
Violino barocco Giovanni Rota
Traversiere Renata Cataldi
Basso continuo: violoncello Leonardo Massa, clavicembalo Debora Capitanio
Carmine Giordano: “Sperno Grecem Quaero Natum”, duetto dal Mottetto in Pastorale a due voci ed archi; Anonimo Napoletano: Pastorale II a due violini e basso continuo; Gennaro Manna: “In Nativitate Domini”, Lectio prima Secondo Notturno a voce sola di soprano con violini; “In Nativitate Domini”, Lectio seconda Secondo Notturno a voce sola di alto con violini; Antonio Servillo: Concerto per flauto traverso, violini e basso; Nicola Sabatino: “Te Deum” a due voci con strumenti.
Napoli, 28 dicembre 2019
Nella sagrestia papale della basilica di San Francesco di Paola di Napoli, l’ensemble di strumenti d’epoca Le Musiche da Camera, diretto dal violino di concerto Egidio Mastrominico, ha eseguito un programma di antica ed inedita bellezza, per il concerto In Nativitate Domini – Musiche per il Santo Natale nella Napoli del ‘700. La longeva formazione vocale e strumentale si è cimentata nell’esecuzione di rare composizioni sacre della Scuola napoletana settecentesca, col soprano Francesco Divito e col mezzosoprano Rosa Montano. Il soprano, con umana espressività, morbidezza del registro acuto e gradevolezza della linea di canto, ha in particolare brillato nella Lectio prima Secondo Notturno a voce sola di soprano di Gennaro Manna, e nel Te Deum a due voci di Nicola Sabatino, sfoggiando anche la naturale ed elegante propensione al canto virtuosistico, scevro d’inutili appariscenze. La sicurezza tecnica è la chiave di volta d’una esecuzione tutta orientata all’omogeneità dei registri vocali e ad un incisivo senso di fraseggio. Voce caratterizzata in funzione dell’aspetto “affettivo”, soprattutto nelle cadenze e nelle diminuzioni, senza scadere nella retorica musicale d’un Settecento di maniera. Una calda spiritualità affinata anche dall’ensemble nel discorso strettamente strumentale, timbricamente ricco e assai duttile, come nell’anonimo Pastorale II; uno strumentalismo finemente architettato, sottratto ad una fruizione superficiale o distratta, e scandagliato in ogni dettaglio attraverso il recupero della prassi esecutiva settecentesca. Accativante spigliatezza ritmica ed abbandoni meditativi hanno interessato anche il Concerto per flauto traverso, violini e basso di Antonio Servillo, nella sua prima esecuzione in tempi moderni, colla parte del traversiere significativamente eseguita dalla curatrice medesima della trascrizione della composizione, la musicologa Renata Cataldi; ella è riuscita a sottolineare quella duttilità esecutiva e virtuosistica che rende lo strumento particolarmente incline ad evocare ed imitare gli accenti della musica vocale. Articolato in tre movimenti (allegretto, largo cantabile, allegro) carichi di suggestioni melodiche, si tratta d’un concerto inedito in do maggiore d’un autore napoletano della cui biografia si sta occupando la stessa Cataldi, impegnata già da qualche anno nella realizzazione di un ampio progetto di ricerca e di pubblicazione di musiche inedite per flauto in prima edizione moderna per la casa editrice Ut Orpheus, ampliando ed arricchendo l’interessante repertorio flautistico napoletano barocco. Francesco Divito, nel duetto proveniente dal Mottetto in Pastorale a due voci ed archi di Carmine Giordano e nel Te Deum, è stato correttamente affiancato dal mezzosoprano Rosa Montano, che ha saputo trarre benefici anche dalla parte solistica, superbamente caratterizzata, della Lectio seconda Secondo Notturno di Gennaro Manna; affrontata dalla cantante con voce tecnicamente preparata, con il gusto, musicalità, proprietà stilistica e in piena sintonia con l’accompagnamento strumentale. Il concerto ha chiuso la rassegna di Convivio Armonico 2019, nella sua XVIII edizione, curata dall’associazione Area Arte, importante centro di ricerca che si propone la riscoperta, la tutela e la valorizzazione di composizioni inedite o poco conosciute di compositori napoletani dei secoli XVII e XVIII. Lodevole iniziativa quella di riconsegnare ai Napoletani ciò che è stato il loro trionfo: la musica.