Samuel Barber (1910-1981), Hermit Songs, Op. 29 (1953); Jake Heggie (n. 1961), These Strangers (2018); How Well I Knew the Light (2000); Carlisle Floyd(n. 1926), The Mystery: Five Songs of Motherhood (1960); Aaron Copland (1900-1990), Four Early Songs (published posthumously in 1998); Gordon Getty (n. 1933), Goodbye, Mr. Chips (2018); Three Welsh Songs (2002); Deep River (2018); Danny Boy (2018). Melody Moore (Soprano). Bradley Moore (Pianoforte). Registrazione: Mechanics Hall, Worcester, MA, USA, settembre 2018. T. Time: 82′ 38″ 1 CD Pentatone PTC5186770
Pubblicata dall’etichetta Pentatone, An american Song Album è un’interessantissima proposta discografica che vede riuniti in un’unica antologia ben 31 liriche da camera composte da alcuni tra i più importanti compositori americani, in maggioranza viventi. In questa ricca antologia senza tempo e senza confini, essendo rappresentati nei testi di epoche diverse la New e la Old England, il Cile e il Galles, accanto ai nomi di Samuel Barber (1910-1981) e Aaron Copland (1900-1990) figurano quelli di compositori ancora viventi come Jake Heggie (n. 1961), Carlisle Floyd (n. 1926) e Gordon Getty (n. 1933). Il programma del Cd si apre con Hermit songs, un ciclo di 10 liriche, composte da Samuel Barber tra il 1952 e il 1953 ed eseguite per la prima volta il 30 ottobre 1953 con il compositore al pianoforte e l’interpretazione di Leontyne Price, i cui testi, tratti da scritti di fonti monastiche irlandesi dell’VIII e del XIII sec., presentano temi fondamentalmente di carattere religioso. Il programma prosegue con due raccolte abbastanza recenti di Jake Heggie, These strangers (2018), un ciclo di quattro liriche su testi di Emily Dickinson, Frederick Douglass, Martin Niemöller e Walt Whitman che, composto per il soprano Hannah Kidwel e il pianista Christina Giuca, è una triste e intensa meditazione sul senso di estraneità dell’uomo nei confronti del mondo moderno, e How Well I Knew the Light (2000), due liriche che si configurano come una meditazione sulla condizione umana e sulla morte. Tematiche diverse, come il matrimonio, la maternità e le sue conseguenze, informano la raccolta The Mystery di Carlisle Floyd, composta nel 1959 per il soprano Phyllis Curtin e costituita da 5 liriche su testi, tradotti in inglese da Anita Fleet, della poetessa cilena, premio nobel per la letteratura, Lucila Godoy y Alcayaga, che si firmava con lo pseudonimo di Gabriela Mistral. Chiudono il programma Four Early Songs che, composte su testi di Aaron Schaffer, presentano svariate situazioni passando dalle atmosfere impressionistiche di Night e di A Summer Vacation al sensuale erotismo di ascendenza araba di Alone, e alcuni lavori recenti di Gordon Getty particolarmente adatti alla voce di Melody Moore che, secondo quanto affermato dal compositore americano, è «ricca, ma totalmente naturale». Si adatta particolarmente alla voce dell’artista Goodbye, Mr. Chips che, scritta nel 2018 su un testo dello stesso Getty, il quale ha adattato una novella dello scritto ingrese James Hilton, rappresenta il personaggio di Kathy, una docente di scuola di buon cuore nella quale la Moore sembra quasi incarnarsi. Dotata di una voce abbastanza omogenea con un bel registro centrale e acuti squillanti, la Moore interpreta questo repertorio con grande sensibilità e attenzione al testo mettendono in risalto le peculiarità espressive attraverso anche una solida linea di canto e un ottimo uso delle mezzevoci. Le sue intepretazioni risultano particolarmente espressive per l’attenzione prestata dall’artista alle dinamiche che valorizzano il contenuto del testo. Al pianoforte Bradley Moore non solo accompagna con attenzione alla voce, ma si integra con essa dando vita a un prodotto di ottima qualità musicale.