Napoli, Teatro di San Carlo, Stagione d’opera e danza 2018/19
“LADY, BE GOOD!”
Musical in due atti, Libretto di Guy Bolton e Fred Thompson
Musica di George Gershwin, Lyrics di Ira Gershwin
Libretto di Guy Bolton e Fred Thompson
Susie Trevor JENI BERN
Dick Trevor NICHOLAS GARRETT
Josephine Wanderwater MANUELA CUSTER
Watty Watkins TROY COOK
Bertie Bassett JONATHAN GUNTHORPE
Daisy Parke SUSANNA WOLFF
Jeff White CARL DANIELSEN
Jack Robinson DOMINIC TIGHE
Shirley Vernon LYNETTE TAPIA
Rufus Parke JOSEPH SHOVELTON
Manuel Estrada FRANCESCO CORDELLA
Un uomo, un poliziotto FIORENZO MADONNA
Orchestra, Coro e Corpo di ballo dell Teatro di San Carlo
Direttore Timothy Brock
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Regia Emilio Sagi
Scene Daniel Bianco
Costumi Jesús Ruiz
Coreografie Nuria Castejon
Luci Eduardo Bravo
Produzione del Teatro de la Zarzuela di Madrid
Napoli, 23 novembre 2019
Un musical al San Carlo. Scelta azzardata, si sarebbe detto. Ed invece, guardare i napoletani, abituati a Donizetti e Rossini, fischiettare e canticchiare i ritornelli di alcune canzoni, all’uscita del teatro, è stato un piacere. Tutti travolti dai ritmi sincopati, dai brani dall’andamento danzante, dalle citazioni di charleston e dalle influenze del jazz della deliziosa gemma dei fratelli Gershwin: Lady, Be Good!, che ebbe felicissimo battesimo il 1° dicembre del 1924, al Liberty Theatre di New York. Si tratta d’un lavoro sospeso tra tradizione ed innovazione, soprattutto per gli evidenti legami coll’operetta viennese, e l’americanizzazione d’un genere musicale inglese, il musical. Tra gli stucchi dorati e i velluti rossi della Napoli belcantistica, approda questo piccolo capolavoro, con regia affidata ad Emilio Sagi, scene progettate da Daniel Bianco, e luci di Eduardo Bravo, delicate e rarefatte.
Il regista decanta il pregio delle piccole cose, delle cose genuine, infarinate d’una fiabesca falsità, d’una evidente e piacevole ipocrisia. Fissa in poche immagini la piccineria d’una società piccolo-borghese, abbandonata alla fiaba: romantiche bamboline danzanti, marionette convenzionali e standardizzate vengono inserite nella nota mondanità degli anni Venti. Impianti architettonici dalle nette e compatte forme geometriche, e dalle linee aggraziate ed eleganti, danno forma a salotti bardati a festa, ravvivati dalle travolgenti e brillanti coreografie di Nuria Castejon, all’insegna però della beata sobrietà, accennanti al charleston e al tip-tap. Sul podio napoletano, Timothy Brock. Egli mira alla costituzione d’un continuum timbrico. Una idea di totalità ininterrotta, determinata dalla intersostituibilità dei vari strumenti: così, trombe e voci microfonate finiscono per assomigliarsi. Ovviamente, all’espressività degli archi fa da contrappeso la materialità dei fiati. Brock, inoltre, fa emergere tutto il lirismo e tutta la malinconia dei Gershwin da sotto la coperta dell’apparente ottimismo fiabesco. Ottimo esito per la compagnia di canto, avvolta negli abiti di Jesús Ruiz, tipici della Belle Époque: paillette sgargianti, particolari guarnizioni che fanno da ornamento a raffinate capigliature, nastri, pizzi e ricami. Il soprano Juni Bern, dalla vocalità particolarmente calda e piena, instilla nella spigliata ma malinconica Susie Trevor, un temperamento teatrale degno del ruolo, favorendo una caratterizzazione elegiaca, patetica del personaggio. Voce deliziosa, dalla spiegata e superba musicalità, trae vantaggi dalla commovente canzone The Man I Love (Atto II), affrontata con appropriato abbandono lirico e sentita capacità di recitazione. Parimenti convincente il basso-baritono Nicholas Garrett. La voce, dal timbro chiaro e brillante e dall’elegante cantabile, gli consente di trasfondere in Dick, affrontata con romantica signorilità. Travolgente l’interpretazione del baritono Troy Cook (Watkins). Sfoggia una voce dal bel colore, piena, che gli consente di cantare con opportuna ironia il travolgente e fischiettante brano che dà il titolo all’opera, Lady, be good! (Atto I). Buone le prove vocali e teatrali di Manuela Custer (Josephine Wanderwater), Jonathan Gunthorpe (Bertie Bassett), Susanna Wolff (Daisy Parke), Carl Danielsen (Jeff White), Dominic Tighe (Jack Robinson), Lynette Tapia (Shirley Vernon), Joseph Shovelton (Rufus Parke), Francesco Cordella (Manuel Estrada), Fiorenzo Madonna (Un Uomo, Un Poliziotto). Corretto l’apporto degli elementi del Coro diretto da Gea Garatti Ansini e, per l’occasione, decurtato. Un pubblico non foltissimo, ma giovanilei, ha accolto lo spettacolo con entusiasmo.