Richard Strauss (1864 – 1949) – 7: “Feuersnot” (1901)

Richard Strauss (Monaco di Baviera 1864 – Garmisch-Partenkirchen 1949)
“Feuersnot” (Necessità di fuoco) op. 50, opera in un atto su libretto di Ernst von Wolzogen
Prima rappresentazione: Semperoper di Dresda, 21 novembre 1901

“Dopo l’insuccesso di Guntram avevo un po’ perduto il coraggio di scrivere per il teatro. Poi mi capitò fra le mani la leggenda fiamminga Das erloschene Feuer von Audernade e mi venne l’idea di comporre un piccolo intermezzo contro il teatro, per motivi personali e per prendermi una piccola vendetta contro la cara città natale, dove il grande Richard 1 […] aveva fatto esperienze così poco piacevoli”.
Così lo stesso Strauss, nel suo scritto autobiografico Ricordi delle prime rappresentazioni, redatto nel 1942 quando era ormai anziano e all’apice del successo, ricordò in modo sommario e quasi giustificandosi per i sei anni trascorsi tra le prime due opere, la genesi di Feuersnot, la sua seconda opera. In realtà non appare del tutto veritiera questa confessione del compositore secondo la quale avrebbe perso un po’ il coraggio di scrivere per il teatro; proprio in quei sei anni trascorsi tra le due opere, Strauss, convinto della validità del suo lavoro, nonostante lo scarso apprezzamento del pubblico, si era preso gioco di quest’ultimo con il poema sinfonico Till Eulenspiegels lustige Streiche, come già ricordato in precedenza. In quel periodo, tuttavia, il tarlo del teatro continuava a rodere Strauss impegnato nella ricerca di un soggetto per la sua nuova opera che cominciò a prendere forma soltanto dopo il 1899. Determinante fu l’incontro, a Monaco, alla fine del 1898, con il barone Ernst von Wolzogen, poeta satirico e drammaturgo, che aveva creato l’Überbrettl, una forma di cabaret tedesco sul modello francese. Fu a questo poliedrico uomo di lettere, autore anche di un romanzo sulla vita di Liszt, che Strauss chiese la redazione di un libretto tratto dalla leggenda fiamminga accennata in precedenza. Il barone, però, non si mise al lavoro prima del mese di marzo 1899, come si evince da una lettera nella quale espose il piano generale della nuova opera:
“Per il momento ho questa idea: Feuersnot – un atto – luogo dell’azione: la vecchia Monaco nei favolosi tempi del Rinascimento. Il giovane eroe amoroso è lui stesso un mago; il Grande Vecchio, suo maestro, che i bravi Monacensi avevano un tempo cacciato, non compare. La giovane maliziosa deve alla fine sacrificare la propria verginità per evitare alla città di essere privata del fuoco, dietro richiesta dell’alto Consiglio e della borghesia. Quando l’amore si unisce all’incanto del genio, io penso che il più ottuso dei Filistei cominci a veder chiaro!”.
La nota polemica conclusiva contro i Filistei, cioè quel pubblico che aveva fischiato Guntram, è una testimonianza dell’adesione, da parte del librettista, ai sentimenti di rivalsa che animavano Strauss, il quale, da parte sua, pur non scrivendo in prima persona il libretto, si trovò tra le mani ancora una volta un soggetto autobiografico nel quale è impossibile non notare l’identificazione del compositore stesso con il mago Kunrad, mentre la figura del Grande Vecchio di nome Reichardt allude, anche nella struttura fonetica del nome, a Richard Wagner. Strauss approvò, infatti, immediatamente il soggetto, ma il libretto, la cui stesura fu particolarmente lenta, non fu pronto prima del mese di ottobre del 1900, mentre la partitura fu completata da Strauss, che già alla fine di novembre aveva composto più di tre quarti della musica, il 22 maggio 1901.
La prima, avvenuta il 21 novembre 1901 a Dresda sotto la direzione di Ernst Schuch con Franz Petter (Schweiker von Gundelfingen), Franz Nebuschka (Ortolf Sentlinger), Annie Krull Diemut), Auguste Lautenbacher (Elsbeth), Minnie Nast (Margret),Karl Scheidemantel Kunrad), fu un successo del quale furono testimoni Gustav Mahler e la moglie che annotò sul suo diario l’eclatante successo tributato al compositore. Lo stesso Mahler volle dirigere, il 29 gennaio 1902, la prima viennese in occasione della quale l’opera non riscosse un grande successo come si evince da questa perentoria dichiarazione di Max Graf secondo il quale i critici avevano respinto all’unanimità il lavoro. In una lettera del 18 febbraio, Mahler, visibilmente deluso per l’accoglienza riservata all’opera, scrisse a Strauss:
“Sono così disgustato dall’atteggiamento della stampa viennese e ancor di più dalla totale acquiescenza del pubblico ad essa, che non riesco a farmene una ragione”.

L’opera

euersnot Es. 1
euersnot Es. 1

Dopo una breve introduzione strumentale, caratterizzata da un tema allegro ed elegante (Es. 1), entrano in scena alcuni bambini che, secondo la tradizione, girano per le strade di Monaco durante la vigilia della festa di San Giovanni per raccogliere la legna per i fuochi. Dopo questo fresco episodio corale di voci bianche, interrotto dal Borgomastro, un violino solista introduce Diemut, la figlia di quest’ultimo, che, insieme a tre compagne, offre ai fanciulli dolci intonando una melodia popolare Süsse Amarellen. I giovani, da parte loro, le annunciano che presto si sposerà e subito dopo si recano nei pressi di una strana abitazione, una volta abitata dal gigante Onuphrius e oggi dimora di Kunrad, un giovane che non si è integrato con la popolazione locale e che è ritenuto un mago. Questi, uscito dalla sua abitazione all’inizio un po’ sonnolento, si fa immediatamente coinvolgere nello spirito della festa facendo credere ai bambini di essere effettivamente un mago. Subito dopo, scorgendo Diemut, di cui è innamorato, si precipita a baciarla in modo appassionato davanti alla folla; questo atto imbarazza la ragazza che gli giura vendetta. L’occasione per vendicarsi non tarda ad arrivare e si materializza quando Kunrad dichiara il suo amore alla donna seduta al balcone che,fingendo inizialmente di corrispondere alle avances del giovane innamorato, poco dopo si prende gioco suggerendogli di entrare in una cesta che avrebbe dovuto tirare su per consentirgli di entrare nella sua stanza. La donna non porta a compimento l’opera lasciando la cesta a mezz’aria, mentre le amiche accorse richiamano l’attenzione della folla sulla comica burla di cui Kunrad è vittima. La scena è costruita con un sapiente gioco di richiami ironici ad altri lavori teatrali tra cui il Pélleas et Mélisande, dal quale è tratta l’idea della chioma di Diemut, o ancora alla scena del balcone di Giulietta e Romeo, mentre il Lied cantato dalla fanciulla ricorda l’aria di Elsa del secondo atto del Lohengrin. Kunrad, allora decide di vendicarsi della burla e, facendo ricorso alle sue arti magiche, fa in modo che tutte le luci all’interno delle case vengano spente, producendo nei suoi concittadini uno spavento generale. Costoro, in un coro dall’elevata fattura contrappuntistica, pregano Kunrad di liberarli dall’incubo da lui stesso creato, ma l’uomo, a questo punto, si lancia in un’allocuzione (Whol zogen mannische wackere Leut) nella quale, in una scrittura che vede emergere la sua voce solistica in contrasto con l’episodio corale precedente, afferma, facendo un chiaro riferimento al titolo, che l’unico fuoco capace di animare la vita è costituito dall’amore che può essere riscaldato solo dalla donna amata.

Feuersnot Es. 2
Feuersnot Es. 2

Il popolo, costretto dalle circostanze, implora Diemut affinché ceda alla proposta amorosa di Kunrad. Dopo una densa e appassionata pagina sinfonica, la donna decide di accogliere nella sua stanza Kunrad con il quale dà vita a un breve duetto in cui l’amore trionfa grazie anche a una scrittura omoritmica (Es. 2) che sembra rappresentare l’incontro di due anime nel tripudio generale dei cittadini di Monaco che celebrano il vero fuoco, quello dell’amore, concludendo così una partitura la cui struttura ricorda quella di un grande poema sinfonico a cui sono aggiunte le voci umane.