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Roxie Perkins è un’artista che scrive e dirige per il teatro di prosa e musicale, per la TV e per il cinema. È la librettista dell’opera vincitrice del Premio Pulitzer p r i s m. Fra i tanti progetti che l’hanno vista coinvolta, ha curato la regia di Green Umbrella: Theatre of the Outrageous, un programma di tre opere brevi eseguite dalla Los Angeles Philharmonic presso la Walt Disney Concert Hall diretta da John Adams. Per quanto riguarda i progetti futuri, fra gli altri, segnaliamo una produzione di p r i s m al Kennedy Center. È stata così cortese da permetterci di farle qualche domanda sul suo lavoro di librettista proprio per p r i s m.
La prima e forse più ovvia domanda è: chi sono Bibi e Lumee? Da dove vengono? Qual è il loro vissuto?
Bibi e Lumee sono una madre e una figlia che si sono isolate dal mondo per stare al sicuro dai pericoli che incombono dall’esterno. Nel primo atto Bibi crede di vivere in un Santuario fantastico, simile a un palazzo. Tuttavia, in seguito ai flashback che vive nel secondo atto, e dopo essere ritornata nello stesso “Santuario” nel terzo atto, Bibi riesce a vederlo per l’appartamento al piano terra, pieno zeppo di oggetti che in realtà è. Attraverso questo viaggio, il pubblico vede che Bibi e Lumee non sono personaggi di una fiaba, come sembrano all’inizio, ma sono effettivamente due donne reali e indigenti che potrebbero venire da qualsiasi parte del mondo. Di proposito non ho ambientato p r i s m in nessun luogo in particolare perché, per come la vedo io, Lumee rappresenta un monito di ciò che può accadere quando giovani donne di tutto il mondo diventano madri prima di essere emotivamente, mentalmente o finanziariamente pronte ad avere un bambino. Grazie a Lumee possiamo osservare un esempio di ciò che può accadere quando a qualcuno mancasse un’istruzione adeguata e i mezzi per prendersi cura dei propri figli e perciò, alla fine, finisce in una spirale di comportamenti violenti per un malinteso senso di protezione.
Chi e cosa l’ha ispirata nella creazione di questi due personaggi? Ho l’impressione che p r i s m in qualche modo richiami alla mente il caso di Gypsy Rose Blanchard…
L’ispirazione per questi personaggi mi è venuta pensando al trauma intergenerazionale e al modo in cui le donne tramandano dei meccanismi di reazione sbagliati alle proprie figlie nell’affrontare la vita. Ho attinto alle mie esperienze personali di vita piagata da dipendenze e da Disturbo da Stress Post-Traumatico e alle esperienze di persone che conosco mentre concepivo la storia di sfondo di Bibi e Lumee. Circa un anno e mezzo dopo aver scritto il libretto è scoppiato il caso di Gypsy Rose Blanchard. È stato scioccante e inquietante vedere una situazione della vita reale che rispecchiasse certi aspetti della storia romanzata che avevo scritto. Questa coincidenza mi è sembrata come un segno che p r i s m, benché fosse un racconto astratto e sperimentale, avesse agganci alla vita reale e che fosse una storia che il mondo aveva bisogno di ascoltare.
Il movimento #metoo e le polemiche e lo scalpore suscitati dai documentari Leaving Neverland e Surviving R. Kelly hanno contribuito all’atmosfera generale di quest’opera, secondo lei?
Quando ho cominciato a scrivere il libretto, il #metoo non era ancora nato e Leaving Neverland e Surviving R. Kelly non erano ancora usciti. Quando abbiamo avviato questo progetto temevamo che il nostro lavoro sarebbe stato accolto con molto scetticismo e avrebbe suscitato reazioni contrastanti poiché l’orizzonte culturale non era ancora tale da discutere normalmente o rispettosamente di queste problematiche. Per puro caso, nel corso dei cinque anni che ci abbiamo messo per la creazione di quest’opera, molte cose sono successe in America e in tutto il mondo che hanno contribuito ad aprire il dibattito culturale sull’abuso. Al momento del debutto di p r i s m ci è sembrato come se il mondo fosse finalmente pronto ad ascoltare le crude verità di cui avevamo passato gli ultimi cinque anni a scrivere, con la speranza di portarle in primo piano.
Com’è stato lavorare con Ellen Reid? Scrivere questo libretto è stato in qualche modo liberatorio o catartico per lei?
Lavorare con Ellen è stato magnifico. Abbiamo avuto un rapporto molto collaborativo ed è stato estremamente gratificante sentire di avere una partner che comprendeva da dove vengo e che voleva esplorare le stesse tematiche che volevo affrontare io. Trattandosi del mio primo libretto, il processo è stato impegnativo, ma dopo aver deciso di essere tranquilla del fatto che la storia che volevo raccontare fosse “degna” di diventare un’opera, la scrittura si è rivelata molto liberatoria in quanto riuscivo ad esprimere cose che non avrei potuto comunicare in nessun’altra forma d’arte.
Come si “inserisce” p r i s m negli U.S.A. dell’era Trump? Che opinione ha dell’attuale situazione politica americana?
Penso che la giornalista e attivista brasiliana Eliane Brum, che ha scritto di p r i s m per la prima di San Paolo, avesse ragione quando ha affermato che “p r i s m è resistenza”. Quest’opera è stata scritta con l’intenzione di stimolare la consapevolezza verso un problema che si tende a nascondere sotto il tappeto e che attualmente viene ignorato dal governo Trump in una maniera che ha del criminale. In America, oggi, i diritti delle donne, di coloro che sono sopravvissuti a esperienze atroci, la salute mentale e i diritti umani più elementari sono ampiamente sotto attacco da parte del governo. Speriamo che questo lavoro funga da concreta forma di protesta affinché non si permetta che storie e problematiche come queste vengano ancora messe a tacere e poi lasciate cadere nel dimenticatoio.
Cosa possiamo aspettarci da Roxie Perkins in futuro? Si cimenterà di nuovo con l’opera?
La mia missione è quella di raccontare storie originali che creino empatia e che risveglino la consapevolezza del pubblico su problemi che spesso vengono trascurati, e continuerò a far questo in quanto scrittrice e regista grazie ai mezzi di comunicazione con cui lavoro: teatro, cinema, televisione e opera. Si, mi piacerebbe lavorare di nuovo a un’opera! Il processo di creazione di p r i s m mi ha insegnato moltissimo e ha aperto la mia vita artistica a tantissime possibilità che prima non contemplavo. Sono molto elettrizzata all’idea di esplorare l’opera come mezzo per creare storie controverse e attuali.
Roxie Perkins is an artist who writes and directs for opera, theatre, TV, and film. She is the librettist of the Pulitzer Prize winning opera p r i s m. Among all the projects she has been involved into, she directed Green Umbrella: Theatre of the Outrageous, a program of three short operas performed by the Los Angeles Philharmonic at the Walt Disney Concert Hall and conducted by John Adams. Her upcoming projects include, among others, a production of p r i s m at The Kennedy Center. She graciously allowed us to ask you a few questions about her work as librettist on p r i s m.
The first and maybe most obvious question is: who are Bibi and Lumee? Where do they come from? What’s their background?
Bibi and Lumee are a mother and daughter who have locked themselves away from the world in order to stay safe from the dangers that lurk outside. In Act 1 Bibi believes that they live in a fantastical, palace-like Sanctuary. However, after she learns the flashback events of Act 2 and returns to their same “Sanctuary” in Act 3, she is able to see it for the grounded, hoarder apartment it really is. Through this journey the audience sees that Bibi and Lumee are not fairytale characters as they first appeared, but are actually just two real, impoverished women that could be from anywhere in the world. I purposefully did not set p r i s m in a particular place because to me Lumee is a cautionary tale of what can happen when young women from anywhere in the world become mothers before they’re emotionally, mentally, or financially ready to have a child. With Lumee we see one example of what can happen when someone lacks the proper education and resources to be able to take care of their child and therefore ultimately ends up spiraling into abusive behaviors in order to try to protect them the best way they know how.
Who and what did inspire you to create these two characters? My impression is that p r i s m somehow recalls the case of Gypsy Rose Blanchard…
I was inspired to create these characters by thinking about intergenerational trauma and the way that women pass down flawed coping mechanisms to their daughters as they move through life. I pulled from my own experiences of living with addiction and Post Traumatic Stress Disorder and the experiences of people I’ve known when creating Bibi and Lumee’s backstory. About a year and a half after I’d written the libretto the case of Gypsy Rose Blanchard broke. It was shocking and eerie to see a real life situation that mirrored certain aspects of the fictional narrative I’d written. This coincidence felt like a sign that p r i s m, though an abstract and experimental narrative, had very real life implications and was a story that the world needed to hear.
Have the #metoo movement and the controversy and the buzz created by Leaving Neverland and Surviving R. Kelly contributed to the overall atmosphere of this opera, in your opinion?
When I began writing the libretto #metoo had not yet occurred, and Leaving Neverland and Surviving R. Kelly were very much not yet released. When we started this project we feared that this piece would be met with great skepticism and division because the cultural landscape was not yet at a place where these issues were regularly or respectfully discussed. Fortuitously, throughout the five year period that we spent making this piece many things happened in America and around the world that began to open up the cultural conversation around abuse. By the time p r i s m premiered it felt like the world was finally ready to hear the hard truths we had spent the last five years writing and hoping to bring to light.
How was working with Ellen Reid like? Was writing this libretto some kind of liberating or cathartic experience for you?
Working with Ellen was wonderful. We had a very collaborative relationship and it was extremely rewarding to feel like I had a partner who understood where I was coming from and wanted to explore the same things I did. This being my first libretto, the process was challenging but after I decided to just trust myself that the story I wanted to tell was “worthy” of being an opera then the process became very liberating as I was able to express things that couldn’t be conveyed in any other artistic form.
How does p r i s m ‘fit’ in the Trump-era U.S.A.? How do you feel about the current American political situation?
I think that Brazilian journalist and activist Eliane Brum who wrote about p r i s m for it’s Sao Paulo premiere said it best when she said that “p r i s m is resistance”. This piece was written with the intention of bringing awareness to a problem that is often pushed under the rug and is currently being criminally ignored by Trump’s government. In America today women’s rights, survivor’s rights, mental health, and most basic human rights are hugely under attack by the government. We hope that this piece serves as an embodied form of protest to not allow stories and issues like these to be silenced and pushed aside any longer.
What can we expect from Roxie Perkins in the future? Will you venture into opera again?
I’m dedicated to telling original stories that create empathy and raise awareness about issues that are often overlooked, and will continue to do so as a writer and director across the various mediums that I work in: theatre, film, television, and opera. I would love to work in opera again, yes! The process of making p r i s m has taught me so much and has opened up my artistic life into so many new possibilities that didn’t exist before. I’m very excited to continue to explore the medium of opera as a tool for critical, contemporary storytelling.