Opera in quattro atti (1859) (Prima versione). Libretto by Jules Barbier (1825–1901) and Michel Carré (1822–1872). Benjamin Bernheim (Faust), Andrew-Foster Williams (Méphistophélès), Véronique Gens (Marguerite), Véronique Gens (Valentin), Juliette Mars (Siébel), Anàs Séguin (Wagner/ Un Mendiant) Ingrid Perruche (Marthe). Les Talens Lyriques e Flemish Radio Choir. Christophe Rousset (direttore). Martin Robidoux (maestro del coro). Registrazione: 10, 11 e 13 giugno 2018 presso la Salle Gramont del Conservatorio J.-B. di Puteaux e il 14 alThéâtre des Champs-Elysées. T. Time: 55′ 59″ (CD 1); 49′ 57″ (CD 2); 68′ 32″ (CD 3) 3 CD Palazzetto Bru Zane BZ 1037
A differenza di altre opere come Carmen, Lakmè o Mignon, di Faust, l’opera più famosa e maggiormente rappresentata di Charles Gounod, fino ad oggi non era stata realizzata un’edizione critica della sua prima versione, quella a cui il pubblico del Théâtre Lyrique aveva avuto modo di assistere la sera del 10 marzo 1859 con il soprano Marie Caroline Miolan-Carvalho nella parte di Marguerite. Le celebrazioni, peraltro in sordina, del bicentenario della nascita di Gounod occorso nel 2018 rendevano quasi d’obbligo che questo primo Faust ritornasse alla luce e a colmare questa lacuna ci ha pensato il sempre attivo Palazzetto Bru Zane che, tramite l’equipe di suoi studiosi, ha realizzato un’edizione di questo primo Faust o di una versione, se non altro, molto simile. Come affermato, infatti, da Alexandre Dratwicki nel suo saggio Créer ou recréer le «premier» Faust contenuto nel volume miscellaneo, allegato al Cd pubblicato dal Palazzetto Bru Zane:
“La creazione di questo nuovo Faust consente di ricordare quanto le opere liriche francesi fossero chiamate a grandi rimaneggiamenti viventi i loro compositori. Non c’è quasi mai una versione unica e indiscutibile di un’opera, ma una costellazione di partiture sottilmente differenti”
Premesso, quindi, che non esiste una versione unica e indiscutibile della partitura e che è impossibile ricostruire con assoluta precisione la versione effettivamente rappresentata nel 1859, questa edizione, curata dal Palazzetto Bru Zane, è, come sempre, di altissimo livello filologico e restituisce all’ascoltatore un’opera che, mantenendosi il più vicino possibile all’originale, rivela grandi elementi di novità. Il raffronto tra questa edizione e la versione correntemente eseguita mette in evidenza notevoli differenze dettate dal genere di appartenenza e riguardanti l’aspetto drammaturgico, la scrittura vocale oltreché le sostituzioni di alcuni brani. Il reintegro delle sezioni recitate, generalmente scritte nella forma del melologo, consistente nella recitazione sostenuta da interventi dell’orchestra, al posto dei recitativi a cui siamo abituati, oltre a restituire all’opera la sua originaria struttura drammaturgica di opéra-comique, dà una nuova veste a personaggi come Marthe e Wagner, la cui consistente presenza nei dialoghi parlati con le loro battute piccanti, contribuiva a rendere questo primo Faust un lavoro di mezzo carattere perfettamente consono al teatro a cui era destinato. La destinazione originaria di questo primo Faust è rivelata anche dalla scrittura vocale e in particolar modo dal ruolo di Marguerite, che concepito inizialmente per un soprano dalla vocalità più marcata nel registro medio-grave, sarebbe evoluto verso un lirico nelle successive versioni al contrario di quanto avvenuto per Marthe, la cui parte, scritta per soprano, sarebbe stata trasformata in quella odierna di contralto. Per quanto riguarda i numeri musicali vanno segnalati sia i reintegri di alcuni di essi come la Chanson de Maître Scarabée al posto di Le veau d’or, oggi autentico cavallo di battaglia di grandi bassi, il terzetto iniziale tra Faust, Wagner e Siebel, il duetto della separazione tra Valentin e Marguerite e la romanza di Siebel Versez vos chagrins dans mon âme, che, tagliata già in occasione della prima rappresentazione, fu sostituita dalla famosa Si le bonheur à sourire t’invite, sia l’assenza della bellissima cavatina di Valentin, Avant de quitter ces lieux, che, aggiunta da Gounod in occasione della rappresentazione dell’opera all’Her Majesty’s Theatre nel 1864, in realtà conferisce all’ultima versione quella coesione che forse difettava in quella originaria, dal momento che, essendo scritta sul tema del preludio iniziale, crea un legame tra quest’ultimo e l’opera. Del resto lo smembramento del terzo atto di questo primo Faust negli attuali terzo e quarto, fondamentalmente per far posto all’immancabile balletto da inserire per la versione dell’Opéra, dà all’opera tutta un maggiore equilibrio dal punto di vista drammaturgico consentendo una migliore distribuzione delle scene più adatta al genere serio al quale progressivamente il Faust si è adeguato. In virtù di queste considerazioni e anche dell’abitudine del pubblico ad ascoltare la versione definitiva in cinque atti nasce qualche perplessità sul fatto che questo primo Faust possa affermarsi in repertorio, ma resta indubbio l’alto valore di un’operazione di grande interesse filologico che comunque consente agli appassionati di conoscere un Faust completamente inedito.
L’incisione proposta, inoltre, sottolinea con forza le caratteristiche peculiari di questo primo Faust sin dalla splendida concertazione di Christophe Rousset il quale, alla guida dei Talens Lyriques, orchestra da lui fondata che si avvale di strumenti d’epoca, non solo trova tempi e sonorità adeguati, ma evidenzia con forza i contrasti dinamici, esalta i momenti lirici e dà la giusta brillantezza a passi come il celebre il valzer, che, sotto la sua direzione, si trasforma in un tourbillon di straordinaria leggerezza, o l’air des bijoux. Anche le scelta dei cantanti risponde all’intenzione di ricreare questa prima versione. Maggiormente a suo agio nel settore centrale, particolarmente sollecitato da Gounod in questa prima versione, Véronique Gens, nonostante qualche tensione sugli acuti, restituisce, grazie alla sua vocalità vagamente mezzosopranile, a Marguerite le caratteristiche vocali che aveva in questo primo Faust ed esibisce le sue doti di raffinata interprete facendo emergere i tormenti del suo personaggio soprattutto nelle arie di più intenso lirismo. Fraseggio e intonazione curati contraddistinguono la prova di Benjamin Bernheim, un Faust certamente più giovanile rispetto a quello a cui siamo abituati grazie a una voce dal timbro chiaro e comunque omogenea in ogni parte del suo registro. Un timbro chiaro, più giovanile e più consono, quindi, alla tipologia vocale del genere dell’Opéra-Comique caratterizza anche la vocalità di Andrew-Foster Williams, che rende bene, grazie a una solida tecnica, un Méphistophélès più brillante e anche più ironico di quello della versione definitiva. Privato della poetica cavatina Avant de quitter ces lieux, Jean-Sébastian Bou riesce bene a delineare il Valentin marziale e, in alcuni momenti, ironicamente eroico che contraddistingue il suo personaggio in questa prima versione. Juliette Mars è un convincente Siébel che sfoggia un’intonazione e fraseggio curati nella poetica romanza Versez vos chagrins dans mon âme, reintegrata nell’edizione in ascolto, e brillanti, sia nei brani cantati che nelle sezioni recitate, sono Anàs Séguin, nella doppia veste di Wagner e di un mendicante, e Ingrid Perruche nel ruolo di Marthe. Infine ottima la prova del Flemish Radio Choir ben preparato da Martin Robidoux.