Jesi, Teatro Pergolesi, Pergolesi Spontini Festival 19 edizione” AUCASSIN ET NICOLETTE”
Cantafavola del XII Secolo per una voce, qualche strumento e qualche marionetta.
Musica di Mario Castelnuovo-Tedesco
Revisione dell’autografo e realizzazione della versione itaiana a cura di Marco Attura e Christian Carrara
Soprani CHIARA ERSILIA TRAPANI, EVGENIA CHISLOVA
Mezzosoprano MARTINA RINALDI
Time Machine Ensemble
Direttore Flavio Emilio Scogna
Regia Paul-Emile Fourny
Scene Benito Leonori
Light designer Ludovico Gobbi
Nuova produzione, in cooproduzione con Opera-Theatre de Metz Metropole.
Prima mondiale della versione italiana
Jesi, 31 agosto 2019
Giunto alla diciannovesima edizione, il Festival Pergolesi Spontini debutta con un’interessante rarità: ” Aucassin et Nicolette” di Mario Castelnuovo-Tedesco.“Aucassin et Nicolette” è un esempio di un genere, che si sviluppò in Francia verso la fine del xII secolo con il nome di ” Chante Fable” (una storia cantata). Una tipica composizione drammatica medioevale, che in origine, alternava momenti narrativi (nel testo da “qui si parla e si racconta”) e momenti cantati (denominati con ” qui si canta”). Nei tempi antichi i trovieri raccontavano questa storia agli ascoltatori, accompagnandosi con strumenti musicali. La vicenda narra dell’amore tra Aucassin (figlio acquisito del conte Garin de Beaucaire) e Nicolette (una schiava saracena, comperata e fatta cristiana dal visconte della città), che tra varie peripezie riusciranno a sposarsi e a vivere felici. Un ‘opera dalla lunga gestazione, infatti Castelnuovo nel 1919 gli venne in mente di musicarla, accantonando subito il progetto. Nel 1938 completò l’opera, commissionata dal Teatro del Maggio fiorentino, però a causa delle leggi razziali, emigrò in America e solo nel 1952, finalmente venne rappresentata in Italia, naturalmente a Firenze. La partitura eseguita dal Time Machine ensemble, composto da giovani e preparati strumentisti e ben diretta dal maestro Flavio Emilio Scogna, è sapientemente costruita per dare il giusto risalto alla voci e la sensibilita interpretative in questo “recitar cantando” di Chiara Ersilia Trapani (soprano), Martina Rinaldi (mezzosoprano) e Evgenia Chislova (soprano), ma soprattutto la finezza, il gusto, la chiarezza della scrittura, la capacità di colorire il quadro musicale con impasti timbrici di questo compositore dal solidissimo mestiere e un’ammirevole coerenza con i professati ideali estetici e musicali che lo hanno visto come dei maggiori esponenti del neoclassicismo italiano.Elegante la messa in scena dell’opera (regia di Paul-Emile Fourny e scene di Benito Lenori) che si sviluppa un sipario in tulle e con un abile gioco di luci e proiezioni ( curate dal light designer Ludovico Gobbi) avvolgevano lo spettatore in un’atmosfera misteriosa ma nel contempo semplice e favolistica:i disegni proiettati e la delicata presenza in scena di due bambine tengono vivi il tono da “cantafavola” di questo lavoro. Il pubblico del Pergolesi ha saputo pienamente entrare nell’atmosfera di questo piccolo gioiello del ‘900 rispondendo con generosi applausi. Foto Stefano Binci