Johann Strauss Jr. (Vienna, 25 ottobre 1825 – 3 giugno 1899)
A 120 anni dalla morte
In seguito al successo ottenuto con Der lustiger Krieg (L’allegra guerra) il 25 novembre 1881 al Theater an der Wien, Strauss si mise subito alla ricerca di un soggetto per una nuova operetta e, in particolare modo, esaminò due libretti, già completi, scritti da Friedrich Zell e Richard Genée, con i quali il compositore austriaco aveva già collaborato per Cagliostro in Wien (Cagliostro a Vienna). Il primo dei due era un soggetto storico ambientato nel periodo in cui la Polonia era occupata dai Sassoni, mentre il secondo era costituito da una piccante commedia italiana degli equivoci ambientata a Venezia. Pur inizialmente attratto dal soggetto storico, Strauss, infine, optò per Eine Nacht in Venedig su suggerimento dei due librettisti i quali misero in atto una forma di stratagemma; dissero a Strauss che Carl Millöcker, un compositore di operette, aveva manifestato un certo interesse per quello italiano, inducendolo a scegliere quest’ultimo per sottrarlo al meno noto rivale che avrebbe messo in musica Der Bettelstudent (Lo studente povero), facendone il suo capolavoro. Strauss nel 1882 lavorò alla partitura di quest’operetta facendo ricorso alla fonte della sua ispirazione, il valzer, e trasformando, così, la città lagunare nella sua Vienna imperiale. Quando l’operetta fu pronta, a differenza di tutti gli altri lavori teatrali di Strauss, non fu rappresentata per la prima volta al Theater an der Wien per ragioni personali. In seguito alla morte della prima moglie Strauss aveva sposato l’attrice Henriette Angelica Dittrich di 25 anni più giovane che ebbe una relazione proprio con Franz Steiner, il giovane direttore del Theater an der Wien. Fallite le trattative perché l’operetta fosse messa in scena in altri due teatri viennesi, il Carl Theater e l’Hofoper, giunse a Strauss l’offerta di Julius Fritzche che decise di inaugurare il restaurato Friedrich-Wilhelmstädtiche Theater di Berlino con Eine Nacht in Venedig. La prima rappresentazione, avvenuta nel teatro berlinese il 3 ottobre 1883, si rivelò un vero e proprio scandalo, come si evince da quanto scritto dal corrispondente dell’«Illustrirtes Wiener Extrablatt»:
“La prima rappresentazione di Nacht in Venedig di Strauss prese una spiacevole svolta, a Vienna l’avremmo perfino chiamata uno scandalo teatrale. Dopo che il primo e il secondo atto ebbero un’accoglienza calorosa, una viva agitazione si sviluppò durante il valzer della laguna, che dopo si trasformò in contestazioni maliziosamente inscenate da uno dei palchi. L’umore di parte del pubblico era già strano dall’inizio, tanto che Strauss era stato accolto in modo piuttosto freddo quando era apparso sul podio decorato d’alloro. Nel terzo atto, quando il tenore Siegmund Steiner iniziò il suo valzer Auf der Lagune bei Nacht (Sulla laguna di notte) e giunse al passaggio Nachts sind die Kratzen so grau, schreien dann zärtlich Miau (Di notte i gatti sono così grigi, allora teneramente gridano miao), allora l’inevitabile ‘ow’ risuonò. E questo fu il segnale d’inizio di un’ufficiale serenata di miao, che fu eseguita dal maestro Strauss in un’accattivante maniera. ‘Silenzio’ si sentì dai posti dell’orchestra. ‘Miao’ fu gridato dal palco e il rumore crebbe tanto che la parte più grande e più intelligente del pubblico costrinse a ripetere il valzer con i loro molti bravo. Così il cantante incominciò di nuovo, ma, nel momento cruciale, la situazione si ripresentò. ‘Stop! Stop! gli gridarono a gran voce e questi alla fine dovette fermarsi di fronte alla tempesta che ne seguì. Il valzer non fu cantato fino alla fine. Strauss sedette sul podio del direttore, pallido e tremante. La rappresentazione si concluse senza ulteriori incidenti”.
In realtà la rappresentazione al Theater an der Wien fu solo rimandata in quanto il celebre teatro ospitò la prima viennese il 9 ottobre 1883. Qui l’operetta fu accolta in modo trionfale anche per le modifiche apportate al testo del celebre valzer. Lo scrittore Hugo Wittmann, dopo aver ricordato le numerose richieste di bis, scrisse a proposito di questa prima:
“Sin dall’inizio c’era un’aria di protesta nella sala; sembrava come se una larga parte del pubblico avesse portato il loro umore battagliero nel teatro, risoluto a vincere o a morire per il maestro viennese. Quando Strauss fece la sua apparizione sul podio del Theater an der Wien, fu accolto con un applauso tonante; applauso infinito – gli uomini si alzarono e le donne si sporsero dai loro posti, quelli nel palco gridarono finché ebbero voce. Strauss, il cui volto era rosso dall’eccitazione, s’inchinò innumerevoli volte. Il re del valzer stipulò questo patto di lealtà con la folla – fu un momento storico -“.
L’operetta ebbe il meritato successo, arrivando a contare sino alla fine della Prima Guerra Mondiale circa 500 rappresentazioni. Nel 1923 fu chiesto a Erich Wolfgang Korngold di dirigere l’operetta al Theater an der Wien. L’appena ventiseienne compositore austriaco, che aveva colto il suo primo grande successo con Die Tote Stadt (La città morta) nel 1920, realizzò una nuova versione, come egli stesso avrebbe ricordato in seguito:
“Quando mi fu chiesto di dirigere Eine Nacht in Venedig al Theater an der Wien nel 1923, mi prefissai solo uno scopo – eseguire l’operetta il più possibile nello spirito del suo creatore con un’attrattiva moderna. Con quest’unica intenzione nella mente, iniziai a ripulire la strumentazione e a rendere il suono più frizzante. Eliminai i numeri più deboli e li rimpiazzai con i migliori pezzi di Strauss. Sottrassi la parte di Richard Tauber al ruolo di tenorino e comunicai le mie scelte sulla partitura e sul palcoscenico – prima che la première avesse luogo, apparve immediatamente che era una vera e propria nuova versione. Da allora fu rappresentata più di un centinaio di volte, nei teatri di Berlino, Vienna, Francoforte, Monte Carlo, e Colonia, dando l’avvio ad un’ufficiale Johann Strauss renaissance”.
L’operetta, rappresentata in questa versione per la prima volta al Theater an der Wien il 25 ottobre 1923, ebbe un immediato successo.
La vicenda è ambientata nel XVIII sec. a Venezia. Il sipario si apre su uno spiazzo davanti alla casa del senatore Bartolomeo Delacqua, sul Canal Grande, con vista su San Giorgio. In occasione del carnevale, si organizza una festa per i senatori; essi, soprattutto Delacqua, sposato con la bella Barbara, sono perplessi perché la festa è stata allestita da Guido, duca di Urbino, che gode di fama di seduttore e che era tornato a Venezia proprio per incontrare Barbara che aveva conosciuto in occasione del carnevale dell’anno precedente. Delacqua, geloso, manda Barbara in un convento a Murano, decidendo di presentarsi alla festa con la cuoca Ciboletta, nelle vesti di Barbara. Caramello, barbiere e confidente del duca, sapendo che la festa era stata organizzata proprio per incontrare Barbara, si sostituisce al gondoliere per condurre al palazzo del duca la donna che non aveva nessuna intenzione di andare a Murano, volendo passare la serata con Enrico, bell’ufficiale di marina, suo amante e nipote del marito. Per attuare il suo piano Barbara si fa sostituire da Annina della quale Caramello è innamorato. La situazione, così, volge al meglio per Barbara, libera di fare ciò che vuole. La festa è in pieno svolgimento quando arrivano Caramello, che scopre di aver portato con sé Annina, e Delacqua con la cuoca, di cui Annina rivela la vera identità. Il duca si diverte con Annina che poi riconsegna a Caramello, pronto a iniziare una nuova avventura, mentre Delacqua scopre la verità su Barbara.
Ricca di bellissime melodie, la partitura si segnala per la mescolanza tipica del genere di momenti frizzanti e di altri sentimentali. Ciò è evidente già nell’ouverture potpourri nella quale insieme a ritmi di marcia e di valzer campeggia il bel tema della barcarola, intonata da Caramello nel Finale del primo atto, Komm’ in die Gondel (Vieni in gondola). Tra i brani più brillanti si segnalano il Lied di Annina Frutti di mare, Evviva Caramello, le popolari canzoni italiane, fra cui Pellegrina rondinella, intonata da Annina e Caramello, l’incantevole Lagunen-Walzer (Ach, wie erlich zu schau’n).Nel 2018 è stata realizzata dall’etichetta CPO una pregevole incisione dell’operetta sin dalla concertazione affidata a Marius Burkert, il quale sul podio dei Grazer Philharmoniker dà della partitura una lettura leggera e frizzante grazie a un’ottima scelta dei tempi come delle sonorità. Perfettamente in ruolo tutti gli interpreti: Lothar Odinius (Guido di Urbino), Götz Zemann (Delacqua), Elisabeth Pratscher (Barbara Delacqua), Elena Puszta (Annina), Alexander Geller (Caramello), Ivan Orescanin (Pappacoda), Sieglinde Feldhofer (Ciboletta), Stefanie Hierlmeier (Agricola Barbaruccia), Dominika Blazek (Constantia Testaccio), Sangyeon Chae (Herold)
Dedichiamo a Johann Strauss una serie di uscite atte a esplorare lavori teatrali poco noti.