Johann Strauss Jr. (Vienna, 25 ottobre 1825 – 3 giugno 1899)
A 120 anni dalla morte
Il 17 ottobre 1880 era andata in scena al Theater an der Wien, Das Spitzentuch der Königin (Il fazzoletto di pizzo della regina), settima operetta di Johann Strauss. Il successo fu immediato ma non duraturo. Il pubblico ben presto perse interesse a questo titolo, il che che non è sorprende visto che a detta dello stesso Strauss, il libretto era debole con una vicenda troppo complessa per potere avere un successo continuativo nel tempo. Il compositore, che vedeva il suo Fledermaus (1874) consolidarsi sulle maggiori scene internazionali, doveva solo constatare che i suoi ultimi lavori non avevano lasciato il segno. Dato che la concorrenza era spietata, urgeva trovare al più presto un nuovo soggetto da mettere in musica. Nell’inverno 1880/81 la direzione del Theater an der Wien si mise alla ricerca di un libretto per Strauss. Dopo aver anche preso in esame un testo francese ad opera dello scrittore e drammaturgo Néolès Alfred Hennequin (1842-1887), si optò per affidare la stesura di un libretto a un esperto duo di librettisti: F. Zell (1829-1895) e Richard Genée (1823 1895). Il 12 febbraio 1881, la «Neue Freie Presse» annuncia che il Teatro ha stipulato un contratto con i due librettisti; poco dopo Strauss stesso annuncia che è già alle prese con la composizione della nuova opera che a detta del direttore del teatro Steiner, sarà il titolo di punta della prossima stagione. Solo in un comunicato dell’8 maggio 1881 viene annunciata che l’opera avrà il titolo de “Der lustige krieg” (L’allegra guerra). La composizione procede sotto l’occhio attento della stampa che il 24 agosto annuncia che la composizione è terminata e ora Strauss è alle prese con l’orchestrazione. Questo lavoro è però interrotto dalle celebrazioni per il matrimonio del Principe ereditario Rodolfo con l’arciduchessa Stefania. Per questa occasione Strauss compone “Myrtle Blossoms” op. 395, testo di August Seuffert (1844 1904) e la JuBel fast March op. 396. Strauss riprende con impegno il lavoro sulla partitura, declinando gli inviti a esibirsi in una serie di concerti in Francia. A complicare la genesi dell’opera ci si mette anche la Censura austriaca che, con assurde verifiche intende prendere visione ai vari numeri della partitura il libretto. “Der lustige krieg” va finalmente in scena il 25 novembre 1881. L’operetta è musicalmente molto ricca e offre una serie di numeri musicali che vengono subito riconosciuti come i più belli; in particolare si segnalano il walzer “Nur für Natur”, (atto II) che Strauss aveva composto “last minute” per soddisfare i capricci del tenore Alex Girardi, non soddisfatto dal ruolo del Marchese Sebastiani. Il successo di pubblico e critica è completo (il libretto però venne giudicato alquanto confuso). “Der lustige krieg” raggiunse comunque le 100 rappresentazioni e godette di numerose rappresentazioni anche in altre città (in particolare a Berlino), per poi uscire a poco a poco di repertorio. Tra le pagine più belle della partitura, vanno citate l’Ouverture, gli ampi finali del primo e secondo atto e l’aria-walzer del Marchese “Nur für Natur” (atto II)
La vicenda
Per un futile motivo, una contesa per un contratto per una esibizione di una celebre ballerina, scoppia una guerra tra Massa Carrara e Genova. Il colonnello genovese Umberto Spinola (tenore) apprende dal prigioniero, il ciarliero Marchese Sebastiani (tenore), che il comando delle truppe di Massa è stato affidato alla tenace Artemisia, principessa di Malaspina (mezzosoprano), sua moglie. Si apprende, inoltre, che, Violetta, Contessa Lomellini (soprano), nipote di Sebastiani, per aiutare con denaro e truppe, la causa di Massa, accetta di sposare, pur non conoscendolo, il duca di Limburg. Violetta, che si trova in territorio genovese, tenta, in abiti borghesi, di raggiungere le truppe di Massa, ma viene imprigionata. Il comandante genovese, ha anche imprigionato l’uomo che Limberg ha delegato per sposare per procura Violetta. innamorandosi della donna a prima vista, Umberto prende il posto del “vice sposo” e fa celebrare velocemente il matrimonio. Violetta riesce a fuggire e raggiunge il castello di Malaspina, dove si è arroccata Artemisia, sotto assedio genovese. Anche Umberto arriva al castello portando un suo prigioniero, il buffo Balthasar (baritono), coltivatore di tulipani, costretto da Umberto a impersonare il duca di Limburg. La fanciulla, fortemente attratta dal colonnello, inorridisce davanti a quello che crede essere suo marito. Con un colpo di mano, le truppe di Violetta tolgono l’assedio al castello. Umberto viene fatto prigioniero, il quale a questo punto, oltre a confessare i suoi sentimenti per la giovane Contessa, le rivela che tra loro non c’è stato un matrimonio per procura, ma un rito nuziale vero e proprio. A questo colpo di scena si aggiunge l’arrivo di un dispaccio che reca la notizia della fuga della ballerina, mettendo così la parola fine a questa…”Allegra guerra”!
Dedichiamo a Johann Strauss una serie di uscite atte a esplorare lavori teatrali poco noti.