Franz Joseph Haydn 210 – 6 (1732 – 1809): Sinfonie londinesi I (n. 93, 94, 95)

“Sono Salomon di Londra e sono venuto a prendervi. Domani troveremo un accordo”.
Queste furono le celebri parole che Johann Peter Salomon rivolse ad Haydn nell’autunno del 1790 quando, appresa la morte del principe Nicolaus I Esterházy, avvenuta il 20 settembre, si precipitò, da Bologna, dove stava cercando di ingaggiare degli artisti per la sua nuova stagione inglese, a Vienna per assicurarsi i servigi del compositore austriaco la cui fama ormai era divenuta europea. Haydn, che era già stato contattato dal re Ferdinando di Napoli dove sarebbe voluto andare per affermarsi come compositore di opere, accettò immediatamente rispondendo, secondo quanto riportato da A. C. Dies, uno biografo del compositore austriaco: «Se il mio principe approva l’idea, vi seguirò a Londra». Il nuovo principe Anton concesse il permesso e il contratto fu firmato l’8 dicembre 1790, tanto che Salomon fece pubblicare la notizia sul «Morning Chronicle». Nel mese di gennaio del 1791 Haydn era già a Londra, dove prese alloggio al n. 18 di Great Pulteney Street dove abitava anche Salomon. Nella capitale inglese, oltre a disporre, per comporre, di una stanza nel celebre negozio di musica di Broardwood, poté stringere amicizia con gli ambienti aristocratici e conobbe re Giorgio III, che gli chiese di restare in Inghilterra, e la regina, che nel 1795 gli offrì una suite nel castello di Windsor.
Sinfonia n. 93 in re maggiore Hob. 1:93
Adagio, Allegro assai – Largo cantabile – Menuetto, Allegretto – Finale. Presto
Durata: 25′

Prima nel catalogo, ma probabilmente terza in ordine di composizione delle londinesi, la Sinfonia n. 93 fu composta dopo la n. 96 e la n. 95, e fu eseguita sotto la direzione dello stesso Salomon per la prima volta il 17 febbraio 1792 con grande successo. Il primo movimento si apre con un Adagio introduttivo di carattere solenne sia nei  re all’unisono scanditi in fortissimo dall’orchestra sia nel tema esposto dagli archi. L’Allegro in forma-sonata vive del contrasto tra il lirico primo tema esposto dagli archi e l’idillico secondo tema. Un piccolo gioiello, che mandò letteralmente in visibilio il pubblico londinese, è il secondo movimento, Largo cantabile, formalmente un tema e variazioni, la cui idea principale, di carattere pastorale, oltre a ricordare quello principale della Sinfonia “Il mattino” dello stesso Haydn, mostra nel primo inciso evidenti somiglianze con quello del Finale della Pastorale di Beethoven. Il terzo movimento, un Minuetto, che per il suo carattere vigoroso, sembra guardare già allo Scherzo, presenta un Trio che si apre con un’insolita fanfara regale che si alterna al lirico tema affidato agli archi. Il Finale è un brillante e divertente Rondò-sonata.
Sinfonia n. 94 “mit den Paukenschlag” o “The surprise” (“col colpo di timpano” o “La sorpresa”) in sol maggiore Hob. I: 94
Adagio cantabile, Vivace assai -Andante -Menuetto (Allegro molto)- Finale. Durata: 24’

“Il secondo movimento era all’altezza delle più felici creazioni del Maestro. Non è fuori luogo paragonare la sorpresa alla situazione di una bella pastora che, cullata nel sonno dal mormorio di una lontana cascata, si svegli spaventata dallo sparo di un fucile da caccia. Il flauto obbligato è stato delizioso”.
Con queste entusiastiche parole l’«Oracle» salutò dalle sue colonne la Sinfonia n. 94 “col colpo di timpano” o “La sorpresa” di Haydn l’indomani della prima esecuzione avvenuta il 23 marzo 1792 alle Hannover Square Rooms di Londra in occasione del sesto concerto organizzato da Johann Peter Salomon. La composizione della Sinfonia, la seconda delle cosiddette Londinesi, fu molto probabilmente iniziata durante le vacanze estive trascorse a Roxford, a nord di Londra, nella residenza del ricco banchiere Nathaniel Brassey, del quale Haydn fu ospite nell’estate del 1791; poco dopo Haydn si trovò a dover affrontare un periodo di lavoro particolarmente intenso a causa dell’arrivo, nella capitale inglese, di Ignaz Pleyel, un suo allievo che, all’epoca, era uno dei compositori più acclamati in tutta Europa e godeva di una fama maggiore di quella del suo maestro. L’arrivo di Pleyel a Londra, chiamato, per la stagione del 1792, dai dirigenti del Professional Concert, istituzione in concorrenza con quella di Salomon, aveva contribuito, infatti, ad accrescere notevolmente gli impegni di lavoro di Haydn, che ebbe modo di lamentarsi di ciò in una lettera del 2 marzo 1792 indirizzata alla signora von Genzinger:
“Non esiste giorno, un solo giorno, in cui sia libero dal lavoro, e devo ringraziare il buon Dio se potrò lasciare Londra; più presto è, meglio è. Le mie fatiche sono state accresciute dall’arrivo del mio allievo Pleyel che il Professional Concert ha fatto venire qui. È arrivato con numerose nuove composizioni, scritte tuttavia, molto tempo fa; egli allora ha promesso di presentare ogni sera un nuovo lavoro. Appena l’ho saputo, mi sono reso conto che molti ce l’avevano a morte con me, perciò ho annunciato pubblicamente che avrei prodotto anch’io 12 pezzi nuovi. Per mantenere la parola, e sostenere il povero Salomon, mi tocca soffrire e lavorare in continuazione, e la cosa mi pesa davvero molto. Gli occhi soprattutto ne soffrono, e trascorro molte notti insonni, anche se, con l’aiuto di Dio, supererò tutto. Gli organizzatori del Professional Concert hanno voluto mettermi il bastone fra le ruote, perché non ho voluto andare con loro; ma il pubblico è giusto. L’anno scorso ho avuto molto successo e ancor più ne avrò quest’anno. La presunzione di Pleyel viene criticata aspramente, ma gli voglio bene lo stesso. Vado sempre ai suoi concerti e sono il primo ad applaudirlo”.
Anche Pleyel andava ai concerti di Haydn e la sera della prima esecuzione di questa Sinfonia si complimentò personalmente con il suo maestro, come è riportato dal suo primo biografo Georg August Griesinger:
«Una volta chiesi ad Haydn se fosse vero che aveva inserito nell’Andante i colpi di timpani per svegliare il pubblico che era andato al suo concerto per dormire. “No” mi rispose “il mio desiderio era piuttosto di sorprendere il pubblico con qualcosa di nuovo e fare un debutto brillante in modo da non essere superato dal mio allievo Pleyel che in quel momento era impegnato con un’orchestra di Londra che nel 1792 aveva iniziato la sua stagione di concerti otto giorni prima della mia. Il primo Allegro della sinfonia venne salutato da un numero infinito di “bravo”, ma l’entusiasmo raggiunse il culmine con l’Andante “col colpo di timpani”. Ancora! Ancora! risuonava in ogni bocca, e anche Pleyel si è complimentato con me per la mia trovata».
In effetti, accadeva piuttosto spesso che durante la seconda parte del concerto, proprio quando venivano eseguite le composizioni di Haydn, il pubblico inglese, reduce da tavole imbandite concluse da bevute di liquori, si addormentasse. Molti pensarono che il compositore, con l’imprevisto colpo di timpano, avesse così consumato una piccola vendetta, svegliando il pubblico proprio quando non se lo aspettava.
La sinfonia,  come tutte le Londinesi, è strutturata in quattro movimenti, dei quali il primo si apre con un introduttivo Adagio cantabile dal fiabesco incipit  affidato alle dolci sonorità degli oboi e dei fagotti, a cui rispondono gli archi con una maestosa melodia che anticipa il primo tema del brillante e innovativo Vivace assai, in forma-sonata, nel quale possono distinguersi ben tre idee tematiche diverse, l’ultima delle quali di carattere campestre. Il successivo Andante cantabile, il famoso movimento che dà il titolo alla sinfonia per l’uso imprevisto del colpo di timpano, è formalmente un tema con quattro variazioni. Tutto il movimento è costruito intorno a un semplicissimo tema con note ribattute che Haydn avrebbe utilizzato in seguito nell’oratorio delle Stagioni per l’aria dell’agricoltore. Alla fine della ripresa della prima sezione interviene il timpano, accompagnato dall’intera orchestra, che rompe l’idillio campestre generando l’effetto di sorpresa che, alla prima esecuzione, sempre secondo quanto riferito da Griesinger, produsse lo svenimento di una signorina piuttosto sensibile, estasiata dal sorprendente effetto della musica, che dovette essere trasportata all’aria fresca. Un elegante e, al tempo stesso, ironico Menuetto nelle pause che tagliano la parte conclusiva del tema, è il terzo movimento, il cui andamento, Allegro molto, è leggermente più rapido di quello che contraddistingue abitualmente questa danza, mentre il Finale, Allegro di molto, è un brillante Rondò.
Sinfonia n. 95 in do minore Hob. I:95
Allegro – Andante cantabile – Menuetto – Finale. Vivace
Durata: 21′

Terza delle Sinfonie londinesi nel catalogo, ma probabilmente seconda in ordine di composizione, la Sinfonia n. 95 fu composta nel 1791 ed eseguita nel mese di aprile dello stesso anno. Il primo movimento della Sinfonia n. 95 è l’unico che non si apre con un Adagio introduttivo, ma inizia direttamente con l’Allegro il cui primo tema è tutto giocato sulla contrapposizione tra una violenta semifrase e un gentile disegno degli archi. A questo tema se ne contrappone un secondo aggraziato dal gentile ritmo di danza. Particolarmente complesso è lo sviluppo in cui il materiale tematico precedentemente esposto viene elaborato anche in senso contrappuntistico Il secondo movimento, Andante cantabile, formalmente un tema di elegante “canzonetta” con libere variazioni, vede protagonista il violoncello, che assume un ruolo principale anche nel Trio del successivo Minuetto che presenta più le caratteristiche di danza paesana che la gaiezza a cui Haydn ci ha abituato in altre pagine. Non facilmente classificabile dal punto di vista formale, dal momento che in esso sono mescolate le forme della fuga, del Rondò e della Sonata è il brillante Finale che si conclude con una travolgente coda.