A 120 anni dalla morte.
Johann Strauss Jr (Vienna, 25 ottobre 1825 – 3 giugno 1899) fu avviato agli studi commerciali dal padre, il famoso Johann, considerato il re del Valzer, ma fu aiutato dalla madre a studiare violino all’insaputa del padre. Finalmente egli, nel 1844, dopo aver organizzato una sua orchestra, ottenne un repentino quanto inatteso successo al suo primo concerto, tenuto il 15 ottobre 1844 al Casino Dommayer, nonostante fosse contrastato dal padre che aveva inviato alcuni suoi collaboratori per avere un resoconto della serata che si rivelò un vero e proprio trionfo tanto che quest’ultimi, dopo i fischi iniziali, si unirono alla folla nell’applaudirlo. Alla morte del padre, nel 1849, Strauss ottenne la carica di direttore dei balli di corte, da lui mantenuta fino al 1871, quando decise di dedicarsi al teatro, dopo aver composto la maggior parte della sua produzione di valzer, che consta di circa di 170 lavori. Il suo primo lavoro, Indigo und die vierzig Räuber, alla prima rappresentazione al Theater an der Wien il 10 febbraio 1871 ottenne un grande successo di pubblico, mentre la critica espresse pareri contrastanti. Strauss non riuscì a ripetere questo successo con l’operetta successiva, Der Carneval in Rom (Il Carnevale a Roma), rappresentata per la prima volta al Theater an der Wien il 1° marzo 1873. Composto su un libretto di Josef Braun, Richard Genée e Maximilian Steiner che si ispirarono alla commedia Piccolino (1861) di Victorien Sardou, questo lavoro, più vicino ad un’opera comica che a un’operetta, in effetti, nelle intenzioni di Strauss, che non voleva passare per un compositore di musica d’intrattenimento, avrebbe dovuto essere destinato all’Opera di Corte di Vienna che, però, rifiutò di metterlo in scena. Questo lavoro teatrale, allora, fu rappresentato al Theater an der Wien dove il pubblico, che si aspettava da Strauss una vera e propria operetta, basata sulla satira politica e non su una forma di critica sociale, rimase disorientato.
Protagonista è Marie, una giovane che vive in un paesino delle Alpi Svizzere, dove attende il ritorno di Arthur Bryk, un pittore che, dopo averle fatto un ritratto e promesso di sposarla, ha deciso di continuare il suo viaggio per Roma. Nel paesino svizzero giungono per caso, insieme al Conte Falconi e alla sua consorte, due pittori, Hesse e Rafaeli; mentre il primo, attratto dal paesaggio, tira il freno di emergenza del treno, per poter dipingere, il secondo corteggia la Contessa approfittando del fatto che il Conte sta dormendo. Svegliato quest’ultimo dall’improvvisa frenata della locomotiva e sorpresi la moglie e il pittore, sfida il rivale a duello. Nel frattempo Marie apprende da Rafaeli che Arthur si trova a Roma, dove decide di raggiungerlo, mentre il duello è sventato dalla Contessa. Tutti insieme partono per Roma, teatro del secondo atto, durante il quale, complici il Carnevale e alcuni travestimenti, si assiste ad una serie di peripezie dai risvolti comici. Marie, travestita da giovane Savoiardo, ritrova il suo Arthur che, non riconosciutala, la accoglie come suo pupillo. Da parte sua il pittore, che, travestitosi da monaco, per guadagnarsi da vivere, vende delle false reliquie, si è innamorato della Contessa Falconi con la quale vorrebbe avere un incontro. Per vincere i sospetti del geloso marito, gli suggerisce di fare alloggiare, durante la stagione del Carnevale, la moglie in un convento che si trova nei pressi di una casa dove si sarebbe tenuta una festa di artisti, alla quale avrebbero partecipato tutti i personaggi. Nel corso della festa, giunta l’ora dell’appuntamento, Arthur si allontana, ma è seguito da Marie che, ripresi gli abiti femminili e aiutata dalle tenebre, si spaccia per la Contessa la quale, visto il suo amante nelle braccia di un’altra, dà l’allarme, riuscendo ad evitare che i due si bacino. Nel terzo atto Arthur, allo scopo di rimanere solo con la Contessa, la invita nel suo studio con la scusa di farle un ritratto, ma Marie, che vuole convincere sia il pittore sia il Conte dell’incostanza della donna, cerca, travestita, di sedurre la Contessa proprio in presenza di Arthur. Quest’ultimo, costretto da Marie, ancora travestita da uomo, ad ammettere che i suoi tentativi di sedurre la Contessa, erano dettati da pure ragioni economiche, riconosce in quel ragazzo la sua Marie, alla quale rinnova i suoi sentimenti d’amore. Fugati tutti gli equivoci e ricomposte le coppie, alla fine, il Carnevale può iniziare.
A livello musicale l’operetta, che scorre tra ritmi di danza e melodie orecchiabili, contiene brani di buon livello, come arie e duetti, che rivelano un certo mestiere, mentre il Carnevale, nel Finale, assume delle movenze più viennesi che romane. Tra le pagine più belle si segnala l’ouverture che, aperta da un frizzante gesto che anticipa l’iniziale attacco di quella ben più famosa del Pipistrello, nella parte centrale, presenta il bel tema del valzer introdotto da Strauss nel finale del primo atto.
Dedicheremo a Johann Strauss una serie di uscite atte a esplorare lavori teatrali poco noti