Johann Strauss Jr. (Vienna, 25 ottobre 1825 – 3 giugno 1899)
A 120 anni dalla morte.
Nonostante il grande successo internazionale conseguito in Russia, Germania e America come compositore e direttore d’orchestra, nel 1875 Strauss era ancora quasi del tutto sconosciuto a Parigi dove il suo nome sarebbe diventato popolare grazie alla rappresentazione alla Reanaissance di due sue operette, Ali Baba e i quaranta ladroni e Il pipistrello che fu messo in scena con il titolo La Tzigane. Come ricordato dal biografo di Offenbach, Siegfried Kracaucer, quest’operetta fece furore a Parigi e nessuno, tranne Offenbach, trattenuto nella sua stanza dalla gotta, mancò ad una sua rappresentazione. Incoraggiato dal successo, Strauss decise allora di scrivere un’operetta direttamente per le scene parigine e, per venire incontro ai gusti del pubblico francese, scelse come soggetto una commedia di Jérôme Albert Victor van Wilder, che aveva tradotto in francese Ali Baba, e di Alfred Delacour dando vita all’operetta Prince Methusalem, alla quale Strauss lavorò utilizzando direttamente il libretto francese. Nonostante l’entusiasmo profuso da Strauss nella composizione di quest’operetta per le scene parigine, la prima non ebbe luogo nella capitale francese essendo andate a monte tutte le trattative con i teatri di Parigi anche a causa delle richieste economiche di Strauss. L’operetta fu rappresentata, infatti, in una versione in tedesco di Ludwig Treumann che non solo tradusse il testo ma lo adattò ai gusti del pubblico viennese senza sacrificare le peculiarità stilistiche dell’originale francese, per la prima volta, al Carl-Theater il 3 gennaio 1877 riscuotendo un grande successo testimoniato anche dalle recensioni del giornali. Sulle colonne di “Die Presse” del 6 gennaio 1877 si legge, infatti:
“Gli assidui frequentatori del teatro devono essere interessati a sapere che il Re del Valzer è stato chiamato sul palcoscenico ben 34 volte durante le prime tre rappresentazioni della sua operetta e ha ricevuto un totale di 18 bouquets e sette corone d’alloro”.
Dello stesso tenore è quanto si legge sulla “Neue Freie Presse” del 5 gennaio:
“Il celebre compositore, ancora abbagliato dalla felice impressione del successo che ha da poco ottenuto, fu il centro delle ovazioni più sincere e degne d’onore”.
Sulla musica si concentrò, invece, il recensore di “Die Bombe”:
“In effetti, Prince Methusalem rivela una ricchezza di cosiddette arguzie musicali”.
Due minuscoli e immaginari regni in lotta tra loro da tempo immemorabile, quello del Trocadero e quello di Rikarak, costituiscono l’ambientazione di quest’operetta la cui trama verte, come spesso accade in questo genere, attorno a un matrimonio combinato per appianare i rapporti tra i due Stati. Si tratta dal matrimonio fra Prinz Methusalem, figlio del re Sigismund del Trocadero, e di Pulcinella, figlia del re Cyprian di Rikarrak. In realtà, Sigismund, principe poco amante delle arti che vorrebbe spendere il budget loro destinato nell’esercito e poco convinto di queste nozze, cerca di impedirle, nonostante abbia trovato un accordo con Cyprian, che, invece, ama attorniarsi di artisti. Tenta di ritardare la cerimonia di nozze, simulando un problema di salute, e, poi, di impedire che i due possano consumare la prima notte chiudendo Pulcinella nella sua stanza. Altre complicazioni,come una congiura contro Sigismund e una sommossa popolare causata dalla crescente pressione fiscale voluta dal re per finanziare le spese militari, sembrano allontanare il lieto fine che, invece, si realizza in modo paradossale. I due sovrani si scambiano, infatti, i rispettivi regni, mentre Methusalem e Pulcinella possono coronare il loro sogno d’amore.
Tra le pagine più belle della partitura si impongono, oltre allo splendido valzer del finale l’elegante ouverture nel quale il ritmo del valzer è piegato a un dolce lirismo, la deliziosa arietta di Pulcinella, Ach Papa die Schönen Kleider e i due duetti cantati da Pulcinella e Methusalem, Zum ersten Mal mit dir allein nel primo atto e Holde Nacht verweile nel secondo, aperto quest’ultimo da un suggestivo tema del corno che introduce un’atmosfera incantata.
Dedichiamo a Johann Strauss una serie di uscite atte a esplorare lavori teatrali poco noti.