Christoph Willibald Gluck (1714-1787): Sonia Prina & Heroes in Love.

Christoph Willibald Gluck: “Se in campo armato”, “Nobil onda” , “M’opprime, m’affanna”(Sofonisba), “Sperai vicino al lido” (Demofoonte), “Dal suo gentil sembiante” (Demetrio), Sinfonia, “Tradita, sprezzata” (Semiramide riconosciuta), Se fedele mi brama il regnante”, “Se il fulmine sospendi”(Ezio), “Se tu vedessi come vegg’io” (Ippolito), Sinfonia (Ipermestra), “Ah! Tu non turbi il mio riposo” (Telemaco). Sonia Prina (contralto), LaBarocca, Ruben Jais (direttore).  1 Cd Glossa 6663604

Gluck è ancora un compositore relativamente poco presente sui palcoscenici e nella discografia così che si accoglie con interesse la proposta di un recital integralmente gluckiano ancor più se i brani scelti non provengono dalle opere riformate ma dai precedenti lavori italiani ancora impostati all’estetica dell’opera seria e praticamente sconosciuti  al grande pubblico. Proprio questo è il taglio di questo  CD di Sonia Prina – accompagnata dall’orchestra LaBarocca diretta da Ruben Jais– interamente incentrato sui ruoli per castrato delle opere italiane del maestro tedesco.
La cantante milanese ha saputo ricavarsi un proprio spazio nell’attuale panorama del canto barocco. Voce scura e corposa, perfetta per i ruoli contraltili, grande facilità nel canto di coloratura, ottima dizione anche in un repertorio in cui questo aspetto non è facile da curare. Tutte doti che le hanno permesso di emergere come una delle esponenti di punta della scuola barocca italiana oltre fra le principali specialiste della tradizione femminile per i ruoli di castrato che affonda le sue radici nella prassi esecutiva del tempo ma che sempre più è messa in discussione dall’abitudine moderna di affidare questi ruoli a controtenori o falsettisti.
L’aria di “SofonisbaSe in campo armato è perfetta per le doti vocali e per il temperamento della Prina che trova i suoi momenti più congeniali nei brani più virtuosistici e marziali dove l’abilità nelle colorature si unisce alla scansione eroica dei testi metastasiani. L’aria ha la struttura tradizionale A-B- A con parte centrale cantabile fra le due esterne virtuosistiche e proprio la sezione intermedia colpisce per un’essenzialità e una pulizia della linea melodica che saranno proprie delle opere successive alla riforma.
Interessante per la sua libertà strutturale Sperai vicino il lido da “Demofoonte” caratterizzata da brevi sezioni alternate che sembrano accavallarsi come onde di una tempesta. I brani eroici e virtuosistici, di battaglia e di tempesta, occupano la parte maggiore del programma. Fra i vari titoli si possono ricordare le arie dall’Ezio opera cui la Prina torna dopo la registrazione integrale con Curtis nel 2011. Musicalmente fra i momenti più alti proposti Se fedele mi brama il regnante è un autentico capolavoro che si eleva non solo sugli altri titoli presentati ma su molta produzione vocale del tempo. Gluck riesce qui a fondere espressività e virtuosismo, piega anche i più estremi passaggi di coloratura alle ragioni espressive e trasmette un brivido di autentico eroismo. Rispetto alla precedente esecuzione qui la Prina ne dà una lettura meno scopertamente virtuosistica e maggiormente impostata alla ricerca di un eroismo solenne mentre ai fuochi d’artificio di “Il fulmine sospendi” è affidata la chiusura del programma. Merita una menzione per le sue capacità mimetiche “Nobil onda” (da “Sofonisba”) in cui i rapidi passaggi vocali evocano l’impetuoso correre di un torrente.
I brani più lirici suscitano più contenuto entusiasmo. La Prina canta sempre molto bene: dizione ed espressione sono molto curate, la linea di canto pulita ma manca quell’immedesimazione che si nota negli altri brani. Si nota una minor sintonia dovuta a ragioni più di temperamento che di tecnica. Per altro solo Ah, non turbi da “Telemaco” si può inserire nei brani di puro abbandono lirico; qui nel codificato genere dell’aria del sonno mentre nelle altre scelte opta per brani fortemente connotati in senso espressivo e non privi di elementi virtuosistici anche quando l’andamento è più disteso. È il caso di Se vedessi come vegg’io da “Ippolito” caratterizzato da un crescendo che accompagna la tensione emotiva del personaggio o di Tradita, sprezzata da “Semiramide riconosciuta” di cui la Prina rende alla perfezione la sublimità retorica con una declamazione nitida e scandita non compromessa da una puntatura acuta finale non sicurissima.
Brillante anche se non sempre pulitissimo l’accompagnamento della compagine orchestrale. Nel complesso un ascolto decisamente piacevole e di grande interesse per la rarità dei brani proposti.