Madrid, Teatro Real, Temporada 2018-2019
“DIDO AND AENEAS”
Opera in tre atti e un prologo su libretto di Nahum Tate, basato sull’opera Brutus of Alba, or the Enchanted Lovers (1678) e sul libro IV dell’Eneide di Virgilio
Musica Henry Purcell
Dido MARIE-CLAUDE CHAPPUIS (canto), YAEL SCHNELL, MICHAL MUALEM (danza)
Aeneas NIKOLAY BORCHEV (canto), VIRGIN PUODZIUNAS (danza)
Guida di Aeneas LUC DUNBERRY, MANUEL ALFONSO PÉREZ TORRES (danza)
Belinda APHRODITE PATOULIDOU (canto), SASA QUELIZ (danza)
Seconda donna LUCIANA MANCINI (canto), MARIA MARTA COLUSI (danza)
Narratrice PEGGY GRELAT-DUPONT (danza)
Maga YANNIS FRANÇOIS (canto), JUAN CRUZ DÍAZ DE GARAIO ESNAOLA, XUAN SHI (danza)
Prima strega / un marinaio ZIAD NEHME (canto), TAKAKO SUZUKI (danza)
Seconda strega / uno spirito MICHALE SMALLWOOD (canto), JIŘÍ BARTOVANEK (danza)
Ascanio LUNA ALMA MUALEM DE FILIPPIS (danza)
Akademie für Alte Musik Berlin
Vocalconsort Berlin
Direttore Christopher Moulds
Coreografia e regia Sasha Waltz
Scene Thomas Schenk, Sasha Waltz
Costumi Christine Birkle
Luci Thilo Reuther
Ricostruzione musicale Attilio Cremonesi
Drammaturghi Jochen Sandig, Yoreme Waltz
Maestro di ballo Juan Kruz Díaz de Garaio Esnaola
Madrid, 2 aprile 2019
«Una volta che io giaccia a terra, possano i miei errori non farti soffrire; ricordami, ma dimenticando il mio destino» (dal libretto di Nahum Tate, atto III ii). Henry Purcell (1659-1695) fu un figlio della restaurazione inglese, dopo gli anni convulsi delle guerre civili e il ritorno di Carlo II sul trono. Il compositore nacque e visse in un’Inghilterra perplessa, sprofondata nelle liti e alla ricerca della sua identità. Quando il sovrano, grande estimatore e amante della musica, restaurò la Cappella Reale, dove secondo la tradizione si iniziavano i bambini alla musica corale, Purcell poté giovarsi del magistero di Henry Cooke, uno dei migliori didatti del momento, Pelham Humfrey, che aveva studiato alla corte di Luigi XIV, e John Blow, uno dei primi musicisti della stessa Cappella Reale. Ma Purcell dimostrò di saper guardare ben oltre i confini nazionali, attento al genere musicale teatrale, relativamente nuovo e che acquisiva sempre più forza nel continente europeo. A dispetto dei soliti sospetti (“Le opere all’estero sono creazioni musicali in cui si canta tutto e si intona ogni parola: questo non fa parte del gusto degli inglesi”, scriveva il Gentleman’s Journal nel 1693), Purcell decise di cimentarsi nel melodramma, e di basarsi su di un soggetto classico ridotto da un libretto conciso e sobrio. Che tutto questo possa tradursi oggi in un’esecuzione musicale e coreografica, sembra continuare la sperimentazione dello stesso compositore, aggiornandone la sfida ad altri codici e linguaggi espressivi. Sasha Waltz, coreografa e ballerina di origini tedesche, crea e dirige l’omonima compagnia (S. W. & Guests) dal 1993 ed è attualmente una fra le artiste più conosciute al mondo, giacché le sue scelte e creazioni sono frutto di uno studio molto accurato, sempre ispirato a quante più arti sceniche possibili, in una fusione di pittura, poesia, architettura e multimedialità. Ospite frequente del Teatro Real di Madrid, nella stagione 2015-2016 presentò lo spettacolo di danza Sacre e adesso Dido and Aeneas, una fortunata produzione risalente al 2005 che ha già toccato molti importanti teatri europei (anche l’Opera di Roma, nel settembre 2016, quando fu recensita per “GBopera” da Francesco Giudiceandrea). La ricostruzione musicale di Attilio Cremonesi ha riscattato e utilizzato altre composizioni di Purcell, per far sì che l’opera acquistasse scene, paesaggi e colori nuovi, e ovviamente una durata superiore rispetto a quella delle esecuzioni tradizionali. Come risulta evidente dai propositi della coreografa, l’estetica contemporanea di Sasha Waltz non prescinde da un intento storico, visto che reinserisce l’opera nel poliedrico genere in auge nell’Inghilterra di fine Seicento, il Masque. Dal punto di vista strutturale, la danza impera sopra il canto, visto che ogni personaggio è dotato di una duplice figura di interprete, quella che canta e quella che danza, narrando con il corpo la storia degli amanti virgiliani; ma la verità è che ogni ruolo è riscritto da Waltz per rompere con la rigidità di distinzione tra le funzioni convenzionali: danzatori e cantanti riescono effettivamente a fondere i loro movimenti in modo magistrale e molto coerente. All’inizio appare una enorme vasca in mezzo allo scenario, sostenuta da colonne di acciaio e con luci dirette dal basso verso l’alto; ballerini e cantanti vi si immergono, nuotano con movenze sinuose, nel corso di un prologo (tutto ricostruito da Cremonesi) che introduce al viaggio di Aeneas attraverso il Mediterraneo. Uscendo dalla vasca tutti gli interpreti si spogliano e abbandonano il palcoscenico, con una nudità allusiva alla sensualità ispiratrice dell’arte barocca, in particolare alla pittura di un Guido Reni o di un Rembrandt. Una volta scomparsa la vasca, Aeneas si ritrova in una nuova città, Cartagine, con i suoi abitanti e la sua regina Dido. La scena del festino regale durante il quale i due personaggi si innamorano è un’ode alla forma d’intrattenimento musicale del barocco, in cui si intrecciano ballo, canto, dramma, costumi e forme allegoriche, il tutto reso brillante dalle intense luci di Thilo Reuther. Tutto cambia, si oscura e si confonde per la partenza di Aeneas; la scena dell’addio è certamente la più bella di tutta la rappresentazione; non solo: grazie all’unione di generi diversi e alla sovrapposizione dei linguaggi è forse il momento più alto dell’intera stagione di danza del Teatro Real. Dovendo rappresentare la coppia di innamorati disfatta dal pianto e dal lamento – con Aeneas sconsolato e Dido che accetta il proprio destino, ma abbandonandosi alla disperazione fino a lasciarsi morire – Sasha Waltz sceglie una modalità narrativa complessa e propriamente “barocca”: Dido cammina verso il pubblico fino a cadere in una specie di sarcofago, sistemato nella fossa dei musicisti, mentre Belinda sul palco accende dei ceri in suo onore; presto, però, anche le candele si spengono, lasciando tutto al buio e in solitudine. Il pubblico del Teatro Real ha molto festeggiato sia i cantanti (tutti specialisti molto preparati) sia i danzatori della compagnia tedesca, per il cui repertorio Dido and Aeneas costituisce ormai un titolo importante e ricorrente. Foto Javier del Real © Teatro Real de Madrid