Mark-Anthony Turnage (n.1960): Concerto per due violini e orchestra. “Shadow Walker” (I. II. III, IV). Hector Berlioz (1803-1869): Symphonie fantastique op.14 (Rêveries — Passion, Un bal, Scène aux champs, Marche au supplice, Songe d’une Nuit de Sabbat). Borusan Istanbul Philharmonic Orchestra. Sascha Goetzel (direttore). Vadim Repin e Daniel Hope (solisti). Registrazione, Vienna, Musikverein, 23 ottobre 2017. T. Time: 79′ 23″. I Cd Onyx
Tre le proposte discografiche che vedono protagonista Hector Berlioz in occasione del centocinquantesimo anniversario della morte, va, senza dubbio, segnalato, un Cd, pubblicato dall’etichetta Onyx che accosta, in modo apparentemente insolito, il nome del grande musicista francese a quello del compositore contemporaneo britannico Mark-Anthony Turnage. In realtà i due lavori proposti di questi due autori, pur separati da circa 200 anni, essendo quello di Turnage composto nel 2017 e quello di Berlioz nel 1830, non sono così lontani dal momento che, pur nelle innegabili differenze dovute ai linguaggi e alle tecniche musicali adottati dai due compositori, presentano un denomitatore comune: sono entrambi, infatti, due lavori di musica a programma. Ispirato al Concerto per due violini di Bach, Shadow Walker di Turnage deriva il suo titolo e, in un certo qual modo, il suo programma da un video di Wallinger nel quale l’artista filmava la sua ombra mentre camminava sulla Shaftesbury Avenue di Londra; ispirandosi al suddetto video, il compositore britannico crea in questa sua composizione con i due strumenti solisti un vero e proprio gioco di ombre grazie alla tecnica del canone e dell’imitazione. Costituito da quattro movimenti che si susseguono secondo l’alternanza veloce-lento-veloce-lento, il Concerto è un lavoro suggestivo dal punto di vista degli impasti timbrici ottenuti anche grazie all’uso delle percussioni turche. In questa registrazione dal vivo, realizzata, il 23 ottobre 2017, presso il Musilverein di Vienna, gli interpreti sono Vadim Repin e Daniel Hope che lo avevano eseguito quattro giorni prima ad Istanbul, il 19 ottobre, in prima assoluta, e che con i loro strumenti riescono a realizzare le intenzioni artistiche dell’autore, trovando un bel suono, come avviene all’inizio del quarto movimento, o fondendosi tra di loro e con l’Orchestra Filarmonica di Borusan, ben diretta da Sascha Goetzel. Questi è protagonista di una buona esecuzione della Sinfonia fantastica, capolavoro all’origine della sinfonia a programma proposta come seconda parte del concerto in modo da creare quasi un ponte con il Concerto di Turnage che può essere considerato come uno degli ultimi lavori scritti in questo genere. Nella concertazione di Goetzel si nota una certa cura dei dettagli sia nei pieni orchestrali sia negli episodi solistici come, per esempio, l’intenso dialogo tra oboe e corno inglese che apre il terzo movimento, Scène aux champe, mentre piena di pathos è la sua lettura dell’idée fixe. Da notare, infine, il piglio veramente marziale della Marche au supplice, l’attenzione alle dinamiche e la ricerca di un bel suono che contraddistingue tutta la sinfonia. Si tratta, in definitiva, di un buon prodotto.