Catania, Teatro Massimo Bellini
“Fedora”
Dramma di Victorien Sardou
ridotto in tre atti per la scena lirica da Arturo Colautti
Musica di Umberto Giordano
Principessa Fedora Romazov IRA BERTMAN
Contessa Olga Sukarev ANASTASIA BARTOLI
Il Conte Loris Ipanov SERGEY POLYAKOV
De Siriex IONUT PASCU
Dimitri SONIA FORTUNATO
Un piccolo savoiardo SABRINA MESSINA
Desiré ANDREA BIANCHI
Il Barone Rouvel RICCARDO PALAZZO
Cirillo ANGELO NARDINOCCHI
Borov GIANLUCA TUMINO
Grech DANTE ROBERTO MURO
Lorek SALVO DI SALVO
Nicola GIANLUCA TUMINO
Sergio RICCARDO PALAZZO
Boleslao Lazinski VALERIO SEVERINO
Ivan SEBASTIANO SICUREZZA
La pianista PAOLA SELVAGGIO
Orchestra e Coro del Teatro Massimo Bellini
Direttore Gennaro Cappabianca
Maestro del coro Luigi Petrozziello
Regia Salvo Piro
Scene e costumi Alfredo Troisi
Assistente alla regia Salvo Disca
Allestimento scenico del Teatro “Umberto Giordano” di Foggia
Catania, 24 marzo 2019
Anche l’ultima replica di Fedora si conclude all’insegna dell’incertezza per il futuro del Teatro Massimo Bellini dopo i tagli ai finanziamenti. Nel finale, infatti, prima che il sipario calasse, dall’alto è stato fatto scendere un cartello con la scritta “Non facciamola morire”, e, subito dopo, sul palco popolato da lavoratori dell’ente, l’attrice Manuela Ventura ha declamato un appello alle istituzioni e alla società civile affinché il teatro non muoia.
Passando all’allestimento che riprendeva quello realizzato dal Teatro Umberto Giordano di Foggia, vanno subito segnalate le belle scenografie mobili in stile Liberty, che, oltre a favorire la fluidità dello spettacolo con cambi di scena a vista, si sono imposte per la loro eleganza coerente con la società aristocratica alla quale appartengono i personaggi dell’opera. Coerenti, anche, gli eleganti costumi firmati, come le scenografie, da Alfredo Troisi e la regia di Salvo Piro che, sostanzialmente, si è mantenuto fedele al libretto, marcando gli snodi della vicenda come il dolore di Fedora per la morte del suo promesso sposo bene evidenziato dalla protagonista che, alla fine dell’atto primo, si trova ai piedi del letto dell’amato. Nei confronti di questa messa in scena nel complesso tradizionale la regia si è concessa qualche piccola libertà, come la presenza, nel secondo atto, di una pianista, la brava Paola Selvaggio, al posto del famoso pianista presentato da Olga, e il finale nel quale, per introdurre l’elegante protesta del teatro, Fedora, piuttosto che accasciarsi a terra, stroncata dal veleno, si incammina verso il fondo del palcoscenico come un’eroina tragica verso il patibolo.
Ottima la concertazione di Gennaro Cappabianca per la scelta dei tempi e delle sonorità, sempre controllate e, quindi, mai soverchianti i cantanti; inoltre particolarmente espressivi sono apparsi i momenti in cui l’orchestra era sola, come l’intermezzo del secondo atto dove il Leitmotiv di Loris è stato eseguito con pathos. Dotata di una bella voce soprattutto nel settore acuto, Ira Bertman è stata una Fedora convincente dal momento che è riuscita a rendere bene la complessità psicologica del ruolo da lei interpretato passando dalla passione all’amore e all’accorata richiesta di pietà nel finale. Al suo fianco Sergey Polyakov, nella parte di Loris, ha esibito la sua voce potente e omogenea in ogni parte del registro soprattutto nei momenti di maggiore passionalità, ma si è rivelato anche capace di una musicalità dolce, come in Mia madre, la mia vecchia madre nel secondo atto. Un po’ vocalmente freddo all’inizio della romanza Amor ti vieta, ha dato della stessa un’interpretazione convincente. Un’Olga Sekarev spensierata e civettuola è stata ben interpretata da Anastasia Bartoli, che ha dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio, sia scenicamente che vocalmente, nel ruolo a lei affidatole, come, del resto, Ionut Pascu è stato un elegante De Sirieux potendo contare su una voce dal bel timbro e su un fraseggio e un’intonazione curati evidenti in La donna russa. Sul piano della correttezza i numerosi comprimari: Sonia Fortunato (Dimitri), Sabrina Messina (Un piccolo Savoiardo), Andrea Bianchi (Desiré), Riccardo Palazzo (Il Barone Rouvel e Sergio), Angelo Nardinocchi (Cirillo), Gianluca Tumino (Borov e Nicola), Dante Roberto Muro (Grech), Salvo Di Salvo (Lorek), Valerio Severino (Boleslao Lazinski) e Sebastiano Sicurezza (Ivan). Ottima, infine, la prova del coro ben preparato da Luigi Petrozziello.