Richard Strauss (1864 – 1964): “Vier letzte lieder”; arie e scene da “Arabella”, “Capriccio”, “Rosenkavalier”. Anne Schwanewilms, Jutta Böhnert (Soprani), Regina Richter (Mezzosoprano), Gürzenich-Orchester Köln, Markus Stenz (direttore). Registrazione: Köln 2-4 febbraio 2011. 1 Cd Orfeo 2767888
I“Vier lezte Lieder” straussiani sono una delle composizioni più note ed eseguite del repertorio vocale non operistico, affrontati sistematicamente da tutte le maggiori cantanti del secondo Novecento tanto da rendere quasi impossibile trovare nuove vie interpretative ma al contempo dotati di un irresistibile fascino per tutte le interpreti attive in questo repertorio.
I“Vier lezte Lieder” straussiani sono una delle composizioni più note ed eseguite del repertorio vocale non operistico, affrontati sistematicamente da tutte le maggiori cantanti del secondo Novecento tanto da rendere quasi impossibile trovare nuove vie interpretative ma al contempo dotati di un irresistibile fascino per tutte le interpreti attive in questo repertorio.
Non sfugge alla fascinazione la tedesca Anne Schwanewilms che negli ultimi decenni si è ritagliata un ruolo di primo piano come interprete straussiana e dei ruoli più lirici del repertorio wagneriano. Ad accompagnare la cantante in questa prova la Gürzenich-Orchester Köln diretta da Markus Stenz. Se la compagine orchestrale mostra un solido professionismo e una qualità media decisamente soddisfacente pur senza poter reggere il confronto con formazioni più illustri e blasonate la direzione di Stenz rappresenta uno degli aspetti di maggior interesse della registrazione. Tanto nei lieder quanto negli estratti operistici che completano il programma – per altro fin troppo breve con una durata complessiva che supera di poco i 50 minuti – mostra un’attenzione particolare per il suono. Poco interessato all’aspetto narrativo e a suo modo teatrale Stenz concentra la sua lettura sulle ragioni prettamente musicali, strumentali, della partitura mostrando una particolare cura nella resa dei dettagli: si ascolti con quanta attenzione sono resi i singoli dettagli all’inizio di “September” o gli interventi degli strumenti solisti anche nella ricca scrittura dei brani operistici.
La voce della Schwanewilms è quella classica dei soprani lirici wagneriani capace di fondere l’innegabile luminosità del timbro con una buona robustezza di fondo. La gamma è nell’insieme omogenea pur con qualche tendenza alla fissità nel settore acuto – particolarmente evidente nei primi due lieder del ciclo – attenta nel fraseggio e nella cura dell’accento. Certo non si ritrovano né la morbida femminilità della Della Casa né la strumentale purezza che nella Popp si faceva ascensione verso un iperuranio musicale – specie in “September” manca quel senso di luminosa ascesa di altre storiche interpreti. Restano un ascolto sicuramente piacevole ma che non riesce a imprimersi in modo ben definito.
Approccio simile per i brani operistici. La luminosità timbrica si adatta perfettamente alla sbocciante giovinezza di Arabella mentre manca un po’ di maturità per la Marescialla di “Der Rosenkavalier” il cui terzetto finale chiude il programma e in cui la voce della Schwanewilms risulta non così differenziata da quella della Sophie di Jutta Böhnert; a completare il trio vocale si apprezzano gli interventi dell’Octavian di Regina Richter.
Il più ampio fra i brani presentati è il grande monologo di “Capriccio” dove pur con una voce non così ricca di armonici si apprezza una particolare cura per la dizione e per il fraseggio che mostrano l’attento approccio della Schwanewilms anche quando non si trova in terrene perfettamente confacenti alle sue doti naturali.