Verona, Teatro Ristori, Danza – Stagione 2018/2019
“UMANE PASSIONI”
“SCHUBERT FRAMES”
Coreografia Enrico Morelli
Musica Franz Schubert suonata dal vivo dal Quartetto del teatro Ristori
Disegno luci Cristina Spelti
Costumi Carlotta Montanari
Interpreti MM Contemporary Dance Company
“VIVALDI UMANE PASSIONI”// PRIMA ASSOLUTA
Coreografia Michele Merola
Musiche Antonio Vivaldi suonata dal vivo dal Quartetto del teatro Ristori
Disegno luci e coreografie Cristina Spelti
Costumi Carlotta Montanari
Interpreti MM Contemporary Dance Company
Verona, 1 febbraio 2019
Si è piacevolmente ammaliati dalla musica di Schubert che subito non ci si accorge che sul palco qualcosa avviene e ai piedi dei danzatori si gonfia un’enorme luna, che poi sale appena sopra le loro teste. È chiaro poi che il diafano astro non è che il sacro totem al quale sono votati i nostri tormenti interiori. Siamo al cospetto del Romanticismo, movimento artistico di cui il musicista viennese è esponente, che ci vuole contemplatori del chiaro di luna, tanto che ci “sovvien l’eterno” (L’infinito, Leopardi), per modo di dire, alle note del pianoforte che accompagna gli slanci dei ballerini per afferrare gli svenimenti estatici delle rispettive compagne. Capiamo allora il richiamo esoterico romantico quando sotto l’enorme invadente luna è come schiacciata seduta una danzatrice e tutt’attorno girano gli altri a comporre un sacro rituale propiziatorio. Se non c’era l’opportunità di avere una luna piena (eccezionalmente enorme in questo periodo), considerata la serata piovosa, è stata un’ottima scelta quella di accompagnare i balletti dalla musica dal vivo. L’ensemble del teatro Ristori (violini, viola, violoncello, contrabbasso, pianoforte e clavicembalo), per la coreografia di Morelli, ha ritmato i passi di danza: gli slanci diagonali, gamba tesa in avanti e corpo arretrato con braccia chiuse, quindi aperte; il braccio destro, con mano tesa, che gira rigido attorno alla testa; le attese dei ballerini, per iniziare a muoversi tutti all’unisono tanto da battere contemporaneamente le mani. Che spettacolo la danza quando, dopo che a ognuno è stato concesso di vivere un’esperienza solista, o in coppia, si compiono tutti insieme i passi che caricano il palco di tanta bellezza; insomma la danza può riuscire là dove la poesia non arriva perché, sebbene non voglia o non sappia essere descrittiva e metaforica, seduce chi vede riflesso nel gesto a tempo di musica le proprie fragili intime solitudini. Enrico Morelli, già visto in Bolero e codirettore con Merola del progetto di perfezionamento professionale per danzatori, offre una bella mezz’ora di emozioni e conferma l’indole della MM Contemporary Dance Company, nel saper incorniciare le azioni/emozioni in quadri con sapiente tensione coreografica. Il maître de ballet, alter ego di Merola, rifugge dall’odierno vivere, fatto di contatti effimeri a cui si condivide tutto quello che intendiamo sia visto, per ritrovare un’antica realtà, quella romantica, da cui l’uomo fuggiva con la potenza del pensiero per riparare (cercare di curare) i propri mali esistenziali. Singolare quel saltino sul posto, asincrono, a braccia sciolte dei ballerini, che ricompatta il corpo di ballo in ben tre lunghe riprese durante lo spettacolo, e che a noi ha fatto raccordare “Guarda che bianca luna” di Schubert (lirica di Vittorelli) con “O graziosa luna, io mi rammento” del poeta di Recanati. Crediamo stia proprio in questo, nel saper rievocare reminiscenze scolastiche (essenziali), che sono la nostra cultura, il compito di qual si voglia espressione artistica.
Sulla musica di Vivaldi ruota invece la coreografia di Michele Merola, Vivaldi Umane Passioni. Essa non si allontana dall’ipnotico, suadente, intimo Bolero (di un anno fa) tanto che sono sfruttate le volute barocche del maestro veneziano (clavicembalo) per alleggerire i passi misurati dei danzatori, da farli divenire le eteree figure di Chagall (come espresso dallo stesso coreografo), quindi capaci di salire e fluttuare in cielo, lontane dalle atrocità di ogni presente. Tutto appare magicamente elegante: le alzate, le tenute in aria, il passo strisciato, addirittura le figure trattenute sospese corpo a corpo e qualche attitude qua e là in punta di piedi. Probabilmente sarà ancor meglio danzato tutto il Barocco che può essere danzato, nelle sue accezioni di estroso, eccessivo e ridondante (per dirne alcune) quello che sarà messo in scena in Vivaldi Works il prossimo 9 febbraio al teatro Asioli di Correggio, per le coreografie di Michele Merola, Daniele Ninarello, Eugenio Scigliano, un tris di coreografi d’alto livello, capaci sicuramente di far rivivere quell’espediente artistico del “bello alla vista”, che suscita sempre tanta meraviglia e stupore. (foto Riccardo Panozzo)