Madrid, Teatro Real, Temporada 2018-2019
“Las voces del Real: Mariella Devia”
Orquesta y Coro Titulares del Teatro Real
Direttore José Miguel Pérez-Sierra
Soprano Mariella Devia
Basso Javier Franco
Tenori Alejandro Del Cerro, Emmanuel Faraldo
Contralto Sandra Ferrández
Baritono Gerardo Bullón
Gaetano Donizetti: Anna Bolena (ouverture e scena finale dell’opera); Maria Stuarda (ouverture e scena finale dell’opera)
Madrid, 28 ottobre 2018
Ricordate quelle celebri pagine dei Guermantes, in cui Proust racconta di essere stato all’Opéra per una serata di gala, in cui la Berma recitava Phèdre e un’altra commedia, raggiungendo il culmine della sua arte? Il narratore traeva lo spunto di quella cronaca per riflettere sul rapporto tra arte drammatica e interpretazione, con molti riferimenti anche alla musica. La conclusione relativa alla Berma era che la dedicazione di tutt’una vita, il perfezionamento della tecnica, la progressiva sottrazione di ogni eccesso, avessero condotto a una tale trasparenza dell’esecuzione, che nessuna particolare interpretazione potesse essere additata come caratterizzante, se non la perfetta traduzione sonora e gestuale dei versi poetici. Lo scrittore disincantato e prevenuto aveva dovuto ricredersi, commuovendosi dinnanzi alla grande attrice, ormai sul punto di ritirarsi, e alla sua totale identificazione con il testo letterario. Il composito pubblico dell’Opéra, naturalmente, aveva consacrato alla memoria quella serata straordinaria con i suoi applausi e con le reiterate chiamate sulla scena.
Una stessa atmosfera regna al Teatro Real di Madrid quando Mariella Devia offre un concerto di canto donizettiano, in cui si esibisce nella scena conclusiva dell’Anna Bolena e della Maria Stuarda, due partiture con le quali vanta da molti anni una frequentazione assidua. Inutile parlare in termini celebrativi; la stessa Mariella Devia sarebbe la prima a disgustarsene, considerato che tutto il suo impegno si riversa – e al tempo stesso si esaurisce – nella pagina musicale: assente ogni inclinazione divistica, in colei che proprio per questo è autentica diva del belcanto. Il concerto è strutturato in ordine rigorosamente cronologico di composizione, sebbene il finale della Bolena risulti più spettacolare e drammatico rispetto a quello della Stuarda. José Miguel Pérez-Sierra guida Orchestra e Coro del Teatro Real, che offrono la sinfonia delle due opere e i rispettivi cori luttuosi, a introduzione della scena solista e dei concertati finali. Un gruppo di apprezzati professionisti attornia la Devia nei ruoli minori, ma tutta l’attenzione si concentra costantemente su di lei. Davvero straordinari il timbro, la tenuta del diaframma, le messe di voce, i fiati: ogni frase, dalla dizione nitidissima, anche nei recitativi è scolpita con la necessaria drammaticità. L’attacco di «Al dolce guidami castel natio» è sofferente, come malato, non indulge a nessuna tentazione melodica; ciascuna enunciazione si giova di una ricerca della rotondità del suono e della frase, che diventa il personale sigillo musicale del soprano, soprattutto nei momenti di delirio. Ma non tutto è disperazione: nella scena finale della Stuarda Mariella Devia insiste soprattutto, con voce nuova e distesa, sul momento di preghiera («Deh, tu di un’umile / preghiera il suono»), perché – dopo le regali sfuriate nella prima parte dell’opera – lo spettatore riporti impressa nella memoria la magnanimità di Maria. Neppure nella ripresa della cabaletta il soprano sfoga l’orrore della tremenda ingiustizia, trattenendo in piano tutta l’emissione acuta dell’ultima aspirazione: che il suo sangue versato «non richiami sull’Anglia spergiura / il flagello di un dio punitor». La sorpresa più enfatica, comunque, è il mi bemolle sopracuto che la Devia sfodera nella stretta conclusiva, lasciando il pubblico meravigliato e commosso; si susseguono applausi e chiamate, cui la regina risponde con sorrisi compiti e saggi. Foto Javier del Real © Teatro Real di Madrid