Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “Jacques Offenbach e la Parigi della musica leggera”, dal 29 settembre al 28 ottobre 2018
“SAUVONS LA CAISSE!”
Musica di Charles Lecocq
“FAUST E MARGUERITE”
Musica di Frédéric Barbier
Soprano Lara Neumann
Tenore Flannan Obé
Fisarmonica Pierre Cussac
Venezia, 30 settembre 2018
Un altro concerto – il secondo – si è svolto, nella deliziosa sala dei concerti del Palazzetto Bru Zane, nell’ambito del festival dedicato a Jacques Offenbach, in occasione del bicentenario della nascita del re dell’operetta francese. È stata una serata all’insegna della più genuina tradizione comica e del puro divertimento, pur senza mai dimenticare il buon gusto e le esigenze dell’arte, che è doveroso salvaguardare anche quando si affronta un genere considerato minore, qual è appunto l’operetta.
Ai lati del piccolo palcoscenico, due leggii per i due cantanti e, in mezzo, una sedia per il fisarmonicista: nulla di più minimalista! Eppure, quando gli interpreti – come in questo caso – sono di alto livello, potendo contare su una solida preparazione teatrale e musicale, acquisita attraverso lo studio e l’esperienza “sul campo”, anche in un contesto così povero, può compiersi la magia del teatro; e la scena si anima di immagini e situazioni divertenti, semplicemente suggerite dal più irresistibile edonismo sonoro, nonché da una mimica e una gestualità tanto essenziali quanto efficaci, frutto di una scaltrita padronanza di convenzioni teatrali, che affondano le radici in un secolare tradizione. I tre interpreti già si erano fatti apprezzare dal pubblico veneziano. Il soprano Lara Neumann – tra i fondatori, con Flannan Obé e Emmanuel Touchard, del trio Lucienne et les Garçons – ha interpretato nel 2016, insieme alla Compagnia Les Brigands, al Malibran, il personaggio di Angélique, in Les Chevaliers de la Table ronde di Hervé, mentre nel 2016 era tra gli interpreti di Votez pour moi!, presso la Scuola di San Giovanni Evangelista. Hanno già collaborato con il Palazzetto Bru Zane, a Venezia, anche il tenore Flannan Obé, che ha partecipato, l’anno scorso, alla produzione di due operette in un atto (Les deux aveugles di Jacques Offenbach e Le compositeur toqué di Hervé) così come i fisarmonicista Pierre Cussac, che ha suonato nel citato spettacolo Votez pour moi!
Nel recente concerto, di cui ci occupiamo, si proponevano due operette in un atto, rispettivamente di Charles Lecocq, un maestro riconosciuto di tal genere di spettacolo, e di Frédéric Barbier, compositore invece non ancora apprezzato nel suo giusto valore, per rappresentare, in modo decisamente sfacciato e scherzoso, la condizione degli artisti nell’Ottocento. Irresistibili sono risultati i due cantanti – che evidentemente conoscono tutti i “trucchi” del mestiere – per il giusto accento enfatico, caricaturale, con cui hanno saputo rendere i personaggi e le situazioni, che si succedono nell’operetta di Lecocq, Sauvons la caisse! Pieno di risorse si è rivelato il cantante-attore Flannan Obé nei panni del giovane domestico Cruchinet – un giovane segretamente innamorato di Fille de l’air, cavallerizza in un circo ambulante, cui ha sottratto la grancassa con cui ella si esibisce –, fin dai couplets d’esordio (“Tendre objet qui me fascine”), come nel duetto con la sua amata, dopo che questa si è recata proprio nella casa, in cui egli presta servizio, con lo scopo di vedere il suo padrone Tropouridchick, o ancora nel duetto “Nous voici, donc, en tête à tête, spacciandosi per il padrone stesso (visto che quest’ultimo è assente), il che però gli costa l’assaggiare qualche colpo di frustino …. Una comicità arguta ed espressiva (per non dire espressionistica), sia nella gestualità che nel fraseggio, ha anche caratterizzato l’interpretazione di Lara Neumann – oltre che nei ricordati duetti – nei Couplets de l’écouyère, con cui si presenta (“Je suis écuyere intrepide”), come nel rondeau “Dans mes veines, c’est pas du sang”.
Molto divertente è stata anche la “saynètte bouffe” Faust et Marguerite di Frédéric Barbier – basata su un libretto a tratti veramente esilarante –, i cui protagonisti sono il signor e la signora Lehuchoir, “cantanti di provincia”, che si apprestano a interpretare Faust e Marguerite nella cittadina di Fouilly-les-Mouches. La comicità della situazione nasce dal contrasto tra le attese del pubblico – che si aspetta un grande spettacolo degno di un teatro parigino – e gli scarsi mezzi a disposizione degli artisti: i gioielli sono falsi, come recita appunto l’Air des bijoux (“Tout ça c’est du toc”), dove il soprano ha brillato per la sua interpretazione piena di sfumature e contrasti, così come si è imposta nei Couplets du maquillage (“Pour être jolie à present”), in cui confessa che il proprio trucco pesante funge da “coprimiserie”. Non è stato da meno il tenore nei Couplets de la bretelle, consunta come tutti i costumi di scena, e nell’Air d’extase (“Je t’aime, ô mon ange adoré”), che fa seguito al Duo d’amour, che ha visto i due cantanti immersi in un improbabile idillio. Alla fine, i due sposi sembrano finalmente pronti a presentarsi in palcoscenico, quando scoppia tra loro un rocambolesco litigio, culminante in un Air de chasse, con cui si conclude più o meno questo teatro nel teatro, che si fonda su onomatopee e dialoghi alquanto assurdi: del resto – vi si afferma – quello che si canta “Quanto più è stupido, ora, tanto più è spirituale”. Determinante per la riuscita dello spettacolo è stato il fisarmonicista Pierre Cussac, che ha assecondato con intelligenza e sensibilità le voci, affrontando con musicalità e padronanza tecnica la sua non banale parte di accompagnamento, caratterizzata dai allusioni, citazioni (nella seconda operetta, ovviamente da Gounod), diversi stili che si alternano. Successo calorosisssimo, con un bis dalla prima operetta (il duetto su “Tropouridchick”).