Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “Jacques Offenbach e la Parigi della musica leggera”, dal 29 settembre al 28 ottobre 2018
“CAFÉ-CONCERT” – J’aime pas les concerts ! Mais j’prendrais bien un café…
Tenore Rodolphe Briand
Pianoforte Vincent Leterme
Chansons di Émile Ettling/Ernest Bourget; Charles Borel-Clerc/Félix Mortreuil, Eugène Jouillot; Raoul Georges/Edmond Bouchaud; Félix Chaudoir/Lucien Delormel, Léon Laroche; Léopold Gangloff/Lucien Delormel, Léon Garnier; Ernest Cabaner/Charles Cros; Claude Terrasse/Franc-Nohain; Franz Liouville/Louis Gabillaud; Aristide Bruant; Émile Waldteufel/Élie Frébault; Edmond Audran/Henri Chivot, Alfred Duru.
Gabriel Fauré/André Messager: Souvenirs de Bayreuth: n°s 3 et 1 (pour piano seul)
Venezia, 9 ottobre 2018
Una mimica fatta anche di sberleffi e boccacce, di ammiccamenti e smorfie; una maniera di recitare e di cantare giocata sull’enfasi più sfrenata, su continue, esasperate modulazioni della voce; un’irresistibile vis comica, che coinvolge il pubblico con la sua freschezza e spontaneità, anche se, come spesso accade in teatro, nasce in realtà dallo studio, dall’intelligenza, dalla padronanza di un “mestiere”, tutt’altro che facile, qual è quello dell’attore-cantante: tutto questo ha offerto il tenore Rodolphe Briand, divertendo non poco il pubblico, che gremiva la deliziosa sala dei concerti del Palazzetto Bru Zane – complice il pianista Vincent Leterme, che ha contribuito in modo determinante al pieno successo dello spettacolo, sfoggiando grande disinvoltura nel suo accompagnamento dai tratti caricaturali, dovuti in particolare a esibiti virtuosismi e a divagazioni, all’interno di cadenze e ponti modulanti, volutamente prolisse ed enfatiche, con inserita qua e là qualche citazione famosa: da Beethoven a Chopin, a Mozart.
Il concerto si inscrive nel quadro di un’iniziativa del Centre de Musique Romantique Française, volta ad esplorare altre forme artistiche e altri luoghi musicali, rispetto a quelli tramandati dalla storia ufficiale della musica, come, appunto, il mitico mondo del caffè-concerto. In tali luoghi di divertimento e di incontro, diffusisi in Francia nella seconda metà dell’Ottocento, come l’Eldorado, il Bataclan o l’Alcazar, e frequentati non solo e non tanto per la musica – “J’aime pas les concerts ! Mais j’prendrais bien un café…”, poteva affermare un ipotetico avventore – il canto era solo una parte dello spettacolo, che poteva comprendere anche parti recitate ed esibizioni circensi. Determinante, ai fini della loro riscoperta, si è rivelata l’opera di alcuni pittori (come Toulouse-Lautrec, autore del ritratto dello chansonnier Aristide Bruant o Degas, cui si deve quello di Thérèsa, altra vedette della chanson), ma si tratta di un retaggio ancora tutto da indagare.
Dunque, insieme a Rodolphe Briand e Vincent Leterme, è iniziato il viaggio alla ricerca di quel “tempo perduto”. I titoli presenti nel programma di questa serata rimandano a opere facenti parte del fondo Bornemann – recentemente catalogato e digitalizzato per iniziativa del Palazzetto bru Zane – costituito da romanze da salotto e da chansons o scene comiche – più di mille! –, che si potevano ascoltare nei principali caffè-concerto parigini, durante il Secondo Impero e la Terza Repubblica. La soirée è iniziata con “Ça m’agace!”, di Émile Ettling/Ernest Bourget, riproposta da Briand con irresistibile verve e ricchezza di accenti. Particolarmente divertente è risultata anche la sua interpretazione di “Elle était souriante…” di Raoul Georges/Edmond Bouchaud, col refrain appena sussurrato e lo sperticato accompagnamento del pianoforte, al pari di quella di “J’viens d’perdr’ mon gibus” di Félix Chaudoir/Lucien Delormel, Léon Laroche – all’epoca portata al successo da Paulus – di travolgente comicità, a cominciare dalle citazioni: dalla Romanza del fiore, da Carmen, a “Que c’est triste Venise” di Aznavour. Abile anche nel canto si è rivelato, poco dopo, il pianista, che ha intonato con musicalità “Le Hareng saur” di Ernest Cabaner/Charles Cros. Una vena di tristezza, ovviamente più esibita che reale, ha segnato le due canzoni di Claude Terrasse/Franc-Nohain, “Du Pays Tourangeau” e la funerea “Malheureuse Adèle!”. La soirée ha avuto un degno finale, pieno di travolgente comicità, con un Briand per metà en travesti, che interpretava da solo il Duo de Bettina et Pipo, da La Mascotte di Edmond Audran/Henri Chivot, Alfred Dru, dove si è colta, tra l’altro, una breve citazione dalla donizettiana Lucia. Grande successo, come si è detto. Due bis, tra cui “La pêche à la baleine” di Joseph Kosma/Jacques Prévert.