Melodramma in un prologo e due atti di Felice Romani, tratto da Lucrèce Borgia di Victor Hugo. Joan Sutherland (Lucrezia Borgia); Alfredo Kraus (Gennaro); Anne Howells (Maffio Orsini); Stafford Dean (Alfonso d’Este); Robin Leggate (Jacopo Liveretto); Jonathan Summers (Don Apostolo Gazella); Phillip Gelling (Ascanio Petrucci); Michael Goldthorpe (Oloferno Vitellozzo); Paul Hudson (Gubetta); Francis Egerton (Rustighello); Roderick Kennedy (Astolfo). Orchestra of the Royal Opera House. Meyer Stolow (maestro concertatore), Richard Bonynge (direttore); Royal Opera Chorus. John Barker (maestro del coro). Regia John Copley. Scene John Pascoe. Costumi Michael Stennett. Luci Robert Bryan. Regia televisiva Brian Large. Registrazione: Londra, Royal Opera House Covent Garden 26 marzo 1980. T. Time: 140′ 1DVD Opus Arte OA1237D
Della Lucrezia Borgia di Donizetti, che fu uno dei cavalli di battaglia sia di Joan Sutherland che di Alfredo Kraus, si contano alcune interessanti incisioni da parte dei due grandi artisti con partner differenti; è senza dubbio di grande merito la decisione di pubblicare, da parte dell’etichetta Opus Arte, in DVD alla fine del 2017 una produzione del 1980 della Royal Opera House di Londra di cui sono protagonisti i due grandi interpreti, che, all’epoca, avevano superato da poco la cinquantina, in ruoli nei quali erano già dei veterani, dal momento che la Sutherland aveva debuttato in quello di Lucrezia otto anni prima nel 1972 a Vancouver e Kraus era stato autore di un’altra storica incisione di quest’opera nel 1966 con Montserrat Caballé e Shirley Verret. In questo video, entrambi i cantanti, nel pieno della loro maturità artistica ed esperti dei loro ruoli in virtù della lunga frequentazione con essi, danno vita ad un’interpretazione della Lucrezia Borgia di assoluto valore. Diretta da Richard Bonynge, il marito e compagno d’arte della Sutherland, ma concertata da Meyer Stolow, questa Lucrezia è un’edizione di indubbio valore musicale sin dalla concertazione caratterizzata da una buona scelta dei tempi e delle sonorità e da un rispetto pressoché totale della partitura donizettiana, alla quale non vengono apportati vistosi tagli come si era soliti fare all’epoca. Per quanto riguarda i due protagonisti, Joan Sutherland (Lucrezia Borgia) e Alfredo Kraus (Gennaro), non credo sia possibile aggiungere altro alla conoscenza delle doti vocali e della loro grande professionalità; perfetto controllo dell’emissione, fraseggio curato e senso dello stile hanno, infatti, sempre caratterizzato le performance di questi due grandi artisti. Qui si può solo aggiungere che la Sutherland è una Lucrezia altera nel vendicare il suo orgoglio di donna ferita e al tempo stesso una madre amorevole e partecipe che trepida per le sorti del figlio Gennaro. Splendido il Finale dell’opera dove la grande artista trova accenti intensamente drammatici nel grido è spento, veramente da brividi, e nella cabaletta Era desso il figlio mio, una delle perle della partitura donizettiana. Da parte sua Kraus, grande specialista del repertorio donizettiano, è un Gennaro nobile e aristocratico nella linea del canto e perfettamente calato nel ruolo dal punto di vista interpretativo dal momento che riesce a rendere con efficacia tutte le sfaccettature della complessa psicologia del suo personaggio, attratto inspiegabilmente dalla Borgia all’inizio e sorpreso alla fine dalla rivelazione di essere lui stesso un Borgia. Entrambi gli artisti danno vita a duetti di straordinaria intensità capaci di coinvolgere dal punto di vista emotivo. Sebbene non dello stesso livello delle due star, gli altri membri del cast sono autori di ottime performance grazie a un fraseggio e un’intonazione curati a partire da Anne Howells, un Maffio Orsini di giovanile spensieratezza, fino a Stafford Dean, un Alfonso scuro e vendicativo evidente in particolare nella sua cavatina Vieni: la mia vendetta. Corrette le prove dei numerosi comprimari: Robin Leggate (Jacopo Liveretto), Jonathan Summers (Don Apostolo Gazella), Phillip Gelling (Ascanio Petrucci), Michael Goldthorpe (Oloferno Vitellozzo), Paul Hudson (Gubetta), Francis Egerton (Rustighello), Roderick Kennedy (Astolfo). La parte visiva è una testimonianza dell’epoca in cui è stato concepito questo spettacolo: alle scene sfarzose di John Pascoe che ritraggono ambienti sia esterni che interni rinascimentali, fanno da pendant le coerenti luci di Robert Bryan e i sontuosi, ma un po’ eccessivi, costumi di Michael Stennett. Tradizionalissima, da “libretto”, è, infine, la regia di John Copley.