di Richard Wagner, traduzione a cura di Lorenza Armellini e con una prefazione di Piero Mioli
Manzoni Editore (2018)
Volume di 320 pagine, brossura, formato 14,8×21, ISBN: 978-88-94-22145-9
€19,00
Quinto titolo della giovanissima casa editrice Manzoni, questa nuova traduzione degli Scritti su Beethoven di Richard Wagner a cura di Lorenza Armellini costituisce un importante contributo alla conoscenza non solo del pensiero di Wagner su Beethoven, ma anche della poetica dello stesso compositore del Ring che nell’autore della Nona sinfonia, opera da lui studiata a fondo, vide quasi un padre. Sembra, infatti, questo il messaggio che traspare dall’immaginaria Una visita a Beethoven, lo scritto più antico di questa raccolta costituita da saggi redatti da Wagner nell’arco del trentennio che va da 1840 a al 1870. In questo scritto, nel quale si rivelano anche le doti letteraire del compositore di Lipsia, è, infatti, descritta da Wagner un’immaginaria visita, in realtà quasi un pellegrinaggio, nella dimora viennese di Beethoven che, in un colloquio ottenuto non senza qualche difficoltà, non solo avrebbe rinnegato la struttura a numeri chiusi del Fidelio, ma avrebbe fatto al giovanissimo collega anche la rivelazione di aver da poco completato la composizione della Nona sinfonia. Nello scritto e soprattutto nelle parole da Wagner attribuite a Beethoven traspare, in modo più o meno esplicito, la sua volontà di legittimare quella riforma del teatro musicale di cui fu l’artefice ponendosi come diretto successore del compositore di Bonn la cui musica lo aveva indotto a scegliere la carriera del musicista. Tra spunti autobiografici, come quelli riguardanti la sua concertazione della Nona sinfonia nel 1846 a Dresda, e analisi di alcuni dei principali lavori sinfonici di Beethoven, condotte, però, mai senza cadere in questioni tecniche ma con fine acume di artista e uomo di lettere, le pagine di questi scritti, ben tradotti dall’Armellini in modo da rendere il pensiero del compositore tedesco con un italiano attuale, si rivelano ricche di notizie e mirano nel contempo a costruire un’egemonia della nazione tedesca in campo musicale attraverso una linea continua che da Beethoven giunge a Wagner stesso, suo erede, capace di portare a compimento la missione iniziata dal compositore della Nona. Introdotti da una prefazione firmata da Piero Mioli, i saggi di cui si compone il libro sono: Una visita a Beethoven (1840), Sull’esecuzione della Nona Sinfonia (1846), La Nona sinfonia di Beethoven (programma illustrativo del 1846), La sinfonia Eroica (1851), Coriolano (1852), La melodia in Beethoven e l’interessantissimo scritto articolato in tre capitoli, Beethoven del 1870, che è sicuramente il più impegnativo della raccolta. Completano il libro tre appendici costituite dalla prefazione di Arnaldo Bonaventura alla storica prima edizione italiana di questi scritti, la cui traduzione era stata curata da A. Ulm e G. della Sanguigna per la casa editrice Rinascimento del libro nel 1930, da un saggio di Wagner sull’ouverture in generale che, pur non riguardando direttamente le opere del compositore di Bonn, costituisce, come affermato dalla curatrice «un ulteriore spunto di riflessione sull’approccio wagneriano alla figura di Beethoven» e brevi biografie di alcune personalità citate nel testo.
Molto elegante è, infine, la presentazione editoriale curata da Manzoni Editore che per questo volume si è avvalso di carta avoriata per l’interno e plastificata opaca per la copertina.