A 200 anni dalla nascita del compositore
Charles Gounod (1818 – 1893): “La veneziana” (Barcarolle) in sol minore, CG593, “Impromptu” in sol maggiore CG 580 WP, “Souvenance” (Nocturne) in mi bemolle maggiore CG 590 WP, “Funeral march of a marionette” CG 583, “Six Romances Sans Paroles” (No. 1: “La pervenche” in si maggioreCG585, No. 2: “Le ruisseau” in sol bemolle maggiore CG 589, No. 3: “Le soir” in mi bemolle maggiore CG 441a, No. 4: “Le calme” (La nonne sanglante) in re bemolle maggiore CG2e WP, No. 5: “Chanson de printemps” in la bemolle maggiore CG 359a, No. 6: “La lierre” in si bemolle maggiore CG 581); “Méditation sur le 1er Prélude de piano de J.S. Bach”, “Six Préludes et Fugues” CG 587 (“Prélude et fugue” in sol maggiore, “Choral et Fugue” in mi minore, “Prélude et fugue” in do maggiore, “Prélude et fugue” in re maggiore, “Choral et Fugue” in fa maggiore, “Choral et Fugue” in la minore); Sonate in mi bemolle maggiore per pianoforte a quattro mani CG 617 WP. Roberto Prosseda (pianoforte), Enrico Pompili (pianoforte). Registrazione: Sacile, Fazioli Cancert Hall, 11-12 maggio 2017. T. Time: 73’48. 1 Cd Decca 4816956
Famoso per il Faust o per Roméo et Juliette, Charles Gounod fu autore anche di una copiosa produzione per pianoforte, strumento che spesso utilizzava per accompagnarsi quando cantava le sue liriche, ma della cui tecnica non fu mai completamento esperto. Era solito, infatti, chiamare Saint-Saëns o Bizet per eseguire la parte pianistica in occasione di audizioni delle sue opere liriche. Per pianoforte Gounod compose circa una cinquantina di lavori non tutti dello stesso valore artistico, dei quali alcuni scritti a tempo perso, mentre altri, destinati a principianti, hanno un puro valore pedagogico. In questa variegata produzione pianistica spiccano, però, alcune composizioni particolarmente significative che sono state raccolte e incise da Roberto Prosseda in questo Cd pubblicato dalla Decca nel 2018 in corrispondenza del bicentenario della nascita del compositore francese; in esso si possono ascoltare anche brani famosi come la Marche funèbre d’une marionette o La méditation sur le 1er Prélude de piano de J. S. Bach (la celeberrima Ave Maria) fino all’inedita Sonata a quattro mani. Il programma di questo Cd si apre con la barcarola, La Veneziana, composta presumibilmente a Londra tra il 1873-1874, come si evince da una lettera di Gounod a Georgina Weldon, che lo aveva ospitato nella capitale inglese, con la quale il compositore ne reclamava il manoscritto. In realtà sembra che Gounod abbia dovuto riscrivere a memoria questa composizione nella quale emerge la sua vena lirica qui realizzata attraverso una melodia triste e malinconica che, insistendo nel registro medio del pianoforte, si distingue per il suo carattere intimistico. Di carattere salottiero e tecnicamente non particolarmente impegnativo è l’Impromptu in sol maggiore in forma di valzer, composto nel 1888 per le ben educate lettrici della rivista «Revue de Famille», mentre la vena lirica di Gounod ritorna nel notturno, Souvenance, che sembra avere una comune ispirazione con il pas des trois del balletto, La Nonne Sanglante. Brano diventato celebre per il suo utilizzo come sigla della serie Alfred Hitchock racconta, la Marche funèbre d’une marionette fu originariamente composta per pianoforte da Gounod tra il 1871 e il 1872, mentre si trovava a Londra, e solo in seguito orchestrata (1879); questo lavoro, che avrebbe dovuto far parte di una Suite burlesque, che non fu completata dal compositore francese, secondo quanto ricordato da Gerogina Weldon, fu composto con l’intento di prendere in giro il critico musicale Henry F. Chorley del quale avrebbe deriso la voce sottile, aspra e acuta e le sue movenze da scimmiotto. Probabilmente ispirate, almeno nel titolo alla Romanze senza parole di Mendelssohn, alcune delle quali Gounod aveva sentito dalle mani della sorella Fanny, mentre si trovava a Roma, Six Romances Sans Paroles sono sei brani la cui data di composizione non è sempre facilmente ricostruibile. La composizione di tre di essi (La pervenche, Le ruisseau, Le soir) risalirebbe molto probabilmente al 1849, nonostante queste tre romanze siano state pubblicate nel 1860, mentre non è datato il manoscritto di La lierre, conosciuta anche con il titolo Ivy, che fu pubblicata nel 1872. Impossibile è invece stabilire la data di composizione di Le calme, tratto da La nonne sanglante, e Chamson du primtemps, che insieme a Le soir formano un trittico che mostra in modo evidente l’originaria concezione vocale per la preminenza della melodia sull’accompagnamento. Non è semplice nemmeno stabilire la data dei sei Préludes et Fugues, di cui il primo fu pubblicato nel 1892; si tratta, in realtà, di tre Prélude et fugue, nei quali Gounod adottò una scrittura a due voci, e di tre Choral et Fugue, in cui, invece, vi è una scrittura a quattro voci, che risente delle sue composizioni sacre. Chiude il programma di questo ricco Cd la Sonate a quattro mani, la cui composizione risalirebbe al 1839, come è possibile ricavare dalla grafia della firma. È un lavoro di chiara ispirazione schubertiana soprattutto nel primo movimento, Allegro, in forma-sonata, che si segnala per la rapida successione delle modulazioni. Più interessante è il secondo movimento, Adagio, il cui tema sembra un rielaborazione di quello dell’Allegro. L’ultimo movimento, Presto, è un brano brillante nello spirito mozartiano.
Non particolarmente impegnative dal punto di vista tecnico, queste composizioni sono ben interpretate da Roberto Prosseda che fa emergere la linea del canto sull’accompagnamento trovando un bel suono soprattutto in brani come La Veneziana, il notturno Souvenance, La méditation sur le Ière Prélude de piano de J. S. Bach e Les romances, mentre di elegante ironia è la sua interpretazione della Marche funèbre d’une marionette. Un tocco ora brillante ora estremamente espressivo come si può notare nel Corale in mi minore, e un’interpretazione attenta alla scrittura polifonica contraddistinguono la sua lettura dei sei Préludes et Fugues. Nella Sonata a quattro mani ben coadiuvato da Enrico Pompili, infine, sembra di sentire un unico esecutore.
Nel complesso questo Cd è dal punto di vista documentario un’interessante produzione targata Decca che rivela più che le doti di virtuoso di Gounod quelle di compositore di musica vocale, dal momento che in questi brani viene spesso esaltata la linea del canto.