Palermo, Teatro Massimo: “Le nozze di Figaro”

ph © rosellina garbo 2018

Palermo, Teatro Massimo, Stagione lirica 2018
LE NOZZE DI FIGARO”
Opera buffa in quattro atti, Libretto di Lorenzo Da Ponte.
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Il Conte di Almaviva SIMONE ALBERGHINI
La Contessa di Almaviva MARIANGELA SICILIA
Susanna MARIA MUDRYAK
Figaro ALESSANDRO LUONGO
Cherubino PAOLA GARDINA
Marcellina LAURA CHERICI
Don Bartolo EMANUELE CORDARO
Don Basilio BRUNO LAZZARETTI
Don Curzio GIORGIO TRUCCO
Barbarina DANIELA CAPPIELLO
Antonio MATTEO PEIRONE

Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Direttore Gabriele Ferro
Direttore del Coro Piero Monti
Regia Chiara Muti
Scene Ezio Antonelli
Costumi Alessandro Lai
Luci Vincent Longuemare 

Nuovo allestimento del Teatro Massimo in coproduzione con
il Teatro Petruzzelli di Bari ed il Teatro San Carlo di Napoli.
Palermo, 18 maggio 2018

Tutto esaurito per la prima rappresentazione de Le nozze di Figaro di Mozart al Teatro Massimo di Palermo. Uno spettacolo diretto da Chiara Muti che, con le scene di Ezio Antonelli, le luci di Vincent Longuemare e i costumi di Alessandro Lai, ha messo in scena il nuovo allestimento del Teatro Massimo di Palermo in coproduzione con il Teatro Petruzzelli di Bari ed il Teatro San Carlo di Napoli.  Di ambientazione settecentesca, con splendidi costumi coerenti con l’azione drammatica, la scena è dominata da una una struttura a corridoi, scale e vetrate che incornicia una corte interna, spazio ideale per ambientare gli intrecci rutilanti di amori, tradimenti, gelosie, passioni e macchinazioni di cui l’opera buffa mozartiana è costituita. In questa interpretazione ci è di conforto la dichiarata visione della regista, Chiara Muti, laddove afferma che “la corte è da intendersi come luogo di pubblico dominio. Non esiste intimità, la pedana centrale è metafora di luogo di rappresentazione, alla mercè di tutti. Le scale sono poi il simbolo del cambiamento sociale in atto, segno di mutamento continuo, (…) tutto è in continua evoluzione”. Una società dalla passione liquida, fatta da uomini e donne in carne ed ossa con tutte le feroci loro contraddizioni risolte in una sarcastica e spietata ironia. Nella sua introduzione all’opera, Giuseppe Migliore scrive che “Le Nozze di Figaro è un’opera di insieme, imperniata su concertati dove i singoli personaggi vengono definiti attraverso l’interazione e partecipano al fitto intreccio ciascuno a modo suo come in una grandiosa azione coreutica”. L’Orchestra del Teatro Massimo, diretta dal Maestro e Direttore stabile Gabriele Ferro, ha saputo ben restituire la caleidoscopica musicalità della partitura e vedendosi tributare un caloroso riconoscimento dal pubblico in sala. All’altezza il cast. Alessandro Luongo ha restituito un Figaro frizzante, sicuro nella impostazione vocale e dalla dizione chiarissima. Abile nel recitativo, si è esalttato nelle parti cantata. Il suo farfallone amoroso è stato energico e galvanizzante. La Susanna di Maria Mudryak è dinamica e convincente. Come scrive Cattellan “Susanna, un po’ come il protagonista del Don Giovanni, è un personaggio che doveva interessare moltissimo Mozart. Vi prende corpo – corpo vocale e scenico – l’idea fondamentale del rapporto azione/musica. E non è casuale che il suo canto abbia spesso una funzione trainante anche rispetto all’orchestra. Susanna, sia come oggetto del desiderio, sia come soggetto desiderante, muove il dramma, domina l’intrigo e ha una funzione del tutto speciale anche di fronte alla peripezia”. Nella rappresentazione al Massimo, la Mudryak è stata solida sugli acuti e intensa negli scambi. Anche il Conte d’Almaviva interpretato da Simone Alberghini è stato convincente tanto nella dimensione teatrale che nel canto. Di strutturata impostazione vocale, ha saputo essere rapido e flessibile negli scambi. Mariangela Sicilia, al debutto nella Contessa, ha palesato una forte personalità vocale, sicura e controllata nella emissione, ha ben reso nel personaggio. Leggiadro, scansonato e irrispettoso il Cherubino di Paola Giardina. Notevole la sua resa nell’Arietta Voi, che sapete che cosa è Amor. Fra i comprimari, buona la performance di Laura Cherici (Marcellina) ed Emanuele Cordaro (Don Bartolo). Piuttosto faticoso invece, nel registro acuto, Bruno Lazzaretti nel suo don Basilio. Molto convincente infine la Barbarina di Daniela Cappello.Il Coro del Teatro Massimo ha restituito una prova puntuale e precisa. Repliche fino al 26 maggio. Foto Rosellina Garbo