Palermo, Teatro Massimo: “I Puritani”

Palermo, Teatro Massimo, Stagione lirica 2018
“I PURITANI”
Opera seria in treatti, Libretto di Carlo Pepoli.
Musica di Vincenzo Bellini
Gulatiero Walton ROBERTO LORENZI
Giorgio Walton NICOLA ULIVERI
Elvira LAURA GIORDANO (13) JESSICA PRATT (19)
Riccardo JULIAN KIM
Arturo Talbo CELSO ALBELO
Enrichetta ANNA PENNISI
Bruno ANTONELLO CERON
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Direttore Jader Bignamini     
Direttore del Coro Piero Monti
Regia, scene, costumi Pierluigi Pier’Alli
Luci Bruno Ciulli
Prima esecuzione a Palermo dell’edizione in lingua francese
Allestimento del Teatro Massimo in coproduzione con ilTeatroComunale di Bologna edilTeatroLirico di Cagliari
Palermo, 13 e 19 aprile 2018
Dal 13 al 19 aprile al Teatro Massimo di Palermo è andata in scena I puritani di Vincenzo Bellini, libretto di Carlo Pepoli.  Un capolavoro, quello belliniano, dalla forte sensibilità romantica che unisce vicende storicamente collocate con il dipanarsi della storia umana e sentimentale dei personaggi. Amore e guerra, passione e furore politico sono infatti i perni su cui si sviluppa la vicenda. I Puritani andati in scena a Palermo, con un allestimento del Teatro Massimo in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna ed il Teatro Lirico di Cagliari, sono stati diretti da Pierluigi Pier’Alli, che ha curato anche le scene e i costumi.
Una regia molto piana, senza strappi e fumisterie, con costume classici, che lascia spazio alla musica belliniana e alle sublimi pagine di canto proposte dall’opera. Sulla regia, riportiamo le parole che Pier’Alli ha rilasciato a Floriana Tessitore, chiaro manifesto delle intenzioni: “Per tutta l’opera ho scelto un’ambientazione simbolica che si concentra sul concetto della Guerra e delle armi (…): il luogo è una città fortezza emblematica, quasi metafisico. (…) Le arm idominano anche glispazi interni: la grande sala delle armi con cinque enormi spade che splendono sulla scena”. Questa è stata l’ambientazione de I Puritani a Palermo, una scena sempre sgombra, contenuta in quinte severe e imponenti, con fondi cangianti ad assecondare ambientazioni e sentimenti cangianti attraverso i tre atti. L’orchestra, diretta da un vivace Jader Bignamini, ha restituito bene le complessità della partitura, il cui autografo è stato esposto nel foyer. Il coro del Teatro Massimo, diretto da Piero Monti, nella serata di apertura, ha avuto qualche in certezza nel primo atto per poi restituire una prova solida. Nicola Ulivieri è stato intenso e puntuale, restituendo un Giorgio Walton pietoso ed insieme carico di furore. Notevolissimo è stato Julian Kim, un Riccardo stentoreo e chiaro, coriaceo e sicuro. Celso Albelo, amatissimo a Palermo, è stato un Arturo sicuro. Padrone della scena, è stato chiaro e rotondo, fluido e dalla straordinaria capacità nell’acuto. Laura Giordano, beniamina di casa, ha dato prova di belcanto colla sua Elvira. Ora dolcissima ora nel pieno del furore, ha restituito le fragilità e le speranze di un personaggio complesso. Dizione chiarissima, fraseggio ottimo, solo il coro, talvolta, è riuscita a sovrastarla. Nella recita del 19, Jessica Pratt è stata magistrale. Ha proposto un’Elvira diversa, più drammatica, con una voce potente ma agilissima. In particolare la scena della pazzia è stata ad alto impatto emotivo, pubblico in visibilio e chiamata al proscenio. Buona la prova dei comprimari, Roberto Lorenzi in Gualtiero Walton, Anna Pennisi in Enrichetta ed Antonello Ceron in Bruno. Foto Rosellina Garbo