Ballet héroïque in un Prologo e quattro entrée, su libretto di Louis Fuzelier. Anne-Marie Rodde (Hébé / Fatime); Christian Tréguier (Bellone / Osman / Don Alvar); Rachel Yakar (Émilie); Bruce Brewer (Valère / Carlos / Tacmas / Damon); Pierre-Yves Le Maigat (Huascar); Sonia Nigoghossian (Zaïre); Jean-Christophe Benoit (Alì); Jeanine Micheau (Zima); Jean-Marie Gouléou (Adario). Ensemble Vocal Raphaèl Passaquet; La Grande Écurie et la Chambre du Roy. Jean-Claude Malgoire (direttore). Registrazione: Parigi, 19-26 gennaio 1974. Prima ristampa in cd. 3 CD Sony 88985338292
Gli anni ‘ 70 dello scorso secolo hanno segnato l’avvio concreto delle esecuzioni filogogiche della musica vocale e strumentale (Opere, cantate, concerti ecc.). Autori come Monteverdi, Handel, Bach, Vivaldi e altri trovavano nuove ottiche interpretative grazie alle presenza di importanti figure di direttori. Tra questi il francese Jean-Claude Malgoire che, a capo del suo complesso con strumenti originali La Grande Écurie et la Chambre du Roy, ha svolto un ruolo pionieristico rilevante in Francia e nel cammino della prassi esecutiva filologica. Nel 1974, Malgoire affronta uno degli auotri e delle partiture più importante del teatro musicale del suo Paese, Jean- Philippe Rameau e Les Indes Galantes. L’Opera, o meglio, il Ballet héroïque, rappresentato a Parigi nel 1735 (e successivamente più volte rimaneggiata), malgrado i limiti del libretto con la sua confusione geografica che accomuna Indi, Turchi, Amerindi e Indostani, e nonostante il tributo all’imperante gusto per la turquerie, è fra le più belle scritte da Rameau e rivela uno straordinario adeguamento al carattere drammatico dei personaggi, oltre a una infinita ricchezza di colori nella scrittura orchestrale. Quest’ultimo aspetto è di certo il punto di forza dell’esecuzione di Malgoire (che, peraltro, non adotta del tutto alla partitura originale, ma inserisce, nella Terza Entrée, “Les Fleurs, fête persane” l’aria italiana “Fra le pupille” al posto del Coro “Dans le sein de Thétis”). La Grande Écurie et la Chambre du Roy, se da un lato mostra un suono un po’ “secco” negli archi, dall’altro mostra nei fiati una paletta timbrica di grande fascino (bellissimi i suoni “agresti” di “Musette en rondeau”, “Tambourin”, “Gavotte”, “Air pour Zéphire”, “Air pour le fleur”…). Questo andò a tutto vantaggio di Malgoire, visto che, sempre nel 1974 (sotto l’etichetta Erato) era uscita un’altra incisione del lavoro di Rameau, affdata a un’orchestra tradizionale e sotto la concertazione di Jean-François Paillard, noto interprete del repertorio settecentesco, pre-mozartiano. Malgoire brilla, dunque, sul piano dell’esecuzione meramente orchestrale perché, su quello vocale (anche nell’incisione di Paillard) ci troviamo ad ascoltare dei cantanti scrupolosi, sensibili, ma tecnicamente non ancora del tutto a proprio agio in questo tipo di repertorio. Spiccano per qualità timbriche e interpretative le voci femminili: Anne-Marie Rodde, Rachel Yakar, Sonia Nigoghossian. Accanto a loro una celebrità del teatro francese: Jeanine Micheau che, a fine carriera (aveva cantato Les Indes Galantes a Parigi nel 1952) interpreta una Zima di bel timbro e solida nell’emissione (anche se qui manca la virtuosistica “Régnez, plaisirs et jeux! “). La resa delle voci maschili è decisamente più alterna. Bruce Brewer, noto interprete di opere di Rameau, ha sicuramente senso dello stile, ma anche un timbro non gradevolissimo e una tendenza a sbiancare in tutta l’emissione acuta. Sul piano della correttezza la prova di Christian Tréguier, Pierre-Yves Le Maigat, Jean-Christophe Benoit, Jean-Marie Gouléou. Discreto l’ Ensemble Vocal Raphaèl Passaquet. Un album che testimonia un momento comunque importante nell’evoluzione del gusto e degli stili interpretativi.
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