Teatro dell’Opera di Roma – Fondazione Università Roma 3 Teatro Palladium
CONCERTO “PRIME DONNE: ROBERTA MANTEGNA”
Soprano Roberta Mantegna
Pianoforte Elena Burova
Vincenzo Bellini: Il Pirata “Col sorriso d’innocenza..” recitativo, aria e cabaletta
Gaetano Donizetti: Larghetto in Do M per pianoforte
Vincenzo Bellini: Norma “Casta diva..” recitativo, aria e cabaletta
Franz Liszt: “parafrasi su Rigoletto di Giuseppe Verdi” per pianoforte
Giuseppe Verdi: Il Trovatore: “Tacea la notte placida..” recitativo, aria e cabaletta; Gran valzer brillante per pianoforte; I Masnadieri: “Tu del mio Carlo al seno..” recitativo, aria e cabaletta
Roma, 29 gennaio 2018
Concerto tenuto a Roma nell’ambito della programmazione del Teatro Palladium dal soprano palermitano Roberta Mantegna accompagnata al pianoforte da Elena Burova, impegnate entrambe in pagine del grande repertorio ottocentesco scelte con molto gusto ed evidente espressione di un percorso formativo ponderato in maniera seria e rigorosa. Roberta Mantegna, acclamata protagonista femminile in questi giorni nelle recite de I Masnadieri al Teatro dell’Opera, dopo un inizio emotivamente circospetto ma sicuro ed inappuntabile da un punto di vista tecnico nella scena finale de Il Pirata, ha proseguito in evidente crescendo espressivo l’arduo programma previsto, presentando di seguito le quattro grandi scene previste alternandosi con la pianista senza intervallo. Voce ampia, sicura, morbida e ricca di colori e soprattutto governata da una notevole capacità di controllo unita ad una non comune intelligenza musicale sostenuta da una preparazione tecnica seria e completa, ha attraversato con eleganza ed autorevolezza i quattro personaggi proposti nella serata senza alcuno sforzo apparente, riuscendo a trovare, probabilmente aiutata anche dal fatto di essere pianista, la chiave espressiva di ciascuno nella sola scrittura musicale, sfuggendo saggiamente alla seduzione di confronti impossibili ma anzi trovando proprio in essa la propria cifra espressiva personale, nel solco della tradizione belcantistica italiana oggi forse un po’ appannata dalle mode e dal mercato discografico. E’ possibile che un tale approccio risulti meno accattivante ad un primo ascolto soprattutto per un pubblico ormai più educato a guardare l’opera che non ad ascoltarla ma è stato davvero un piacere sentire dal vivo le possibilità espressive della scansione ritmica della metrica italiana nei recitativi o il senso di malinconia o di estatico stupore che intridono alcune modulazioni o alcune pause della scrittura, in questo oltretutto trovando una grande sintonia con il modo di suonare della pianista. Non tutto probabilmente è ancora completamente a fuoco ma il percorso di ricerca di un artista serio ed appassionato non finisce mai per definizione e la via espressiva scelta, seppure più ardua e meno in linea con le tendenze del momento, ci sembra senz’altro di prim’ordine, lodevole e ampiamente condivisibile. Analoghe considerazioni possono essere fatte per la pianista moscovita Elena Burova anche essa come il soprano impegnata a perfezionare la propria già più che prestigiosa formazione presso il Teatro dell’Opera nell’ambito del programma Fabbrica Young Artist Program. Elegante e sufficientemente pirotecnica nei brani solistici scelti, ha brillato a nostro parere soprattutto per la capacità di accompagnare il repertorio italiano con un respiro ed una varietà di accenti e colori tali da far dimenticare gli oggettivi limiti delle riduzioni per pianoforte, come se avesse un’orchestra nelle mani. Alla fine lunghi e meritati applausi e due bis sempre in linea con lo stile della serata: la scena di sortita dalla Maria Stuarda di Donizetti e, per salutare il pubblico, “Porgi amor” dalle Nozze di Figaro di Mozart.