di Renato Tomasino
Odoya di Città di Castello (2016)
Volume di 384 pagine, brossura, formato 15,5×21, ISBN: 978-88-6288-331-3
€ 28,00
“Attraverso questa rassegna di favolose biografie d’arte e di vita, è qui di scena la donna come esibizione di beltà flagrante e canto sublime, due qualità che correlandosi l’una all’altra le hanno meritato l’appellativo di “Divina”.
Con queste parole Renato Tomasino, ordinario di Teatro presso l’Università di Palermo oltre che presidente e fondatore del nuovo DAMS, introduce il suo ultimo saggio, Le Divine. Le primedonne della lirica dal barocco al XXI secolo, pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Odoya, che si distingue per un approccio del tutto originale e nuovo al teatro musicale, inteso come spettacolo e, quindi, come evento effimero destinato a cancellarsi subito dopo l’accadimento. Di questo evento effimero che dal Barocco fino ai nostri giorni ha incantato il pubblico, protagoniste assolute sono state le “Divine” delle quali il saggio è, come accennato nell’introduzione, una ricca rassegna; la loro bellezza e le loro qualità canore hanno contribuito allo sviluppo e all’affermazione del melodramma come forma e dei singoli melodrammi e dei loro compositori. La rassegna inizia con la delineazione della figura di Vittoria Archilei, che, negli Intermedi della Pellegrina di Girolamo Bargagli, incantò l’aristocratico pubblico fiorentino, il 2 maggio 1589, riunito nella sala degli spettacoli degli Uffizi in occasione dei festeggiamenti per le nozze di Cristina di Lorena con il granduca Ferdinando de’ Medici per giungere alle giovani “Divine” che ancora oggi calcano i palcoscenici di tutto il mondo come Desirée Rancatore, la cui intervista chiude il libro. In mezzo 4 secoli di storia del melodramma e dei ruoli vocali delineati sempre con precisione e con uno stile particolarmente accattivante e scorrevole. Nel tratteggiare i ritratti di queste Divine, dall’Archilei alla Cecchina, dalla Romanina a Giulia Grisi, definita da Tomasino una virtuosa per tre geni, dalla Malibran alla Patti, alla Frezzolini per giungere a quel simulacro canoro della Callas, l’autore ha tenuto conto, inoltre, di tutti gli aspetti che contribuiscono ad una conoscenza precisa ricercando notizie anche sui loro affetti, amori, luoghi dove hanno vissuto facendo riferimento a cronache dell’epoca, a registrazioni audiovisive (per le più recenti) e a fonti visive. Tra le numerosissime biografie non avrebbe certo sfigurato quella di un’altra “Divina”, Sybil Sanderson, musa di Massenet, alla quale l’autore ha riservato solo un breve accenno nella più ampia trattazione dedicata a Geraldine Farrar, che del soprano americano fu erede nel ruolo di Manon. Frutto di un minuzioso lavoro di ricerca, il libro si presenta come un documentato e ricco saggio grazie al quale è possibile conoscere questo fino ad oggi poco indagato aspetto del melodramma.
Buona la presentazione editoriale curata dalla Casa Editrice Odoya