Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival Reicha: concerto del pianista Ivan Ilić

Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival Antoine Reicha, musicista cosmopolita e visionario, dal 23 settembre al 4 novembre 2017
FANTASIE ARMONICHE”
Pianoforte Ivan Ilić
Antoine Reicha: Practische Beispiele (extraits): Harmonie – Capriccio – Fantaisie sur un seul accord; Études dans le genre fugué op. 97 (extraits) : N° 1, N° 3, N° 4, N° 5, N° 6; Grande Sonate pour piano en ut majeur
Venezia, 28 settembre 2017
È stata una prestazione davvero brillante quella di cui ha dato prova il pianista Ivan Ilić nel corso del terzo appuntamento del Festival Antoine Reicha, musicista cosmopolita e visionario. Il solista serbo-americano – da tempo stabilitosi a Parigi, dove tra l’altro si è perfezionato presso l’École normale de musique – ha eseguito varie pagine di carattere teorico-didattico, oltre alla Grande Sonate en ut majeur, offrendo un saggio esauriente della produzione pianistica di Antoine Reicha, alla quale, peraltro, è dedicato un recente CD, realizzato con il sostegno del Palazzetto Bru Zane, che vede come interprete lo stesso Ilić, contenente molti dei pezzi presentati nel concerto.
Il pianoforte fu sempre per Reicha un mezzo d’espressione privilegiato. Con le ampie sonate composte per la tastiera (come appunto la Grande Sonata per pianoforte in do maggiore), l’autore intese rendere omaggio alla tradizione viennese – in particolare ad Haydn e al giovane Beethoven –, pur non rinunciando ad imprimere su queste pagine una sua cifra distintiva. Parallelamente, egli si dedicò a opere pianistiche concepite a scopo teorico-didattico – come i Practische Beispiele e gli Études dans le genre fugué –, che con i complicati intrecci contrappuntistici, il cromatismo “visioinario”, le scale modali, le metriche originali, i sorprendenti disegni melodici, da cui sono caratterizzate, rivelano un innegabile gusto per la sperimentazione. Negli estratti dai Practische Beispiele – la serie di “Esempi pratici”, pubblicati nel 1803, volti a contribuire all’arricchimento culturale del compositore o del pianista, anche attraverso osservazioni filosofiche e pratiche – Ivan Ilić ha saputo affrontare con spavalda maestria le sfide rappresentate dai pezzi in programma, ognuno con un preciso carattere peculiare, volutamente alquanto singolare: Harmonie con i suoi turgidi accordi che si succedono in modo spesso inaspettato, Fantaisie sur un seul accord, un pezzo che nasce dall’abilità di utilizzare il solo accordo di mi maggiore, Capriccio, che unisce numerosi cambiamenti metrici ad audaci modulazioni.
Perfettamente a suo agio è risultato il solista anche nell’affrontare la scelta dagli Studi nel genere fugato op. 97, pubblicati, in due libri, intorno al 1815-1817 e concepiti per fornire ai pianisti dei testi musicali da eseguire con lo scopo di padroneggiare alla perfezione il contrappunto, da lui considerato un genere degno della stima dei veri conoscitori ed amatori: assolutamente difficile, ma anche estremamente più duraturo, rispetto a certe effimere frivolezze alla moda. Ognuno di questi pezzi è, generalmente, formato da due parti, che potrebbero essere designate rispettivamente “preludio e fuga”: gli studi op. 97 possono essere, quindi, considerati alla stregua di un equivalente moderno del Clavicembalo ben temperato di Bach, per quanto Reicha non si preoccupi di esplorare, nella sua raccolta, tutte le ventiquattro tonalità. Impareggiabile Ilić nel rendere la struttura ritmico-formale caratterizzante i singoli preludi come nell’esplicitare con chiarezza e rigore l’intreccio contrappuntistico, nonché il carattere proprio delle corrispondenti fughe.
Quanto alla Grande sonata per pianoforte in do maggiore, essa fu composta da Reicha a Vienna, al pari delle altre sonate per la tastiera, prima del 1808 – l’anno del suo insediamento a Parigi – e dunque in un periodo in cui il compositore frequentava Beethoven, di cui era stato, alcuni anni prima, condiscepolo a Bonn. Straordinaria, sotto molti punti di vista, l’interpretazione che ne ha offerto Ivan Ilić: dalla nitidezza del tocco alla capacità di leggere in profondità questa musica, che attesta, seppur in una forma più convenzionale, il fervore di idee, che caratterizza questa fase della produzione di Reicha. Nel primo dei tre movimenti, che compongono la sonata, Allegro moderato, il pianista ha affrontato con impeccabile padronanza tecnica le difficoltà presenti in una scrittura particolarmente brillante, che utilizza l’intera estensione della tastiera, attraverso ampi, virtuosistici arpeggi, e che non esita ad allontanarsi, nello sviluppo, dalle modulazioni previste dalla forma sonata, per avventurarsi verso tonalità più lontane, e a procedere per cromatismi. Una grazia settecentesca ha dominato all’inizio del successivo movimento lento, Adagio – che presenta un primo tema in tre tempi, la cui scrittura melodica si fa ben presto più ornata e complessa, su un tempo duttile, spesso rallentato –, mentre nella parte centrale si sono apprezzate la leggerezza e l’agilità dell’esecutore nell’affrontare il fluido accompagnamento di arpeggi su cui si sviluppa un tema lieve e cantabile, per terze. Un incontenibile brio, sempre sostenuto da una tecnica solidissima e una raffinata musicalità, si è colto nel Finale capriccio: Allegro, dove Reicha si dimostra tanto abile quanto inventivo, giocando in modo fantasioso e ingegnoso con il fraseggio, le sfumature e il ritmo. Festeggiatissimo dal pubblico, che gremiva la deliziosa sala dei concerti, Ivan Ilić ha concesso due bis dai Préludes di Debussy (una raccolta, particolarmente congeniale al pianista, che infatti l’ha anche incisa su CD): Des pas sur la neige e La cathédrale engloutie.