“Torniamo all’antico e sarà un progresso…” la citazione del grande assente dalla stagione di quest’anno, Giuseppe Verdi, aleggia nel nuovo cartellone dell’Ente Concerti de Carolis, particolarmente atteso dopo il cambio nella direzione artistica. Si è conclusa infatti col 2016 la quasi ventennale esperienza di Marco Spada come responsabile della programmazione dell’Ente e il nuovo direttore artistico è il risultato, dopo tanti anni, di una scelta interna e del ritorno verso competenze strettamente tecnico-musicali: Stefano Garau, studi di composizione nel conservatorio locale dove è docente, ha alle spalle tanta esperienza e una lunga gavetta proprio all’interno del de Carolis, dove cura da anni vari aspetti organizzativi e operativi relativi alla stagione lirica locale.
Spada, arrivato nel 1998, ha indubbiamente fatto valere i suoi studi di musicologia e l’esperienza in campo giornalistico per dare un impulso rinnovatore al repertorio e alle strategie comunicative; ma col tempo il focus posto quasi esclusivamente sui nuovi (e raramente indimenticabili…) allestimenti scenici, la progressiva sciatteria nella preparazione musicale e i numerosi errori nelle scelte artistiche, hanno favorito numerose critiche e un’evidente disaffezione del pubblico.
Il programma decisamente popolare allestito da Garau sembra ambire quindi nell’immediato a recuperare il pubblico abituale, ma non può che essere, per adesso, una “stagione di mezzo”, tra impegni stabiliti in precedenza e l’immediata esigenza di soddisfare un botteghino in sofferenza dopo i cattivi risultati degli ultimi anni. Appare già comunque qualche segnale di un diverso orientamento rispetto alla passata gestione, anche nel recupero di una grafica “antica” per i manifesti e nel bel lavoro fatto sul sito, dove è finalmente disponibile l’archivio storico con tutte le produzioni dalla prima stagione lirica del 1952, testimoniando così la volontà di riappropriarsi del passato e l’importante percorso dell’Ente nei sessantacinque anni della propria storia teatrale. Una storia fatta anche di grandi interpreti, tra cui vari eccellenti direttori d’orchestra (fino al 1997 hanno diretto a Sassari musicisti come Bruno Aprea, Roberto Abbado, Niksa Bareza, Stefano Ranzani, Reynald Giovaninetti, Angelo Campori…), interessanti proposte legate anche alla musica antica e persino alcune opere contemporanee che ben testimoniano un passato vivace nel valore e nella varietà delle proposte musicali.
Evidente anche il tentativo di spostare risorse dalla messa in scena alla produzione musicale: quest’anno non ci sarà nessun nuovo allestimento con l’eccezione, fuori abbonamento, dell’operina per le scuole Brundibar di Hans Krasa, da realizzare in collaborazione con vari istituti del territorio. Non ci sarà neanche nessun nuovo titolo per la città: inaugurerà la stagione, il 13 ottobre con replica il 15, Turandot di Giacomo Puccini con Rebeka Lokar, Walter Fraccaro ed Elisa Balbo nei ruoli principali e la direzione di Francesco Ivan Ciampa. La regia sarà di Filippo Tonon su un allestimento dell’Opera di Maribor.
Dopo la realizzazione di Brundibar il 27 e 28 ottobre, che si avvarrà della regia di Giovanni Scandella e la direzione di Andrea Solinas, sarà la volta de Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, previsto per il 17 e 19 novembre. L’opera storicamente più eseguita in città avrà nel ruolo del titolo Gurgen Baveyan insieme a Cecilia Molinari ed Enrico Iviglia: direttore Giulio Plotino mentre il regista sarà Giulio Ciabatti che riprenderà un allestimento del Teatro lirico di Trieste.
Il 18 novembre Giulio Plotino dirigerà anche un concerto sinfonico con musiche di Bruch e Beethoven e il 24 e 25 ci sarà il ritorno del grande balletto romantico: Giselle di Adolphe Adam, con la coreografia di Luc Bouy e Rebecca Testa e Giorgia De Martino nel ruolo principale. Dirigerà Sergio La Stella, graditissima presenza dopo il tentativo nel 2015 di mettere in scena una sciagurata edizione de Lo Schiaccianoci con le basi registrate. La stagione si concluderà con lo stesso autore dell’inaugurazione: è prevista infatti Tosca per l’8 e 10 dicembre con Donata D’Annunzio Lombardi accanto al Cavaradossi di Luciano Ganci, mentre Scarpia sarà Boris Statsenko; da segnalare anche la presenza di Bruno Praticò nel ruolo per lui insolito del Sagrestano. Dirigerà Guillaume Tourniaire mentre Giulio Ciabatti metterà in scena un allestimento dell’Opera Festival di Padova e Bassano del Grappa. La stagione sarà come sempre allestita nel nuovo Teatro Comunale di Sassari e si avvarrà dell’Orchestra e Coro dell’Ente Concerti de Carolis ma anche della Corale Canepa e del coro di voci bianche Le Note colorate.