Opera comique in tre atti su libretto di François-Antoine-Eugène de Planard. Marie-Eve Murger (Isabelle de Montal), Marie Lenormand (Marguerite de Navarre), Jeanne Crousaud (Nicette), Michael Spyres (Mergy), Eric Houchet (Cantarelli), Emiliano Gonzalez Toro (Comminge), Leandro Cesar (Le brigadier), Manuel Rebelo (Un Exempt du guet), Tiago Batista Fonseca (Archers). Coro e Orquestra Gulbenkian, Jorge Matta (Maestro del Coro), Paul McCresh (Direttore). Registrazione:Grande Auditorio de La Fondation Gulbenkian, 7-8 aprile 2015. 2 CD Edition Singulaire – Palazzetto Bru Zane ES 1025.
Il nuovo titolo pubblicato dalla fondazione Palazzetto Bru Zane è una pietra miliare del teatro musicale francese dei primi decenni dell’Ottocento, incomprensibilmente scomparsa dopo anni di autentici trionfi. Composta da Louis-Férdinand Herold nel 1832 “Le Pré aux clercs” è stata per tutto il XIX secolo il titolo simbolo dell’Opéra Comique arrivando a contare oltre 1500 rappresentazioni per poi incomprensibilmente ecclissarsi. Hérold incontrastato signore della Salle Favart combatte in quegli anni una sorta di battaglia a distanza con Meyerbeer nume tutela dell’Opéra. La prima fase di questo confronto era stata sul terreno del magico e del fantastico con “Zampa ou La Fiancée de marbre” contrapposta a “Robert le diable”. Ora il confronto avviene addirittura sulla stessa fonte letteraria e porta entrambi i compositori a realizzare titoli che saranno paradigmatici dei rispettivi generici. Dal caleidoscopico intreccio di storia di “Chronique du règne de Charles IX” di Prosper Mérimée nascono in fatti da un lato “Les huguenots” dall’altra questo “Le Pré aux clercs” destinati a rimanere per decenni paradigmi di riferimento nel rispettivo genere.
IL lavoro di Hérold è l’incarnazione più pura di quello che era lo spirito dell’Opéra comique del tempo che superato il disimpegno degli anni di Gretry si poneva ora in aperta concorrenza con il palcoscenico maggiore senza mai però tradire il proprio spirito. “Le Pré aux clercs” è al riguardo paradigmatica, soggetto storico con tutta la possibilità spettacolare offerta dal caso, ricchezza orchestrale e impegno delle parti vocali non minore che in grand-opéra ma mantenimento della struttura con i parlati al posto dei recitativi e gusto per una musica schietta, facile, coinvolgente nel suo spumeggiante sviluppo in cui i palesi debiti con il Rossini francese – e “Le comte Ory” occhieggia in più punti – si sposano con una galanteria sentimentale che non potrebbe essere più parigina.
Quindi particolarmente importante questa registrazione – in occasione della ripresa in forma di concerto presso la Fondation Gulbenkian di Lisbona di una nuova produzione nata alla Salle Favart – che permette di ascoltare in un’esecuzione musicalmente più che ragguardevole un’opera storicamente così significativa. Paul McCreesh si è fatto conoscere e apprezzare come interprete del repertorio barocco e neo-classico, passando all’Ottocento porta con se il gusto per il nitore delle linee, per la brillantezza orchestrale, per la cura dei dettagli. L’orchestra e il coro della Fondation Gulbenkian non hanno con il direttore il rapporto simbiotico del suo Gabrieli Consort ma suonano con stile e proprietà, dimostrandosi valido strumento nella mani del direttore britannico.
Nei panni del nobile ugonotto Mergy Michael Spyres fa valere la sua classe di tenore rossiniano di vaglia. Voce forse non classicamente bella ma molto personale ed espressiva, di grande squillo e robustezza – nei pezzi d’assieme si impone con slancio autenticamente eroico – acuti ricchi e squillanti, colorature nitidissime e sempre espressive. Uno dei maggiori cantanti non solo di oggi per questo tipo di vocalità. Al suo fianco l’Isabella musicalissima ed elegante di Marie-Eve Murger che compensa qualche forzatura nei passaggi di coloratura più acuti con la morbida femminilità della linea di canto e l’assoluto senso stilistico.
Marie Lenormand affronta la parte di Marguerite de Navarre con una bella voce di mezzosoprano chiaro e luminoso che ben si fondo con la voce dell’amica. Nicette è una Jeanne Crousaud che coglie perfettamente la natura ambigua del ruolo in cui la futura soubrette comincia a farsi strada nel tipo del soprano leggero di ascendenza italiana. Brillante e spiritosa, acuti sicuri e puntuale nelle colorature nei couplet del III atto lascia presagire tutti i futuri soprani leggeri che popoleranno l’opera francese nella seconda metà del secolo.
Christian Helmer presta a Girot una robusta voce baritonale e una linea di canto nobilmente elegante come richiede il canto francese. Efficaci l’elegante vocalità da tenore di grazia del Cantarelli di Eric Huchet e il solido Comminge di Emiliano Gonzalez Toro.
L’opera è registrata dal vivo e va riconosciuto merito a tutti gli interpreti di saper tener viva l’attenzione anche nei lunghi dialoghi.
Ascolta “L.F.Hérold: “Le Pré aux clercs” (1832) – Atto 2″ su Spreaker.
Ascolta “L.F.Hérold: “Le Pré aux clercs” (1832) – Atto 2″ su Spreaker.