Paestum, Parco Archeologico, Arena dei Templi 2017
Gran gala “Miti in Scena”
Regia e coreografie Fredy Franzutti
Musica Autori Vari
Interpreti Nuria Salado Fustè, Alessandro De Ceglia, Alexander Yakovlev, Federica Resta, Stefano Sacco, Francesca Bruno, Martina Minniti, Francesca Raule, Alice Leoncini, Lucio Mautone, Beatrice Bartolomei, Andrea Sirianni
Compagnia “Il Balletto del Sud”
Direttore Fredy Franzutti
Paestum, 28 agosto 2017
Le coppie celebri della mitologia classica e i miti più famosi della cultura occidentale sono tornati a rivivere a Paestum in un virtuale ritorno ai tempi antichi, grazie alla rilettura di Fredy Franzutti per la propria Compagnia, Il Balletto del Sud, con la consueta originalità che lo contraddistingue, in un impasto di rigore accademico, virtuosismi, narrazione e meditazione sui temi immortali, di cui il mito è serbatoio inesauribile. E lo spettacolo è stato all’altezza delle aspettative per struttura e interpreti.
Il forte legame con le fonti letterarie è un elemento che conferisce ai suoi lavori un’impronta culturale di spessore, poiché gli allestimenti si preoccupano di istruire il pubblico non solo attraverso il linguaggio della danza, che potrebbe talvolta risultare di difficile interpretazione, ma con l’aiuto del nostro principale mezzo di comunicazione: la voce. Fuori campo e grazie alla presenza attoriale dei monologhi di Andrea Sirianni nelle vesti eroiche dell’Aiace sofocleo e poi dell’Ulisse dantesco, “Miti in scena” è uno spettacolo in cui l’aspetto logocentrico della nostra cultura non è messo da parte, anzi rinforza la messa in scena fungendo da “sottotitolo” rispetto alla danza, come un libretto.
Nell’alternanza sapientemente gestita di ricreazioni, ricostruzioni e nuove idee, da Apollo e Dafne al mito di Pegaso, da Piramo e Tisbe – duetto di raffinato lirismo sulle note di Karl Orff – a Orfeo ed Euridice, passando per il repertorio classico con il Grand Pas De Deux tratto da Sylvia di Léo Delibes e l’immancabile Diana e Atteone sulla coreografia di Agrippina Vaganova e musica di Riccardo Drigo, fino alla più famosa delle metamorfosi danzanti (visto l’argomento ovidiano della serata), ossia La Morte del Cigno di Camille Saint-Saëns creata da Mikail Fokine per la grande Anna Pavola e andata in scena per la prima volta nel 1905.
Spiccano, tra i solisti in scena, la prima ballerina Nuria Salado Fustè, dalle linee lunghe e aristocratiche, precisa e pulita nei movimenti, vero cigno nelle proporzioni anche se un po’ meno convincente nel lavoro di braccia che l’importante assolo reclama, proprio perché trattasi di un pezzo di esperienza per danzatrici consumate. Brillante nella limpida tecnica in Diana e Atteone, insieme al valido partner e primo ballerino Alessandro De Ceglia.
Splende, tra gli uomini, il giovane Stefano Sacco: virtuoso nella tecnica di genere, leggero e felpato nell’atterraggio dai grandi salti, veloce e dinamico nella presa dello spazio e naturalmente disinvolto in scena. Un vero gioiello.
Il livello complessivo dei giovanissimi danzatori è molto alto e le difficoltà inflitte nelle coreografie agli interpreti, oltre alla pesantissima umidità della zona su un palcoscenico senza copertura, non hanno impedito di strappare applausi convinti per i virtuosismi eseguiti con pulizia e sicurezza. E la presenza massiccia del linguaggio classico e neoclassico di Franzutti, con uso perenne delle punte, parla da sé. Ben pensati e ben realizzati i costumi, che talvolta costituiscono il solo elemento di raccordo con l’idea da rappresentare, come nel Passo a Quattro ispirato alla ceramica attica in versione romantica su musica di Johannes Brahms, con il riferimento velato ai colori delle terrecotte magnogreche (il nero e il rosso bruciato).
Il Balletto del Sud si conferma, ancora una volta, Compagnia d’eccellenza. Lo spettacolo portato in scena nell’Arena dei Templi di Paestum, con la scenografia impareggiabile offerta dal lato lungo del Tempio di Athena ha avuto come unico “difetto”, quello di non essere pubblicizzato come avrebbe dovuto – sembra sia stato inserito in cartellone all’ultimo minuto. Promosso dall’Itinerario Turistico – Culturale “Fili di Perle”, un progetto del quale è capofila il Comune di Ascea (Sa) e che vede coinvolti anche i Comuni di Capaccio-Paestum, Laurino, Teggiano e Sala Consilina, l’organizzazione ha ben pensato di ospitare a fine mese, con il flusso turistico vacanziero in netto calo, una delle realtà tersicoree migliori d’Italia. Benché gratuito per il pubblico, l’evento avrebbe meritato il sold out. Nonostante ciò, le persone presenti non hanno mancato di dimostrare plauso entusiasta per il cammeo classicheggiante che Fredy Franzutti ha portato in scena. Un vero peccato, perché il Balletto del Sud difficilmente delude il suo pubblico.