Verona, 95° Arena Opera Festival 2017
“PLÁCIDO DOMINGO – ANTOLOGIA DE LA ZARZUELA”
Orchestra dell’Arena di Verona
Direttore Jordi Bernàcer
Baritono Plácido Domingo
Soprano Ana María Martinez
Tenore Arturo Chacón-Cruz
Regia Stefano Trespidi
Compañia Antonio Gades
Direzione artistica Stella Arauzo
Verona, 21 luglio 2017
Arena da tutto esaurito per una serata davvero particolare. Un gala assolutamente ricchissimo e intenso, nonostante i molti i tempi morti e la percepibile assenza di un presentatore che accompagnasse il pubblico nel corso dello spettacolo; l’atmosfera è quella intensamente kitsch che ci aspettavamo, l’amplificazione esagerata e, a nostro avviso, inutile. Ma Plácido Domingo c’è, nel repertorio che meglio poteva valorizzare una voce ancora oggi incredibile. Protagonista assoluto lo stile della Zarzuela, che affonda le proprie radici nella più profonda identità spagnola: sospesa tra il dramma e l’opera, la Zarzuela identifica uno stile che si inserisce nell’alveo di una tradizione secolare spagnola che vede alternarsi canto, recitazione e danza. Il programma prevedeva brani celebri del folklore spagnolo, tratti per esempio da Luisa Fernanda, Goyescas, La leyenda del beso, La marchenera. Evidente l’esiguità di prove che hanno portato a questo spettacolo, potenzialmente di ottimo livello proprio per l’eccezionalità delle professionalità coinvolte, non adeguatamente valorizzate dalla regia di Stefano Trespidi. Gli elementi ripresi dalla scenografia di Carmen di Zeffirelli vengono distribuiti per la scena senza particolare cura, dando un effetto d’insieme sommario e poco convincente. Un vero peccato per una serata che a livello musicale si presentava come davvero eccezionale. Superlativa la prova di Ana María Martinez, particolarmente brillante in “Tres horas ates del dìa” da La marchenera di Federico Moreno-Torroba, come anche nel duetto straordinario con Domingo da La manojo de rosas di Pablo Sorozábal “Hace tiempo que vengo al taller”. La pasta vocale è avvolgente, i cambi di registro ben controllati. La Martinez non mostra difficoltà emissive e anche a livello attoriale si mostra disinvolta e brillante. La lunga collaborazione con un artista come Domingo mostra di aver dato i suoi frutti: i duetti sono piacevoli e l’amalgama vocale perfettamente calibrato. Più in difficoltà Arturo Chacón-Cruz che si porta a casa comunque un buon successo, stupendo soprattutto nel duetto da La leyenda del baso “Amor, mi raza sabe conquistar”. La voce è sempre avanti e, nonostante la microfonazione davvero eccessiva, mostra una qualità timbrica notevole. Il registro acuto è tecnicamente sicuro e anche nel centro Chacón-Cruz mostra grande espressività, oltre che una buona cura del fraseggio. Il padrone di casa resta un commovente Domingo, che si mostra in splendida forma come sempre, spiegando il proprio timbro leggendario in un repertorio a lui da sempre estremamente confacente. Chiaramente ad essere valorizzato nei brani scelti è il registro centrale, estremamente espressivo e ben lavorato a livello dinamico. Straordinarie le coreografie della Compañia Antonio Gades, diretta da Stella Arauzo, che ci ha particolarmente emozionati in due momenti: la Danza ritual del fuego da El amor brujo di Manuel de Falla e nell’ Entr’acte da Carmen e Flamenco. La precisione dei danzatori è feroce, ma senza per questo difettare in espressività. Le atmosfere quasi gitane rievocate dalle scenografie contribuiscono a ricreare un clima particolarmente suggestivo, in cui i danzatori sanno integrarsi con sapienza e impetuoso trasporto. Jordi Bernàcer è una guida esperta e sicura che valorizza l’elemento più passionale e travolgente dello stile della Zarzuela, assecondando le voci e ben calibrando le dinamiche orchestrali. Pubblico entusiasta: dopo i prevedibili fuochi e coriandoli lunghe ovazioni per tutti i protagonisti della serata. Foto Ennevi per Fondazione Arena