Non è stata la solita conferenza stampa quella che si è svolta, nella tarda mattinata del 17 giugno, nel foyer del Teatro La Fenice: l’incontro non si è risolto, come di consueto, nella tradizionale presentazione della prossima stagione, insieme a un sintetico consuntivo delle attività e dello stato di salute del teatro, ma è stato anche l’occasione, per il sovrintendente Cristiano Chiarot, di congedarsi ufficialmente dal contesto veneziano, in procinto di lasciare la laguna per assumere, a Firenze, l’incarico di sovrintendente del Maggio musicale. Chiarot, che ha lavorato alla Fenice dal 1991 come Capo Ufficio stampa e, dal 2010, come sovrintendente, lascia la Fondazione veneziana – si è potuto rendersene conto seguendo la sua relazione – in una situazione decisamente positiva. Certo, i problemi, le criticità non mancano – in primis, la scarsità dei finanziamenti statali, che si spera vengano rimpinguati in base alla nuova proposta di legge in discussione in parlamento –, nondimeno la sua gestione, assieme al direttore artistico Fortunato Ortombina – che Chiarot stesso ha indicato come suo successore, in nome della continuità – costituisce da tempo un esempio di “buon governo”, che da molte parti viene indicato come “il modello Fenice”. Il bilancio in pareggio, la fitta programmazione, come avviene nei grandi templi della musica europei – con uno spettacolo praticamente ogni giorno e il teatro sempre pieno –, i proventi da biglietteria in costante aumento – pari a 9 milioni di euro quelli realizzati nella scorsa stagione –, il crescente coinvolgimento della cittadinanza veneziana, intesa anche come “città metropolitana”, con particolare riguardo ai giovani e alla scuola, oltre che dei numerosi turisti: questi i risultati più significativi citati da Chiarot, che ha tenuto a ribadire come – almeno alla Fenice – sia possibile coniugare l’alto numero degli spettacoli con la suprema qualità artistica: 130 spettacoli nella stagione 2016-2017, destinati ad arrivare a 144 nella prossima. Non c’è da stupirsi, se a un certo punto, mentre raccontava tutto questo, il sovrintendente uscente ha dovuto interrompersi per qualche attimo, vinto dalla commozione. Una commozione, che traspariva anche quando ha doverosamente ricordato lo stretto rapporto che legava la Fenice al compianto Jeffrey Tate, con il quale vi erano ancora tanti progetti da realizzare. Fin qui, il sovrintendente. Poi ha preso la parola Fortunato Ortombina, che ha passato in rassegna gli appuntamenti programmati nel biennio 2017-2018 per la Stagione relativa a lirica e balletto, nonché per quella sinfonica. Per quanto riguarda la prima la Fondazione Teatro La Fenice proporrà otto nuovi allestimenti, tra i quali due opere per ragazzi, sette riprese e tre ospitalità, oltre a un cartellone di balletto tra grandi classici e recital di danza contemporanea, per un totale di venti titoli e centoquarantaquattro recite.
La Stagione sarà inaugurata il 24 novembre da Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi con la direzione di Myung-Whun Chung, in un nuovo allestimento con la regia di Gianmaria Aliverta; quanto al cast, Riccardo sarà interpretato dal tenore Francesco Meli, Amelia dal soprano Kristin Lewis, Renato dal baritono Vladimir Stoyanov.
In gennaio andranno in scena, per la prima volta in tempi moderni, Le metamorfosi di Pasquale di Gaspare Spontini, in un nuovo allestimento, con la regia di Bepi Morassi e la direzione musicale di Gianluca Capuano, realizzato in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e prodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice insieme alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.
In pieno periodo di Carnevale tornerà alla Fenice, dopo trent’anni di assenza, l’operetta di Franz Lehár Die lustige Witwe (La vedova allegra) in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione con l’Opera di Roma, con la direzione musicale di Stefano Montanari e la regia di Damiano Michieletto; nel cast figurano il soprano Nadja Mchantaf nel ruolo di Hanna Glawari e il baritono Christoph Pohl in quello di Danilo Danilowitsch.
A marzo un grande titolo del repertorio, La bohème di Giacomo Puccini – nel fortunato allestimento del 2011 firmato dal regista Francesco Micheli – sarà riproposto sotto la direzione di Myung-Whun Chung.
In aprile sarà in scena l’Orlando furioso di Antonio Vivaldi, in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, dove debutterà il prossimo luglio; la regia è affidata a Fabio Ceresa, vincitore agli Opera Awards di Londra quale migliore regista emergente dell’anno, mentre Diego Fasolis sarà responsabile per la direzione musicale e guiderà un cast formato da Sonia Prina (Orlando), Francesca Aspromonte (Angelica), Lucia Cirillo (Alcina), Carlo Vistoli (Ruggiero) e Riccardo Novaro (Astolfo).
La programmazione fenicea comprende anche un’incursione nella musica contemporanea con la prima esecuzione italiana – nel giugno-luglio 2018 – di Richard III di Giorgio Battistelli, dramma musicale basato sul testo di William Shakespeare, tagliato e riadattato dal drammaturgo Ian Burton, che sarà proposto nell’allestimento della Vlaamse Opera di Anversa con la regia di Robert Carsen.
In ottobre la Fenice, con il Progetto Rossini, celebrerà il centocinquantesimo anniversario della morte del musicista pesarese. Sarà proposto un nuovo allestimento della Semiramide – il monumentale melodramma composto proprio per la Fenice, dove debuttò il 3 febbraio 1823, poco prima che il marchigiano lasciasse definitivamente l’Italia alla volta di Parigi –, con la direzione musicale di Riccardo Frizza e la regia di Cecilia Ligorio; nel ruolo del titolo sarà Jessica Pratt, cui si uniranno Teresa Iervolino (Arsace), Alex Esposito (Assur) e Edgardo Rocha (Idreno). A questa novità saranno affiancate le riprese – in febbraio, agosto settembre e ottobre – del Barbiere di Siviglia nel fortunato allestimento con la regia di Bepi Morassi, sotto la direzione, in febbraio, di Stefano Montanari e successivamente – udite, udite! – di Gregory Kunde (sì, proprio il grande tenore americano); e – tra aprile e maggio, con direzione di Alvise Casellati e regia di Bepi Morassi – della farsa giovanile Il signor Bruschino, allestita dalla Fenice, avvalendosi delle scene, i costumi e le luci della Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Ortombina ha segnalato, infine, le due produzioni rivolte al giovane pubblico delle scuole e delle famiglie, realizzate in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia: Zenobia, regina de’ Palmireni, opera d’esordio del compositore veneziano Tomaso Albinoni, nell’allestimento curato da Francesco Bellotto con la direzione musicale di Francesco Erle, e Il regno della luna di Niccolò Piccinni, diretta da Maurizio Dini Ciacci.
Tra le produzioni della Fenice riprese nella stagione 2017-2018, oltre ai già citati allestimenti rossiniani e alla Bohème, sono in programma: la Traviata – dicembre 2017 e gennaio, maggio, giugno, agosto, settembre, ottobre 2018 – con la regia di Robert Carsen e il debutto del soprano Nadine Sierra nel ruolo di Violetta; Madama Butterfly – aprile, agosto e settembre – con la regia di Àlex Rigola e scene e costumi dell’artista giapponese Mariko Mori; L’elisir d’amore – aprile, maggio e giugno – con la regia di Bepi Morassi; infine Norma – maggio 2018 – nella versione di Kara Walker con le voci di Mariella Devia (Norma), Stefan Pop (Pollione) e Carmela Remigio (Adalgisa).
Passando al cartellone sinfonico, il direttore artistico ha messo in evidenza come anche nella Stagione 2017-2018 vi sarà una tematica ricorrente, riassunta dal titolo: L’eredità di Schubert. Attraverso una programmazione articolata in dodici concerti e nove repliche, dal 3 novembre 2017 all’8 luglio 2018, la Fenice vuole rendere omaggio al sommo compositore austriaco. Dopo l’inaugurazione affidata alla bacchetta di Donato Renzetti, seguiranno il concerto diretto da Myung-Whun Chung, il tradizionale concerto di Natale – quest’anno dedicato a Claudio Monteverdi nel quattrocentocinquantesimo anniversario della nascita – con Marco Gemmani e i Solisti della Cappella Marciana, e poi i concerti di Daniele Rustioni, Claudio Marino Moretti e il Coro del Teatro La Fenice, Elio Boncompagni, Yuri Temirkanov, Diego Fasolis, Thomas Adès e l’Orchestra Filarmonica della Fenice, Antonello Manacorda, Francesco Lanzillotta e Henrik Nánási.
Il programma dell’inaugurazione, con l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice diretti da Donato Renzetti, sarà dedicato al centenario di Porto Marghera, e più in generale ai temi del lavoro e della nascita delle civiltà: oltre alla nuova composizione di Fabio Vacchi su alcuni dei testi più importanti della poesia operaia, commissionata dalla Fenice per questa speciale ricorrenza, il programma includerà il finale del primo atto dell’Attila di Giuseppe Verdi – opera scritta per la Fenice –, in cui si allude alla nascita della città di Venezia, l’orchestrazione per mano dello stesso autore, Pino Donaggio, di un suo grande successo negli anni del boom economico, Io che non vivo, e la Nona Sinfonia Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák, capolavoro sinfonico composto dal boemo, per celebrare la “nuova” civiltà americana.
A proposito di grandi capolavori sinfonici, il maestro coreano Myung-Whun Chung proporrà la sua interpretazione della Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, mentre nel concerto diretto da Antonello Manacorda si eseguiranno il Siefried-Idyll di Wagner, la Seconda Sinfonia di Schubert e le Enigma Variations di Edwad Elgar: in omaggio a un grande amico della Fenice recentemente scomparso, il maestro Jeffrey Tate, con il quale questo concerto era stato definito.
Un significativo excursus nel repertorio francese sarà proposto dal Coro del Teatro La Fenice diretto da Claudio Marino Moretti, con il Requiem di Maurice Duruflé, mentre la musica del Novecento italiano sarà uno dei fili conduttori di tutta la Stagione, in continuità con il progetto avviato nel 2016, grazie all’esecuzione di alcune pagine di compositori italiani quali Giovanni Salviucci, Ermanno Wolf-Ferrari, Ottorino Respighi e Nino Rota.
Ampio spazio sarà dedicato, anche in questa Stagione, alla musica di oggi: si rinnova infatti per la settima edizione il progetto “Nuova Musica alla Fenice”, realizzato con il sostegno della Fondazione Amici della Fenice; inoltre, sono programmati altri brani dei nostri giorni, come quelli di Fabio Vacchi, o di Thomas Adès impegnato nella doppia veste di compositore e direttore dell’Orchestra Filarmonica della Fenice.
Quanto al balletto, la parola è passata a Franco Bolletta, direttore artistico in abito coreutico. La danza contemporanea sarà protagonista, nel dicembre 2017, grazie alla presenza del Reale Balletto delle Fiandre, e a un programma tutto contemporaneo composto da tre coreografie: Ma Mère l’Oye di Jeroen Verbruggen su musiche di Maurice Ravel, e due pezzi firmati da Sidi Larbi Cherkaoui: il passo a due Faun su musiche di Debussy e Nitin Sawhney, ed Exhibition sulle note dei Quadri da un’esposizione di Modest Musorgskij nella versione orchestrata da Ravel.
Michail Baryšnikov sarà il protagonista di uno one man show ispirato alle poesie di Iosif Brodsky, che andrà in scena alla Fenice in prima italiana nel luglio 2018. Concepito e diretto da Alvis Hermanis, Brodsky/Baryšnikov è un viaggio emozionale nelle composizioni del poeta premio Nobel per la letteratura.
Les Étoiles è invece il titolo del gala di danza classica che, sempre nel luglio 2018, vedrà le grandi stelle del balletto esibirsi sul palcoscenico della Fenice. Il programma proporrà una carrellata di brani del repertorio, come il Grand Pas Classique di Victor Gsovsky su musica di Daniel Auber, il virtuosistico passo a due di Diana e Atteone coreografato da Agrippina Vaganova sulla musica di Riccardo Drigo, il celeberrimo Čajkovskij Pas de Deux di George Balanchine o, ancora, Spartacus del leggendario Yuri Grigorovich su musica di Aram Khachaturian.
In allegato tutti i dettagli della stagione