Teatro di San Carlo, Scuola di Ballo, anno accademico 2016-2017
“SPETTACOLO DI FINE ANNO”
Direttore Stéphane Fournial
“Défilé della Scuola”
Musica Hector Berlioz
Interpreti Tutti gli allievi
“Parte tecnica” ispirata al balletto “Etudes”
Musica Knudåge Riisager
Interpreti Tutti gli allievi
“La Bayadère”
Musica A. Ludwig Minkus
Coreografia originale Marius Petipa
Interpreti II, III, IV, V, VI, VII, VIII corso
“Paquita Pas de Trois”
Musica A. Ludwig Minkus
Coreografia originale Marius Petipa
Interpreti Giorgia Cervone, Martina Prefetto, Gennaro Maffettone (Diplomandi)
“Il Lago dei Cigni” – Atto II
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Coreografia originale Lev Ivanov
Odette Sara Gison (Diplomanda)
Principe Siegfried Raffaele Vasto (VII corso)
Napoli, 24 giugno 2017
Il secondo spettacolo di fine anno della Scuola di Ballo del San Carlo di Napoli affidato alla direzione di Sthéphane Fournial conferma e chiarisce gli intenti programmatici del “cambiamento” annunciato lo scorso anno. Sorridono gli storici della danza perché, più di un cambiamento, appare un ritorno alle origini: i ricorsi della storia che a Napoli vedono la fondazione della Scuola di Ballo istituzionale più antica di Europa a opera dei francesi e che oggi si ispira visibilmente allo stile del’Opéra di Parigi, con un imprinting decisamente riconoscibile. Per la danza, si sa, siamo legati ai cugini d’oltralpe fin dagli inizi: il progetto di Louis Henry del 1811, formalizzato a livello istituzionale con decreto regio nel 1812, segna l’inizio di un percorso didattico all’avanguardia. Così, tra alterne vicende, chiusure e riaperture, la Scuola di Ballo più antica di Europa si trova in un ulteriore momento di passaggio, alla ricerca di una fisionomia autonoma, proiettata in direzione di un’ambiziosa crescita numerica e artistica, in una città che alla danza ha dato molto, in termini di qualità e numeri (si pensi che, tra 1812 e 1831, passarono nella scuola un totale di 478 allievi, la maggior parte uomini).
I propositi del Direttore Fournial hanno già visto un incremento numerico notevole, grazie a un doppio bando di audizione per ciascun anno accademico; e un numero più alto di allievi permette una selezione più vantaggiosa. Per il prossimo anno si prevede un totale pari a circa 220 allievi. La riforma didattica ha previsto il taglio delle materie complementari come la danza di carattere, la danza contemporanea e la ginnastica per permettere, a detta dello stesso Direttore, una formazione classica più forte affidata alle docenti Antonina Randazzo, Rossella Lo Sapio, Soimita Lupu (danza classica); Elisabetta Testa (Storia della danza); Arianna D’Angiò (mimo). È chiaro che ogni cambiamento risponde a delle esigenze ben precise, per cui attenderemo i prossimi anni per valutare la riuscita di questa riorganizzazione delle materie di studio. Come da tradizione, poi, ricordiamo che gli allievi più meritevoli sono inseriti con regolare contratto nei lavori della Compagnia nel corso della stagione.
Il format dello spettacolo, tutto concentrato in poco più di due ore di musica, è rigorosamente ispirato al repertorio classico, finalizzato a superare la precedente concezione di “saggio” per impostare il lavoro delle masse sullo studio dei ruoli del corpo di ballo. In questo senso è opportuno sottolineare il pregio di un lavoro che costringe alla precisione nelle file, sia nella scena delle ombre tratta da La Bayadére, che nell’atto bianco del Lago dei Cigni, in cui il folto numero di allieve ha ben sostenuto l’impegno coreografico non semplice, nel rispetto delle sezioni coreografiche di massa con attenzione e disciplina. Particolarmente curata l’entrata in scena delle trentadue bayadere: procedendo, nella prima serpentina, fino a metà palco e solo successivamente su tutta l’ampiezza, dal centralissimo palco reale la stampa tutta ha potuto godere dell’immaginario percorso inquadrato in una perfetta prospettiva di profondità, come di un sentiero lungo il quale le ipnotiche ombre procedevano arrivando da molto lontano.
La sezione maschile – storicamente il fiore all’occhiello della scuola sancarliana – è apparsa ridotta quantitativamente, rispetto agli anni precedenti. Molto nutriti i corsi di propedeutica e primo, che si sono conquistati una presenza maggiore in palcoscenico, rispetto al passato, e che rappresentano il vero futuro della Scuola.
I quattro diplomandi sono stati impegnati nel Pas de Trois tratto da Paquita (Giorgia Cervone, Martina Prefetto, Gennaro Maffettone) e nell’atto bianco del Lago dei Cigni (Sara Gison, delicata Odette accompagnata da Raffaele Vasto del VII corso). La dichiarazione pubblica dei voti di diploma ha visto in vetta alle classifiche Martina Prefetto e Sara Gison. Diploma a sorpresa per Emanuele Ferrentino del VII corso, giudicato dalla Commissione esaminatrice internazionale degno di conseguire l’ambito titolo con un anno di anticipo.
L’impressione d’insieme risente senza dubbio di un clima di disciplina e lavoro duro; l’aumento degli allievi non fa che ben sperare e allieta la vista. Il bianco è stato il colore predominante, in una costruzione attenta all’economia nell’uso dei costumi e delle scene (solo proiezioni, in vero ben fatte). Unico neo, da un punto di vista strettamente tecnico, l’uso delle luci poco accorto nell’alternanza di spegnimenti e accensioni dalla durata fulminea, prima di un nuovo buio, alla fine di ciascun quadro.
Non si è ancora pervenuti a un chiaro esito della direzione Fournial, perché il tempo intercorso tra la fine dell’era Razzi (venticinque anni di benemerita gestione che sono già storia) e il percorso appena iniziato è davvero poco. Ma il tempo passa in fretta e noi staremo a guardare con attenzione, perché la Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo è uno dei primati storici di cui Napoli può vantarsi. Il 2017 è l’anno giusto, anche grazie al ruolo che la Scuola rivestirà nell’ambito del Convegno internazionale di studi promosso e organizzato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza) e Il Centro di Musica antica Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli, Danza e ballo a Napoli: un dialogo con l’Europa (1806-1861), che dal 9 all’11 novembre prossimi vedrà la città al centro della discussione scientifica internazionale intorno alla danza: l’Archivio di Stato di Napoli inaugurerà una mostra documentaria tutta dedicata alla Scuola di Ballo, dalla fondazione al 1861, grazie all’esposizione ragionata di documenti che permetteranno di ricostruire una storia ancora in parte avvolta dal mistero. Il convegno, in collaborazione con l’Archivio di Stato, il Teatro di San Carlo (Memus), l’Università Suor Orsola Benincasa, la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, sarà inoltre premiato con l’Anfiteatro d’Oro il 13 luglio prossimo, presso l’anfiteatro romano di Avella, come evento culturale dell’anno legato alla danza, nell’ambito del Gala dedicato a Riccardo Nunez. Perché la Danza, a Napoli, conta da sempre.