Venezia, Palazzetto Bru Zane: “Barocco o romantico?” con Emmanuelle Bertrand & Pascal Amoyel

Venezia, Palazzetto bru Zane, Festival “Fernand de La Tombelle, gentiluomo della Belle Époque”, dall’8 aprile all’11 maggio 2017
“BAROCCO O ROMANTICO?”
Violoncello Emmanuelle Bertrand
Pianoforte Pascal Amoyel
Gabriel Fauré: Après un rêve; Élégie op. 24
Henri Duparc: Sonate pour violoncelle et piano en la mineur
Fernand de La Tombelle: Andante espressivo pour violoncelle et piano; Variations en forme de chaconne pour violoncelle et piano; Sonate pour violoncelle et piano en ré mineur
Venezia, 2 maggio 2017
Il duo per violoncello e pianoforte era protagonista del recente concerto nell’ambito del Festival di primavera, che quest’anno il Palazzetto Bru Zane-Centre de Musique Romantique Française ha dedicato a Fernand de La Tombelle, un artista – compositore, organista, pianista – affascinante e interessante sotto molti aspetti, che ci ha lasciato un corpus di opere considerevole, stilisticamente eclettico, se non atipico, che abbraccia i più diversi generi musicali – dalle mélodies alla musica da camera, dai pezzi per organo o pianoforte alle pagine orchestrali o corali –, sconfinanfo peraltro anche negli ambiti più disparati – dalle arti visive alla letteratura, alla cucina – a testimonianza di una vasta cultura, degna di un honnête homme del XVII secolo.
Nel concerto, il musicista francese era rappresentato da una serie di lavori per violoncello e pianoforte, messi a confronto con opere per la medesima formazione di autori francesi di quello stesso periodo. Si trattava, dunque, di un programma di notevole interesse storico-musicale, ma la serata si è rivelata un’esperienza di raro piacere estetico anche e soprattutto sul versante interpretativo. Protagonisti, a questo proposito – ma non è una novità per il pubblico del Palazzetto Bru Zane –, due solisti, che, nonostante la giovane età, hanno dimostrato una finezza e una maturità, a livello interpretativo, degne di musicisti di ben più lunga carriera. Senza nulla togliere al validissimo Pascal Amoyel – sensibile, preciso, musicalissimo alla tastiera – ci ha sinceramente colpito il suono – armonioso rotondo, dal teso vibrato coniugato a un’intonazione assoluta – del violoncello di Emmanuelle Bertrand. Il pubblico, che affollava la deliziosa sala dei concerti del palazzetto veneziano, è rimasto affascinato fin dal primo brano, Après un rêve, una composizione giovanile di Gabriel Fauré, che racconta, in forma di sogno il volo, immaginario di due amanti presi l’uno dall’altra; ma alla fine lo spuntare del giorno riporta inesorabilmente alla triste realtà. Qui i due interpreti hanno saputo rendere, senza mai perdere di vista il buon gusto e l’eleganza stilistica, lo struggente lirismo racchiuso in questa pagina, in cui domina il canto. Analogamente emozionante ed emozionata l’esecuzione del secondo pezzo – Élégie op. 24, sempre di Fauré – parimenti espressivo, che si apre con un’ampia melodia dal profilo discendente al violoncello, cui contrasta un secondo tema dal ritmo ternario, intonato in successione dai due strumenti, che si sono anche messi in luce, nel prosieguo della loro performance, in vari passaggi virtuosistici.
Analogamente, nella Sonata per violoncello e pianoforte in la minore di Henri Duparc – un compositore, noto soprattutto per le sue mélodies e di cui questo lavoro costituisce la sola incursione nella musica da camera, nonché una delle pochissime opere solo strumentali – i due interpreti hanno saputo mettere in risalto le parti cantabili, che confermano la vocazione melodica dell’autore, incantando il pubblico, in particolare, nel Lento, un movimento di estrema suggestione, che ha letteralmente soggiogato la platea.
Venendo ai titoli di Fernand de La Tombelle, un nobile canto ha dispiegato il violoncello nell’Adagio espressivo, dove – soprattutto nella parte centrale, ma non solo in essa – i due strumenti sono protagonisti di un  dialogo serrato. Sapore d’antico e padronanza tecnica hanno dominato nelle  Variazioni in forma di ciaccona, che risentono verosimilmente della frequentazione, da parte dell’autore in qualità di organista, della musica di Couperin e Rameau.  Ultimo titolo in programma, la Sonata per violoncello e pianoforte fu composta nel 1905, a chiusura di un periodo, di una decina d’anni, durante il quale La Tombelle arricchisce il proprio catalogo con ambiziosi lavori da camera: il Quartetto per archi e pianoforte op. 24 (1895), il Trio per violino, violoncello e pianoforte op. 35 (1895), il Quartetto d’archi op. 36 (1896), la Sonata per violino e pianoforte op. 40 (1898). I due interpreti hanno ancora brillato in questa sonata, in cui all’energia ritmica dei movimenti estremi fa da contrasto l’atmosfera sognante di quello centrale (Lentement). Applausi scroscianti. Un bis: di nuovo il fascinoso Lento della sonata di Duparc.