La prima rappresentazione di quest’opera avvenne il 27 marzo 1917 all’Opéra di Montecarlo, protagonisti Gilda Dalla Rizza, Tito Schipa, Francesco Dominici, Ines Maria Ferraris, Gustavo Huberdeau. Direttore, Gino Marinuzzi. Era stata concepita, all’inizio, come operetta per un teatro viennese: “dieci numeri musicali” a commento di una fragile vicenda amorosa: Magda (soprano), un’aristocratica di dubbia reputazione, abbandona il suo ricco e maturo protettore Rambaldo (baritono) per un giovane povero e onesto, Ruggero Lastouc (tenore), ma dopo una breve fuga rinuncia all’amore con un sacrificio degno di Violetta Valéry. Dopo vicessitudini varie, Puccini decise di fondere le sue pagine musicali, che mal si adattavano al genere operettistico, in una partituta omogenea, arricchendo la trama di spunti patetici, lirici e drammatici (il libretto fu stilato da Giuseppe Adami). Dopo la prima, la Rondine è rappresentata con successo a Bologna, nel giugno del 1917, sotto la direzione di Ettore Panizza e con Toti Dal Monte e Aureliano Pertile. Nel 1918 fu all’Opera di Roma, con la Dalla Rizza e Beniamino Gigli. Ma le successive esecuzioni a Torino, a Bergamo, a Milano, non riescono a far proseguire il cammino dell’opera. Dal punto di vista musicale La rondine appare come una partitura leggera ma di garbata eleganza: il discorso musicale è fluido, con notazioni sottili e raffinatissime. Predomina lungo tutta l’opera il valzer: che però, nelle mani di Puccini, perde il suo significato di spensierata allegrezza e conquista un tono teneramente sensuale. Il linguaggio armonico è elaborato anche grazie a una strumentazione finissima che spesso salva il discorso melodico di certi effetti facili, o banalità soprattutto nell’ultima parte, che risulta essere la più debole, nonostante i ritocchi dell’incontentabile Puccini che amava indugiarsi intorno alla partitura che difendeva dalle accuse di quanti la consideravano “La Traviata del pover’uomo”. Puccini affermava – “la mia rondine è bella e non è meno degna di successo di tutte le altre mie opere!” – Ed era convinto che “La rondine” un giorno, avrebbe ripreso il suo volo!