Reggio Emilia, Teatro Valli, Stagione d’opera 2016/2017
“A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM”
Opera in tre atti. Libretto di Benjamin Britten e Peter Pears tratto dall’omonima commedia di William Shakespeare
Musica di Benjamin Britten
Oberon RAFFAELE PE
Tytania ANNA MARIA SARRA
Puck SIMONE COPPO
Theseus FEDERICO BENETTI
Hippolyta ARINA ALEXEEVA
Lysander ALEX TSILOGIANNIS
Demetrius PAOLO INGRASCIOTTA
Hermia CECILIA BERNINI
Helena ANGELA NISI
Bottom ZACHARY ALTMAN
Quince NICHOLAS MASTERS
Flute ROBERTO COVATTA
Snug ROCCO CAVALLUZZI
Snout CLAUDIO GRASSO
Starveling DARIO SHIKHMIRI
Quattro fate CORO VOCI BIANCHE
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro Di Voci Bianche Mousike’ – Smim Vida Di Cremona
Direttore Francesco Cilluffo
Maestro del coro voci bianche Raul Dominguez
Regia Ferdinando Bruni, Elio de Capitani
Scene Carlo Sala
Costumi Ferdinando Bruni
Luci Nando Frigerio
Nuovo Allestimento in collaborazione con Teatro Elfo di Milano. Coproduzione Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Sociale di Como/Aslico, Fondazione Teatro Fraschini di Pavia, Fondazione Teatro Grande di Brescia e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Reggio Emilia, 20 novembre 2016
Solo in ultimo e solo per un week end questo allestimento di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten approda al Teatro Valli di Reggio Emilia, dopo una regionale tournée nel circuito lirico lombardo. Lombarda è l’orchestra (quella dei Pomeriggi Musicali), milanesissimo il tandem di registi che ha curato l’allestimento, formato da Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, anime del Teatro dell’Elfo. Per l’occasione, la compagnia meneghina ha ben pensato di allestire sullo stesso palco l’opera nel rimaneggiamento di Britten e l’originale in prosa di William Shakespeare. Mutatis mutandis, l’idea registica rimane, anche perché medesima è la scena di Carlo Sala. Il necessario rispetto della partitura smorza certo umorismo tutto doppi sensi e dialetti italiani assortiti che appesantiva assai le scene degli Artigiani nella messinscena in prosa. E assai suggestivo è il grande arco classico blu illuminato da Nando Frigerio, quando si accoppia ai timbri delicati d’archi e celesta che il compositore impiega per dipingere il regno delle fate. Se lo spettacolo funziona, è merito di una compagnia di canto per buona parte italiana, ma che ben pronuncia e ben recita. Raffaele Pe ha bel timbro di controtenore, fraseggio composto e proiezione sufficiente, il suo Oberon è freddo più che irato, composto e terreno nel costume da eroe byroniano più che regale ed astratto. Lo sovrasta Anna Maria Sarra, abile nel gestire le impervie salite all’acuto, di voce ampia e sonora. Fra gli amanti, spiccano il Lysander eroico, virile di Alex Tsilogiannis e l’Helena brillante di Angela Nisi, ma non sfigurano affatto le voci scure, calde, mai sbiancate di Paolo Ingrasciotta (Demetrius) e Cecilia Bernini (Hermia). Plauso a tutta la compagnia degli Artigiani, a partire dal Bottom di Zachary Altman, attore credibile senza cadere nel farsesco, non troppo sonoro nella scena della recita, ma sempre elegante. Non gli sono da meno il Quince di timbro gradevole di Nicholas Masters, gli squillanti Flute e Snout interpretati rispettivamente da Roberto Covatta (frizzante nella parte di Thisbe) e Claudio Grasso, il pastoso Snug di Rocco Cavalluzzi, il tonante Starveling di Dario Shikhmiri. Federico Benetti tratteggia con voce non troppo sonora un Thesesus bonario e borghese, corretta al suo fianco l’Hippolyta di Alina Alexeeva. Piacevole il Coro di Voci bianche Mousiké di Cremona diretto da Raul Dominguez. In buca, Francesco Cilluffo dimostra ancora una volta di ben conoscere il repertorio del teatro musicale novecentesco, esalta i timbri fa suonare senza timore i prodigiosi ottoni della compagine orchestrale. Pubblico acceso oltre ogni aspettativa per un’opera che dimostra la finezza strumentale (e drammaturgica) di un Britten che non smette di stupire.