Venezia, Palazzetto Bru Zane: “Intorno al pianoforte”. Solisti della Chapelle Musicale Reine Elisabeth

Venezia, Palazzetto Bru ZaneVenezia, Palazzetto Bru Zane-Centre de Musique Romantique Française, Festival “Camille Saint-Saëns tra romanticismo e modernità”
Violino Elina Buksha
Violoncello Astrig Siranossian
Pianoforte Thibaud Epp
Camille Saint-Saëns:
Sonate pour violon et piano n° 1 en ré mineur op. 75; Sonate n° 1 pour violoncelle et piano en ut mineur op. 32; Six Études op. 52 (extraits): n° 4 Étude de rythme – n° 5: Prélude et fugue en la mineur – n° 6: En forme de valse; Trio avec piano op. 18.
Venezia,15 ottobre 2016
Venezia, Palazzetto Bru Zane: Solisti della Chapelle Musicale Reine Elisabeth, “A proposito del pianoforte”  In seguito al lavoro sull’opera del compositore Édouard Lalo, iniziato nel 2015 dal Palazzetto Bru Zane, in partenariato con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth di Liegi, e il cui risultato è stato un CD con l’integrale della sua musica concertante per violino, violoncello e pianoforte, il Palazzetto Bru Zane, nel corso della stagione 2016-2017, propone la riscoperta di opere di Camille Saint-Saëns e di Fernand de La Tombelle (che sarà protagonista del festival di primavera), affidandone l’esecuzione a giovani talenti in residenza presso la prestigiosa Chapelle belga. È il caso dei tre solisti scritturati per il concerto di cui ci occupiamo, che proponeva opere cameristiche, dell’autore dedicatario dell’attuale rassegna, in cui è presente il pianoforte, uno strumento che, nell’Ottocento, si diffonde anche nelle case borghesi, e diventa indispensabile per accompagnare mélodies, suonare da soli o a quattro mani (opere originali e trascrizioni), oltre ad entrare, sempre più frequentemente, nelle formazioni da camera, quali trii, quartetti, quintetti, per non parlare delle sonate, in cui la tastiera accompagna un altro strumento solista. E proprio due sonate, rispettivamente per violino e pianoforte e per violoncello e pianoforte, erano i due primi titoli in programma. Di grande temperamento si è dimostrata la violinista Elina Buksha, validamente sostenuta dal pianista Thibaud Epp, nella Sonate pour violon et piano n° 1 en ré mineur op. 75, composta da  Saint-Saëns nel 1885; un lavoro, all’epoca molto apprezzato, dalla struttura in due movimenti, articolati in due parti – che si susseguono senza soluzione di continuità, secondo una costruzione già adottata dal compositore nel Concerto pour piano n° 4  e nella Symphonie n° 3 avec orgue –, in cui il pianoforte ha un ruolo tutt’altro che ancillare. Il bel suono rotondo, il giusto accento non sono mai mancati nella prima parte del movimento iniziale, Allegro agitato, caratterizzata da un clima cupo e febbrile, come nel secondo tema più pacato, corrispondente, per ammissione dello stesso Proust, alla melodia, cui lo scrittore si è ispirato per la famosa “petite phrase” della sonata di Vinteuil. Analogamente espressivi i due interpreti nell’elegante Adagio, nel danzante Allegretto moderato, disseminato di staccati con una sezione centrale, in cui il violino intona una linea cantabile, e nell’Allegro molto, in cui la violinista ha sfoggiato uno sperticato virtuosismo nel concitatissimo moto perpetuo.  Nella successiva Sonate n° 1 pour violoncelle et piano en ut mineur op. 32 (composta nel 1872), che precede il famoso Concerto pour violoncelle et orchestre op. 33, si è imposta per il suono di grande fascino, dal timbro di nobile metallo brunito, oltre che per l’impeccabile intonazione, la violoncellista Astrig Siranossian, che ha saputo esprimere tutta la drammaticità dominante nell’Allegro iniziale, i cui toni diffusamente cupi ci riportano nel clima di una Francia prostrata dalla recente sconfitta subita nella guerra contro la Prussia, per rasserenarsi brevemente con la melodia di accordi del pianoforte, splendidamente eseguita da Epp, valido sostegno del violoncello anche nel secondo movimento, Andante tranquillo sostenuto, derivante da un corale improvvisato, a suo tempo, dall’autore sull’organo della Chiesa di Saint-Augustin. Il clima tempestoso del primo movimento si è ripetuto nel movimento finale, Allegro moderato, percorso dal flusso ininterrotto del pianoforte. Tutta la padronanza tecnica posseduta da Thibaud Epp si è potuta apprezzare ovviamente nei tre studi tratti dai Six Études op. 52, la raccolta composta nel 1877, riservata a pianisti di prim’ordine. Nello Studio n. 4, sottotitolato “Étude de rythme”, il pianista è stato impeccabile nel sovrapporre metri binari e ternari; così come nel n. 5 – che attesta la passione dell’autore per l’opera di Bach, recando la menzione “Prélude et fugue” – ha saputo far cogliere con chiarezza l’intreccio di più linee melodiche. Uno sfolgorante virtuosismo, di fronte a difficoltà di natura diversa (scale, arpeggi, note ribattute, mani alternate o incrociate, ecc.) si è potuto apprezzare nell’ultimo studio in tempo di valzer, in cui riecheggia un clima salottiero. Assolutamente all’altezza i tre solisti si sono dimostrati nel Trio avec piano op. 18, composto tra il 1863 e il 1864, prima opera importante di Saint-Saëns in ambito cameristico, vero capolavoro di perfezione costruttiva, nonché di equilibrio strumentale ed estetico. Ancora ricco di fascino, per suono e gusto, è risultato il violoncello nel tema danzante, gaio e melodioso, che apre l’Allegro vivace; particolarmente suggestivo il tema dell’Andante, che utilizza un tema folklorico annotato da Saint-Saëns in Alvernia, con cui contrastano due episodi intermedi, dal nobile lirismo; pieno di humour lo Scherzo, con i suoi staccati, le note ripetute, le sincopi ritmiche; perfetto l’insieme nell’articolato Allegro finale, che inizia con un dialogo tra violoncello e violino, sostenuto da un vibrante accompagnamento del pianoforte.