Questa sera, al Teatro Rossini alle ore 20, è di scena il Turco in Italia, dramma buffo per musica in due atti di Felice Romani, musica di Gioachino Rossini. Edizione critica della Fondazione Rossini, a cura di Margaret Bent. L’opera è in cartellone al ROF 2016.
Abbiamo incontrato, a poche ore dalla rappresentazione, il M°Mirca Rosciani, pianista, preparatrice dei cantanti, direttore d’orchestra e, nel Turco in Italia, maestro del Chieti del Teatro della Fortuna di Fano.
Maestra Rosciani, una bella soddisfazione debuttare al ROF?
Certamente! Per me e i componenti del Coro è una bella soddisfazione, anche perché si tratta di una nuova coproduzione con Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia. Ciò che maggiormente ci ha entusiasmato, oltre alle grandezze vocali degli interpreti, Erain Scheott, Olga Peretyatko, Nicola Alaimo, Rene Barbera, Pietro Spagnoli, Cecilia Molinari e Pietro Adaini, oltre al felice connubio artistico con la Filarmonica Gioachino Rossini, è stata la regia di Davide Livermore, piena di fantasia e movimenti scenici rapidi che si coniugano alla musica di Rossini.
Un coro locale, dunque, per il più prestigioso Festival italiano…
Il sovrintendente del ROF, Gianfranco Mariotti, ci ha ascoltato l’anno scorso a Fano, al Teatro della Fortuna, nell’Elisir d’amore e nella Nona Sinfonia di Beethoven e quest’anno ci ha chiamato. Personalmente sono legata al ROF dal 1999, dove ho svolto il ruolo di maestro di palcoscenico, poi preparatrice dei cantanti all’Accademia Rossiniana dal 2006 al 2015, diretta dal maestro Alberto Zedda. Con lo stesso, ho lavorato per l’allestimento del Viaggio a Reims che, ogni anno, viene proposto al ROF. In questo momento sono in mezzo a due realtà che sento mie come una madre con due figli: il Coro del Teatro della Fortuna e l’Accademia Rossiniana.
Ci dia qualche anticipazione del Turco in Italia.
Dal punto di vista musicale, vi è un rispetto totale del libretto di Felice Romani e questo è il merito del direttore d’orchestra Speranza Scappucci, che ha saputo assemblare, come un vero artigiano della musica, cantanti, orchestra e coro.
Maestro Rosciani, quali gli impegni futuri?
A ottobre 2016, debutterò con il Coro del Teatro della Fortuna di Fano a Fermo, per poi proseguire a Fano e Ascoli Piceno nel Flauto Magico di Mozart. A novembre, parteciperò nell’Auditorium di Santa Cecilia a Roma all’allestimento dello Stabat Mater di Pergolesi e il 4 settembre prossimo a Ostra dirigerò il Coro della Fortuna nei Carmina Burana con due pianoforti.
Presente nel parterre del Teatro Rossini, il maestro Alberto Zedda, che è uno dei maggiori studiosi della musica rossiniana.
M° Zedda, come definirebbe oggi il Turco in Italia?
Nel libretto di Romani viene definito dramma buffo per musica, ma attualmente il passaggio dall’Equivoco stravagante all’Italiana in Algeri e al Turco in Italia, evidenziano una ambiguità che rende difficile definire la natura della produzione buffa rossiniana. In sostanza Rossini, e lo si può intravvedere anche in questa nuova produzione per il ROF, influenzato da Mozart, ricerca un punto di fusione tra comico e serio. E nel Guglielmo Tell il realismo lirico sta conducendo il compositore pesarese a tradire l’astrattezza idealizzante della sua arte e nuovamente cerca rifugio nel genere comico. Punto nodale, crocevia della svolta che ha spinto Rossini ad abbandonare temporaneamente il genere comico ed immergersi nella tragicità, è stato proprio Il Turco che è un’opera chiave per indagare l’atteggiamento concettuale di Rossini nei confronti dell’opera comica. Merito del direttore Davide Livermore di aver dato al Turco in Italia del ROF 2016 un ritmo teatrale più coinvolgente e fare uscire quest’opera da una sorta di chiaroscuro.