di Fabrizio Dorsi
Casa Musicale Eco di Monza (2016) Volume di 230 pagine, brossura, formato B 5ISBN: 978-88-6053-519-1
€ 25,00
Pubblicato nel 2016 per i tipi della Casa Musicale Eco di Monza, il primo volume della Storia dell’opera italiana, dedicato al Seicento e al Settecento, di Fabrizio Dorsi è la seconda edizione riveduta ed aggiornata di un ampio lavoro di carattere storico e musicologico che, edito 15 anni fa dalla Mondadori, comprendeva, in un unico tomo, anche la sezione relativa all’Ottocento e al Novecento curata da Giuseppe Rausa. Come avvertono gli autori nella chiarificatrice prefazione valida per entrambi i volumi, il lavoro si concentra sull’analisi della storia dell’opera italiana, dove l’aggettivo assume un’importante valenza; con esso gli autori non intendono, infatti, la produzione composta in Italia, in quanto così si ignorerebbe l’importante lavoro all’estero svolto da molti compositori italiani, né quella scritta esclusivamente in italiano, in quanto questo approccio sarebbe troppo limitativo, ma l’analisi delle opere di compositori che sono nati e si sono formati in Italia. Fine conoscitore della produzione settecentesca della quale, grazie alla sua attività di direttore d’orchestra, ha riportato alla luce numerose partiture del tutto dimenticate, Dorsi, già direttore del Conservatorio di Piacenza e attualmente docente al Conservatorio di Milano, nel delineare la storia della produzione operistica del Seicento e del Settecento, ha fornito un quadro completo ed esaustivo del fenomeno che, in quel periodo, prese il nome di dramma per musica, dal momento che lo spettacolo era un insieme di tante componenti di cui la musica era una di questa e non necessariamente la più importante. Nei primi due secoli della sua storia come autore dei melodrammi non è, infatti, ricordato tanto il compositore, quanto, invece, il librettista, un poeta di altissimo valore come Apostolo Zeno o Metastasio o ancora l’avvocato Gian Francesco Busenello, autore quest’ultimo del testo dell’Incoronazione di Poppea, opera della quale nessuna fonte coeva cita il suo compositore, il grande Claudio Monteverdi. In questo volume, attraverso una prosa estremamente chiara, l’autore guida, quindi, il lettore alla scoperta di tutte le componenti del melodramma, dal sistema produttivo al dibattito teorico, dalla vocalità alla librettistica e alla musica inquadrando il tutto sempre in un’ampia trattazione del contesto storico culturale e sgombrando il campo da errori dettati da una certa storiografia ormai del tutto smentita, come quella che enfatizzava la riforma di Gluck, non opera soltanto del musicista tedesco, ma frutto di un movimento più ampio al quale parteciparono anche gli italiani Traetta e Jommelli. Nella sterminata bibliografia sul melodramma questo lavoro ha il pregio di riuscire perfettamente nell’intento divulgativo che l’autore si è prefissato e per questa ragione può essere letto sia dal semplice appassionato desideroso di approfondire la sua conoscenza del melodramma sia da chi ha maggiori competenze in campo musicologico. Questo volume di Dorsi, estremamente esauriente, nonostante il suo carattere sintetico, infatti, è arricchito da sapienti approfondimenti su alcuni significativi melodrammi di questo periodo dei quali non solo è esposto l’argomento, ma è anche delineata la successione dei numeri musicali con approfondite e interessanti analisi di essi.
Ottima è, infine, la presentazione editoriale curata dalla Casa Musicale Eco di Monza.