Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “Benjamin Godard nei salotti parigini” (9 aprile-15 maggio 2016)
“GODARD E IL VIOLINO”
Violino Nicolas Dautricourt
Pianoforte Dana Ciocarlie
Benjamin Godard: Sonate pour piano et violon no 1; Sonate n° 2 pour violon seul; Sonate pour piano et violon n° 4
In collaborazione con l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia
Venezia, 14 aprile 2016
Terza tappa del viaggio alla scoperta di Benjamin Godard e, insieme, di giovani talenti come sempre accade nel corso delle rassegne musicali proposte dal veneziano Palazzetto Bru Zane. Questa volta protagonisti della serata erano il violinista francese Nicolas Dautricourt e la pianista di origine romena Dana Ciocarlie, quest’ultima già fattasi apprezzare dal pubblico del Palazzetto nel recente concerto (8 marzo), dedicato a Marie Jaëll. Il programma della soirée di cui ci occupiamo era interamente dedicato a Benjamin Godard, in particolare a tre pezzi per violino, due dei quali con accompagnamento di pianoforte. Si sa che il musicista francese padroneggiava con pari maestria sia il violino che il pianoforte: dunque, anche per questo motivo l’ascolto delle composizioni proposte non poteva non essere carico di aspettative e di interesse, visto anche, più in generale, il curriculum di tutto rispetto che può vantare il compositore, quanto all’eccellente preparazione acquisita, nonché al ruolo di primaria importanza assunto nella vita musicale francese nella nuova fase che si aprì in Francia dopo la caduta di Napoleone III, nella quale i salotti parigini – di fronte al venir meno dell’intervento statale – si trovarono a svolgere una funzione sempre più importante per quanto riguarda la diffusione della musica. Il programma del concerto, peraltro, era particolarmente stimolante anche perché i pezzi presentati costituivano un’occasione importantissima per cogliere l’evoluzione del percorso creativo del compositore: dai primordi (La Sonata per pianoforte e violino n.1 è addirittura il primo lavoro di un Godard appena diciassettenne) fino agli ultimissimi anni (La Sonata per violino solo n. 2 fu scritta tra il 1894 e il 1985, l’anno della morte).
Sorprendente, vista l’età in cui fu composto, il primo pezzo in programma che, pur risentendo dell’influenza di Schumann e di Schubert, già rivela alcune caratteristiche peculiari di tutta la produzione di Godard, quali la raffinatezza armonica, che si riallaccia alla musica tedesca, e la vocazione drammatica sottesa anche alla sua musica strumentale.
Perfetta intonazione, suono sempre pieno e rotondo, vigore e sensibilità interpretativa, con particolare gusto per i contrasti, hanno caratterizzato l’interpretazione di Nicolas Dautricourt, assecondato dal pianoforte di Dana Ciocarlie – parimenti sensibile, energica, variegata nel tocco e nell’accento – con cui si è instaurata da subito una perfetta intesa: dal movimento iniziale – che si basa sulla contrapposizione tra il ritmo binario dell’Andante e quello ternario dell’Allegro, quest’ultimo eseguito dal violino con piglio fortemente appassionato –, al cangiante Scherzo – tra prorompente energia e sfumature delicate –, all’Andante – la cui melodia, riccamente armonizzata alla Schumann, è stata esposta prima dal pianoforte, poi dal violino con estrema espressività –, all’Allegro vivace – aperto dal perentorio attacco del violino, impegnato, qui come nei movimenti precedenti, in una gamma estesa con frequenti discese nel registro grave.
Ancora suono potente, ma anche ricco di sfumature, grande energia, ma anche finezza interpretativa hanno caratterizzato l’esecuzione della Sonata n. 2 per violino solo, una suite di danze (Sarabande-Rigaudon-Bourrée), che è con tutta evidenza un omaggio a Bach. Abilissimo è risultato il solista nel destreggiarsi – da vero mattatore – in questo pezzo, in cui il violino è trattato come strumento polifonico con conseguenti estreme difficoltà tecniche, brillantemente superate, esprimendo altresì egregiamente i frequenti mutamenti di carattere, che si susseguono nell’ardimentosa scrittura di Godard. Ancora insieme i due solisti nel pezzo conclusivo, la Sonata per pianoforte e violino n. 4, pubblicata nel 1880 – un lavoro che per l’asimmetria ritmica (primo movimento: Vivace ma non troppo) o lo spessore armonico (terzo movimento: Andante) fa pensate a Schumann –, nel quale ancora il violino si è imposto per grande energia alternata ad estrema sensibilità, sempre assecondato dalla valentissima pianista romena, come si è potuto apprezzare – oltre che nel contrastato secondo movimento, Allegro vivace ma non presto, che sostituisce lo Scherzo – nella melodia che apre il terzo movimento o nel corso di quello conclusivo (Allegro molto), laddove l’accompagnamento del pianoforte è particolarmente ricco nell’armonia. Applausi entusiastici, premiati da un bis attinto – parafrasando le parole dello scherzoso Dautricourt – “dalla musica di un epigono di Godard”: La fille aux cheveux de lin di Claude Debussy, nella trascrizione per violino e pianoforte di Arthur Hartmann.